webcrazia
s. f. Il potere decisionale del web, di chi si collega al web.
• Per alcuni anacronistiche e faziose, per altri custodi dello status quo, per molti ancora autorevoli compagne di viaggio, nonostante la crescita bulimica di antagonisti della webcrazia, tra blog e siti di recensioni. Eppure, nonostante errori e mancanze, sopra e sottovalutazioni (o forse anche per questi) a ogni autunno la stagione delle guide gastronomiche accende dibattiti e baruffe tra i contenti e gli scontenti e trasforma gli italiani ‒ in altre occasioni notoriamente popolo di commissari tecnici ‒ in una tribù di critici. (Federico De Cesare Viola, Repubblica, 16 novembre 2013, p. 27, Club) • Nell’era della webcrazia si diventa celebri grazie a Youtube. Oppure con un blog e a volte con un vlog. Comunque attraverso Internet, il mezzo che oggi offre l’opportunità di una visibilità immediata. Una notorietà che spesso impegna come un lavoro tradizionale. (Annalisa D’Aprile, Messaggero Veneto, 27 marzo 2017, p. 7) • Fino agli Anni Ottanta l’arte era riuscita sempre a creare una testimonianza di sé alternativa alla società dello spettacolo, capace di manifestare una chiara e forte critica della realtà. Ma oggi viviamo nell’estetizzazione del quotidiano prodotta dallo sviluppo telematico: la democrazia sembra slittare verso la webcrazia che offusca ogni quoziente critico. Come fa l’arte a resistere? (Achille Bonito Oliva, Repubblica, 23 luglio 2017, p. 62, Robinson).
- Composto dal s. ingl. web con l’aggiunta del confisso -crazia.