web e fotografìa <u̯èb ...>
Il rapporto tra fotografia e Internet è relativamente recente, inizia sostanzialmente con la nascita del world wide web e la sua diffusione nei primi anni Novanta del Novecento: è grazie allo strumento dell’ipertesto che la fotografia diventa, nella rete, un oggetto altamente funzionale per l’informazione e la comunicazione. Sul web la fotografia viene fruita soprattutto in formato JPEG, che prevede una compressione in grado di ridurre il peso dell’immagine, ma comporta una relativa perdita di qualità, accettata tuttavia dagli utenti in cambio della numerosa disponibilità consentita (miliardi di immagini). Con il tempo l’immagine sul web ha raffinato i suoi strumenti: la funzione Search by image di Google permette, a partire direttamente da un’immagine, di individuarne altre con caratteristiche simili.
La fotografia come strumento e come pratica e disciplina. – Ogni aspetto delle professioni e degli usi sociali legati alla fotografia ha trovato la sua declinazione sulla rete, a volte mantenendo le sue caratteristiche, più spesso modificandosi anche sensibilmente. A partire dai primi anni del 21° sec. lo sviluppo del cosiddetto web 2.0 ha trasformato la rete in un luogo di condivisione di fotografia secondo la logica nuova di una maggiore interazione tra il web e gli utenti: questi ultimi hanno avuto a disposizione strumenti per creare autonomamente siti, blog, banche dati, ecc., che hanno permesso un’ampia circolazione di fotografia professionale, amatoriale e familiare, a volte trasformandone la stessa natura. Così nel nuovo contesto il web, nei suoi rapporti con la fotografia, si propone come: a) luogo di costruzione di identità reali o fittizie attraverso la fotografia, grazie soprattutto ai social network, in particolare Facebook (lanciato nel 2004) si propone come una sorta di album di famiglia continuamente aggiornato, in cui si condividono con parenti e amici momenti sereni e interessi (una ricerca della Ohio State University del 2012 ha rilevato come, per valutare un membro della comunità, gli utenti si affidino principalmente alle fotografie presenti nel profilo piuttosto che sulle informazioni testuali; b) circolo amatoriale, attraverso strumenti come Flickr, o tramite la promozione di concorsi fotografici e lo sviluppo di forum per lo scambio di opinioni con una comunità di appassionati non più ristretta come in passato, ma estesa all’intero pianeta; in particolare Flickr, il portale fotografico del gruppo Yahoo! che conta milioni di utenti ed è arricchito con gruppi tematici e forum, consente a chiunque di proporre i propri lavori fotografici sottoponendoli al giudizio di tutti, secondo la logica web dell’eliminazione delle intermediazioni (il portale infatti si limita al filtraggio dei contenuti sconvenienti e alla tutela del copyright o dei diritti previsti dalle licenze Creative commons); c) luogo di ricerca e acquisto di materiali fotografici, attraverso riviste e siti specializzati; sia la fotografia analogica sia quella digitale possono contare su un numero esteso di siti e-commerce che propongono materiali nuovi e usati o mediano le transazioni commerciali private degli utenti (va inoltre sottolineato che le riviste fotografiche, sia le tradizionali in versione online sia le nuove webzine, restano come in passato prevalentemente luoghi di informazione su tecniche e materiali e non si propongono come veicoli di cultura fotografica, funzione svolta invece da alcuni blog specializzati); d) ambiente di postproduzione fotografica e di editing; numerosi sono i programmi per modificare le immagini e i servizi disponibili sulla rete, dal fotoritocco fino alla stampa online e alle soluzioni 3D (con la crisi della fotografia analogica, gran parte delle operazioni che seguono lo scatto fotografico non è più delegata a professioni specifiche ma viene spesso effettuata autonomamente dagli utenti, con il supporto di servizi online; grazie alla rete, anche diversi prodotti editoriali, da album a riviste, possono essere realizzati in proprio a un livello semiprofessionale); e) luogo di sviluppo e promozione di professionalità fotografiche, soprattutto da parte di freelance che intendono promuovere il proprio lavoro o grazie all’utilizzo del crowdsourcing da parte delle aziende – in particolare, la rete ha modificato sensibilmente il lavoro dei fotoreporter, consentendo una rapidità di trasmissione (elemento essenziale del mestiere) presto sfruttata da giovani freelance in grado di entrare in concorrenza con le agenzie –; resta vivo il problema della tutela giuridica dei diritti d’autore, reso estremamente complesso dalla diversità delle legislazioni tra i diversi paesi (nonostante la qualità ridotta e la sperimentazione di diverse tecnologie di criptaggio, le fotografie online sono spesso riutilizzate senza il riconoscimento dei diritti dei proprietari; inoltre la digitalizzazione consente la modifica e contraffazione delle immagini; f) luogo di commercializzazione di immagini fotografiche – numerose sono le banche dati online, spesso di proprietà di grandi società, che hanno acquisito a volte decine di milioni di fotografie da archivi e privati (per es. Corbis o Getty Images) e predisposto l’acquisto e il download in tempo reale, finendo per modificare profondamente il mercato (inoltre la disponibilità in queste banche dati di una selezione guidata da obiettivi esclusivamente commerciali, ha finito per limitare l’accesso degli utenti a patrimoni materiali che restano esclusi dalla ricerca). La virtualizzazione dell’esperienza fotografica, che ha quasi del tutto eliminato la materialità dell’immagine, sul piano psicologico e sociale, ha sostanzialmente amplificato quella esperienza parallela del reale che la fotografia aveva inaugurato alla sua nascita, arricchendola di nuovi strumenti di mediazione e di illusione.