WATERLOO (A. T., 32-33-34)
Cittadina del Belgio, nella provincia di Brabante, situata circa 15 km. a s. di Bruxelles, con 5190 ab. (1931).
Battaglia di Waterloo. - Combattuta il 18 giugno 1815, dall'esercito francese - rapidamente riorganizzato da Napoleone I dopo il ritorno dall'Elba - contro un'armata prussiana e un' armata mista d' Inglesi, Belgi, Olandesi e Tedeschi operanti nel Belgio; la prima agli ordini del maresciallo Blücher (v.), la seconda agli ordini di lord Wellington (v.). Battaglia memorabile per i suoi effetti politici, in quanto chiude definitivamente il ciclo storico di Napoleone e stronca per lunghi anni i sogni egemonici della Francia sull'Europa; e memorabile altresì per gl'insegnamenti militari che ne derivano, soprattutto nella ricerca delle cause dei successi e degl'insuccessi, essendo indubbio che l'arte di Napoleone giunta nell'estate del 1815 alla perfezione del dinamismo e dell'audacia non conseguì faorevoli risultati per effetto di circostanze in modo inconsueto avverse. Ciò conferma quanto l'imprevedibile giuochi negli eventi di guerra. E l'affermazione acquista maggiore evidenza se si confronti la sconfitta di Waterloo, epilogo d'un grande dramma, con la vittoria di Marengo (v.; 1800) che ne fu il prologo e dove gli errori di valutazione e le manchevolezze d'orientamento che caratterizzarono la condotta strategica di Bonaparte Primo Console nella sua manovra a cavallo del medio Po, per circostanze in modo inconsueto favorevoli, sboccarono alla strepitosa e conclusiva vittoria, da cui ebbe origine l'impero (v. napoleone: Le campagne di Napoleone).
L'imperatore dei Francesi - invaso rapidamente il Belgio meridionale trovandosi di fronte le due armate del Wellington (a nord) e del Blücher (ad est) separate da largo intervallo, decide di battere senza concedersi riposo, dapprima quest'ultimo e poi il primo. Con la propria ala destra (al comando del generale Grouchy) afferra il giorno 16 giugno i Prussiani del Blücher e li batte. Il Grouchy ha tuttavia il torto di non inseguire i Prussiani o almeno di farli osservare da pattuglie e per questa perdita di contatto ignorerà in quale direzione il Blücher abbia compiuto la propria ritirata il giorno 17. È chiaro che a Napoleone, tutto inteso ad una manovra di "precisione" fra le masse avversarie separate, sarebbe stato necessario avere qualche mdicazione.
Un'altra ala (sinistra) lo stesso giorno 16 in cui il Grouchy era alle prese con Blücher a Ligny, al comando del maresciallo Ney avrebbe dovuto attaccare la posizione di Quatre Bras sulla grande rotabile di Bruxelles, per disturbare anche da quel lato il progetto di giunzione delle due frazioni avversarie; ma non eseguì l'ordine con la voluta decisione, fatto non certo abituale nel dinamico e glorioso maresciallo, che il giorno successivo non trovò più l'armata del Wellington in quella località.
Infatti il generale inglese aveva ripiegato in direzione di Bruxelles fino a Mont-Saint-Jean, al doppio scopo di meglio proteggere la capitale del Belgio e di guadagnare spazio e tempo per meglio consentire al Blücher di avvicinarsi a lui, e attaccare sul fianco destro i Francesi che eventualmente avanzassero contro le linee inglesi. In definitiva da parte francese la sera del 17 giugno, né il Grouchy ha afferrato il Blücher, né il Ney ha afferrato il Wellington, e i due generali nemici conservano entrambi l'iniziativa delle operazioni. Se ne valgono per affrettare il congiungimento delle loro forze.
Il giorno 18 Napoleone avanza all'attacco nella direzione di Bruxelles, con l'intento di puntare più decisamente contro la sinistra del Wellington, per mettersi tra questo e la direzione da cui può sopraggiungere il Blücher; mentre contro la destra inglese si dovevano condurre soltanto atti dimostrativi. La stanchezza delle truppe, che marciavano senza soste da alcuni giorni, sconsigliava d'iniziare l'azione troppo presto. L'attacco francese non si pronunciò infatti che verso mezzogiorno.
Andando oltre le intenzioni dell'imperatore, il corpo di sinistra (gen. Reille) e lo stesso Ney tramutano in un attacco a fondo in direzione di Hougoumont e della Haie-Sainte l'azione dimostrativa loro affidata. Queste truppe vengono a trovarsi a mal partito e il Ney chiede a Napoleone che lo rinforzi con la Guardia, ma l'imperatore ritiene non ancor giunto il momento. Intanto l'azione della destra francese contro la sinistra inglese, viene ad essere turbata, poco dopo l'inizio, dalla segnalata apparizione di truppe d'avanguardia del Blücher ad est di Planchenois. Quantunque si combatta con grande eroismo al centro e i Francesi realizzino successi, anche per le eroiche cariche della propria cavalleria, tuttavia Napoleone non riesce a metter fuori causa gl'Inglesi prima che si faccia sentire, circa alle 4 1/2 pomeridiane, l'azione efficace del sopraggiunto Blücher. L'ala destra francese (corpo del Lobau) contiene per alquanto tempo i nuovi arrivati, ma poi cede terreno e le posizioni di Planchenois. Il rincalzo della Guardia che finalmente Napoleone aveva accordato al Ney deve essere in gran parte distratto verso est, dove questa eroica riserva riconquista Planchenois. Ma più tardi un altro corpo d'armata prussiano sbuca da Papelotte e s'incunea fra i combattenti del Lobau e quelli del Ney, i quali - per non farsi aggirare - retrocedono nella direzione della Belle Alliance. Hougoumont, La Haie-Sainte, Planchenois sono di nuovo in possesso del nemico. I Francesi, premuti da una massa che riprende concentricamente l'offensiva, ripiegano in disordine, né valgono ad arrestarli sacrifici eroici, come quello della Vecchia Guardia del Cambronne. Il Wellington ferma i suoi alla Belle Alliance; ma il Blücher continua l'inseguimento fino a notte alta.
La stella di Napoleone tramonta per non più risorgere.