web analytics
<u̯èb änëlìtiks> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Studio analitico delle attività che coinvolgono un sito Internet, con particolare attenzione al comportamento dei visitatori. Un efficace strumento di w. a. consente di conoscere per es. la provenienza degli utenti del sito e la motivazione della loro ricerca; il fine è quello di ottenere indicazioni per migliorare le performance del sito, sia per quanto riguarda i parametri più prettamente tecnici (tempi di risposta, velocità di caricamento, pagine non trovate) sia, soprattutto, per il raggiungimento degli obiettivi di business nell’ambito commerciale (incremento dei guadagni, riduzione dei costi, acquisizione e fidelizzazione di clienti). Gli strumenti di w. a. si possono dividere in due principali famiglie, in base alla modalità con cui raccolgono i dati: analisi dei log file ed esecuzione di codice JavaScript. I primi elaborano le statistiche analizzando i file che memorizzano le azioni e i dati rilevati dal web server che ospita il sito; l'analisi di questi file è particolarmente onerosa, non può generalmente essere fatta in tempo reale e comporta il mantenimento nel tempo di tali file, aspetto che può essere gravoso sia per quanto riguarda lo spazio occupato sia per le eventuali operazioni di ripristino. L’alternativa è inserire in ogni pagina web del sito un piccolo programma (script) Java che provvede a salvare in un apposito database una serie di informazioni che verranno poi elaborate per produrre le statistiche finali, operazione spesso più vantaggiosa in termini di mantenimento e di spazio fisico occupato. Una delle soluzioni più note è quella offerta gratuitamente da Google (Google analytics). I sistemi basati sugli script Java non permettono d’intercettare le visite degli spider (agenti di ricerca sistematica automatizzati) dei motori di ricerca; altri svantaggi sono la difficoltà di tracciare il download dei documenti e la necessità di inserire il codice di tracciamento in ogni pagina, pena la mancata registrazione dei dati. Alcuni sistemi utilizzano tecniche miste, cioè l'analisi dei log file combinata con l’inserimento di un codice JavaScript per il tracciamento. Tra le informazioni che si possono ottenere con le tecniche di w. a., le principali sono: visite, visitatori unici, tempo di permanenza, frequenza di rimbalzo (bounce rate), percentuale d’uscita. Il numero di quantifica le volte che un utente visualizza una o più pagine di un sito web, una misura del traffico del sito che non tiene conto del comportamento dei navigatori e che diventa più attendibile se unita a quella dei visitatori unici, che permette di conoscere il numero di volte che uno stesso navigatore (inteso come indirizzo IP di provenienza) ha consultato il sito in un determinato intervallo di tempo. Il tempo di permanenza di un utente su una pagina web di un sito (calcolato come differenza temporale tra la consultazione di una pagina web e quella successiva dello stesso sito) è una misura che dà indicazioni sull’andamento delle visite, che va tuttavia analizzata in maniera obiettiva per evitare analisi falsate dei risultati per quanto riguarda la valutazione del gradimento del sito, dal momento che per es. un tempo molto alto di permanenza potrebbe essere la conseguenza di una consultazione molto difficoltosa. La frequenza di rimbalzo è la percentuale delle visite che si concludono dopo la consultazione di una sola pagina di un sito, con motivazioni che possono essere le più diverse, per es. dovute a una struttura complicata del sito o a problemi di usabilità; la percentuale di uscita è un utile parametro collegato che permette d’individuare le pagine di un sito visualizzate per ultime in un determinato intervallo di tempo. Altre informazioni riguardano l’accesso dei visitatori – diretto (attraverso l'URL del sito) o indiretto (attraverso il link di un altro sito, in questo caso detto referral, o dalla pagina dei risultati di un motore di ricerca) –, la provenienza geografica, il tipo di connessione e il browser utilizzati.