WECHSELBURG
(Monasterium Cillense, Zschillen nei docc. medievali)
Cittadina della Germania, in Sassonia, a N di Chemnitz.Un documento del vescovo Gerung di Meissen risalente al 12 novembre 1168 (Chronicon Montis Sereni) cita la fondazione di una collegiata di Canonici agostiniani a opera del conte Dedo di Groitzsch-Rochlitz. Tale collegiata è ancor oggi situata alla sommità di uno sperone roccioso, circondato su tre lati dal bacino di Zwickau. La posizione è quindi analoga a quella degli antichi castelli arroccati tedeschi (per es. Wartburg). Il monastero, posto nella diocesi di Meissen, venne affidato al prevosto Ekkehard di Lauterberg presso Halle. Nel 1174 è attestata documentariamente la conferma della fondazione. Con il nuovo prevosto, il canonico Dietrich di Lautenberg, la comunità poté insediarsi negli edifici.Il Monasterium Cillense dovette costituire il punto centrale di un insediamento esteso e riccamente dotato di terreni boschivi e di entrate offerte dalla vicina contea di Rochlitz. Il conte Dedo diede alla fondazione il carattere di monastero privato e di luogo di sepoltura della propria famiglia. La chiesa era già completata nel 1175-1180, essendo la consacrazione del coro avvenuta nel 1168. La costruzione degli edifici monastici si protrasse invece fino all'inizio del 13° secolo. Nel 1278, a causa della sua decadenza morale, il monastero passò all'Ordine dei Cavalieri Teutonici. Il nome W. è attestato per la prima volta nel 1526, dopo la Riforma.L'abbaziale, a impianto basilicale a tre navate su pilastri e cinque campate, è dotata di transetto, che in origine aveva tre absidi e una copertura piana. L'abside settentrionale venne successivamente in parte occultata dall'aggiunta di una sagrestia, mentre la meridionale è andata perduta. All'esterno l'abside maggiore ha un alzato su due livelli. Sia nella zona inferiore sia in quella superiore la superficie è scandita in cinque parti da lesene in basso e semicolonne in alto. Lesene e colonne sono poi collegate tra loro da un fregio ad archetti a pieno centro. Nella fascia superiore dell'abside si aprono tre finestre con terminazione a tutto sesto fiancheggiate da colonnette. Tale articolazione ripete quella di edifici della Bassa Sassonia, come a Königslutter e a Riechenberg nello Harz. Per il resto l'esterno dell'edificio, fino al fregio ad archi a tutto sesto al di sotto dell'innesto del tetto, è privo di decorazione. La muratura della chiesa in pietrisco intonacato presenta una rozza fattura, sulla quale risaltano sotto il profilo cromatico gli elementi dell'articolazione e della decorazione architettonica in porfido di Rochlitz. A O si innalzava la facciata a due torri, su più livelli, completamente realizzata in porfido di Rochlitz e le cui torri vennero abbattute poco dopo il 1450. L'uso esclusivo delle lesene profilate tramite modanature e dei fregi ad arco a pieno centro è tipico della scuola architettonica di Worms.Sul lato nord del corpo longitudinale, il portale doppio con atrio aperto su tre lati deriva chiaramente dalla tradizione francese e rappresenta il primo esempio di un tale impianto in ambito sassone. Un termine di confronto può essere offerto soltanto dal duomo romanico di Meissen, il cui atrio non ha tuttavia aperture laterali. L'elegante zoccolo, gli agili fusti ornati delle colonne e la varietà dei capitelli danno rilievo a questo ambiente. Le basi delle colonne ricordano molto da vicino le basi a piatto della prima età gotica nella Francia meridionale.Le due lunette sono decorate rispettivamente a destra da un Agnus Dei e a sinistra da un leone che affronta una creatura fantastica.All'interno, l'organizzazione originaria dello spazio si può leggere soltanto parzialmente e con difficoltà. Sono perduti, infatti, sia la cripta sia il soprastante coro sopraelevato, ma si conserva la galleria cieca decorata con capitelli che circondava l'altare maggiore nel coro e che sicuramente, da un punto di vista architettonico, è da ricondurre a influenze altorenane. Un tempo il coro era coperto da una massiccia volta a crociera non costolonata, ma essa venne sostituita nel 1871-1872 da una volta a crociera costolonata. Le volte dell'incrocio e dei bracci del transetto furono realizzate soltanto intorno al 1420. Nel 1474 la copertura piana del corpo longitudinale venne sostituita da una volta a crociera costolonata, dall'imposta bassa, al livello del cleristorio. Massicci pilastri, che presentano angoli diversamente profilati a croce, sostengono le arcate. Le finestre del cleristorio non si trovano però in asse con i pilastri. Questo modo di articolare il corpo longitudinale tramite pilastri è insolito per la Bassa Sassonia e la profilatura dei sostegni parrebbe alludere all'alternanza dei sostegni, altrimenti comune in Sassonia.Il corpo occidentale a due torri (le torri si conservano fino all'altezza del tetto del corpo longitudinale della retrostante chiesa) è legato all'architettura romanica dell'area di Goslar e di Brunswick. Le torri occidentali sono articolate all'interno in diversi ambienti separati. La torre nord si sviluppa su tre piani che non sono collegati al corpo longitudinale; la torre sud si apre per due piani sul corpo longitudinale, mentre al piano superiore è collegata, tramite un arco acuto, alla tribuna. Questo collegamento deriva, così come l'esterno del corpo occidentale, dalla tradizione architettonica di Worms. La tribuna, suddivisa in due campate, si estende per l'intera ampiezza della navata mediana, dove si appoggia su una colonna centrale dalla funzione decorativa.Una Hallenkrypta a tre navate, con un soprastante coro alto, arrivava - prima della sua demolizione, avvenuta nel 1683 - a una profondità di m 3 sotto la navata mediana. Una tale pianta di coro, unitamente alla cripta, corrisponde indubbiamente alla tradizione architettonica romanica della Sassonia dei secc. 11°-12°, ma è piuttosto rara nelle chiese dei Canonici agostiniani; può trovare un adeguato termine di confronto nella collegiata di Riechenberg nello Harz.L'ornamentazione architettonica si distingue per la straordinaria varietà. Numerose tipologie di capitelli (corinzio, a palmette, a fasce di palmette) possono essere ricondotte, come l'ornamentazione dei fusti delle colonne, ad analoghi esempi nell'area dello Harz, in particolare a Königslutter. Al contrario, i capitelli fogliati con girali intrecciati e i capitelli a crochets, che rivelano già tratti protogotici, sono verosimilmente da ricondurre a modelli della Francia settentrionale. Il gruppo di capitelli a fascia e a nastro rientra nel repertorio formale dell'area alsaziano-lorenese. Tutte le tipologie di capitelli citate possono essere stilisticamente situate nel settimo e nell'ottavo decennio del 12° secolo.L'edificio della collegiata, il primo a recepire sollecitazioni culturali provenienti da varie regioni occidentali (Francia settentrionale, Alsazia, Alto Reno, Bassa Sassonia), rappresentò un prototipo per l'area artistica del Muldenraum, cioè la regione dell'area centrale del bacino di Zwickau e del Chemnitz. Alla collegiata sono strettamente legati dal punto di vista cronologico e artistico gli edifici delle immediate vicinanze, quali il castello e la Kunigundenkirche di Rochlitz, e inoltre le chiese di Geithain, Rochsburg, Niedersteinbach, Wiederau, Penig e Auerswalde.L'attuale sistemazione del Lettner, con altare, pulpito e gruppo della Crocifissione, che sostanzialmente segue la ricostruzione fattane da Heinrich Magirius ed Elisabeth Hütter, risale al 1971. Il Lettner, che raggiunge un'altezza complessiva di ca. m 12 ed era in origine posto davanti ai pilastri occidentali dell'incrocio, è uno degli esempi tardoromanici più significativi e risale a un'epoca che va dal 1230 al 1235 circa. L'opera si deve probabilmente a un'iniziativa del prevosto Wilhelm, che governò per più di due decenni il monastero e che con tale Lettner separò la sepoltura dei fondatori della collegiata, il conte Dedo e la sua sposa Mechthild, dall'area riservata ai laici all'interno della navata mediana (Hütter, Magirius, 1983, p. 191). Esso venne rimosso in epoca barocca, in seguito ai lavori di demolizione della cripta (1683). Inizialmente il Lettner fu riutilizzato per un altare posto in corrispondenza dei pilastri orientali dell'incrocio e un pulpito poligonale fu eretto all'altezza del primo pilastro destro della navata mediana. In una grande campagna per la tutela dei monumenti, promossa tra il 1871 e il 1884, il pulpito venne ricomposto alla maniera di un ambone italiano e fu posto tra i pilastri della prima arcata mediana destra. Il Lettner venne fornito di accessi laterali ad arco a pieno centro, mentre le lastre con le raffigurazioni di Abramo e Melchisedec vennero di nuovo poste sul lato occidentale dei pilastri di incrocio orientali.Il complesso di Lettner con pulpito è formato da una recinzione a due piani con un ciborio posto sul pulpito in posizione assiale e con un arco di coronamento trilobo che sostiene il gruppo della Crocifissione. Tale tipologia era diffusa nella Germania del 12° e del 13° secolo.Il gruppo della Crocifissione di W. è stilisticamente e tipologicamente legato agli analoghi gruppi di Freiberg e del duomo di Halberstadt, a quello della Liebfrauenkirche di Halbertstadt e alla croce del duomo di Merseburg. Inferiormente la parte frontale del pulpito presenta una Maiestas Domini, tra la Vergine e s. Giovanni. Le lastre laterali mostrano il Sacrificio di Isacco e Cristo e il serpente di bronzo. I pennacchi dell'arco mostrano il Sacrificio di Caino e Abele. Quattro nicchie cieche con le figure di re veterotestamentari - il giovane Davide all'esterno a sinistra, e accanto re Davide dall'aspetto maturo, Salomone a destra accanto al pulpito e all'esterno il profeta Ezechiele o Isaia - decorano il piano superiore. Al di sotto, Abramo a sinistra e Melchisedec a destra sono raffigurati ai lati dell'arco. Le figure del Lettner sono, dal punto di vista stilistico, particolarmente vicine alle figure della Goldene Pforte del duomo di Freiberg e sono certamente impensabili senza una conoscenza di questa opera.Le sepolture del fondatore Dedo di Groitzsch-Rochlitz e della sposa Metchild sono debitrici nei confronti della tradizione plastica locale e hanno i loro prototipi nelle raffigurazioni di Enrico il Leone e Matilde nel duomo di Brunswick. Esse sono state probabilmente realizzate poco dopo il Lettner e stilisticamente ne sono strettamente dipendenti.
Bibl.: Fonti. - Chronicon Montis Sereni, a cura di E. Ehrenfenchter, in MGH. SS, XXIII, 1874, pp. 138-226: 155.Letteratura critica. - C.P. Lepsius, Zur Geschichte des Klosters Zschillen in Variscia, Mitteilungen aus dem Archiv des Voigtländischen Altertumsforschenden Vereins 3, 1834, pp. 5-16; L. Puttrich, G. Geyser, Die Schlosskirche zu Wechselburg, dem ehemaligen Kloster Zschillen, I, Denkmale der Baukunst des Mittelalters in Sachsen, Leipzig 1835; C. Pfau, Grundriss der Chronik über das Kloster Zschillen (Mitteilungen des Vereins für Rochlitzer Geschichte, 5), Rochlitz 1909; L. Böhnhoff, Das Zschillener Archidiakonat des Meissner Hochstifts und die Grafschaft Rochlitz, Neues Archiv für Sächsische Geschichte und Altertumskunde 31, 1910, p. 272ss.; A. Goldschmidt, Die Skulpturen von Freiberg und Wechselburg, Berlin 1924; E. Doberer, Die deutschen Lettner bis 1300 (tesi), Wien 1946; W. Schlesinger, Kirchengeschichte Sachsens im Mittelalter, II, Köln-Graz 1962; H. Kuas, J.J. Krause, Die Stiftskirche zu Wechselburg, I, Ergebnisse der Grabungen Bauuntersuchungen (Corpus der romanischen Kunst im sächsisch-thüringischen Gebiet, Reihe A, 2) Berlin 1968; E. Hütter, H. Magirius, Die Stitfskirche zu Wechselburg (Das christliche Denkmal, 94-95), Berlin 1975; id. Der Wechselberger Lettner. Forschungen und Denkmalpflege, Weimar 1983; H. Pfeiffer, Die Skulpturen des Abraham und Melchisedek in der Stiftskirche zu Wechselburg, in Kirche und Reich Studien zu Theologie, Politik und Recht im Mittelalter. Festschrift für Friedrich Kempf zum 75. Geburtstag, Sigmaringen 1983, pp. 299-353; K. Niehr, Die mitteldeutsche Skulptur der ersten Hälfte des 13. Jahrhunderts, Weinheim 1992; H. Magirius, Stiftskirche Wechselburg, München-Zürich 1993.N.M. Zchomelidse