WELSER
Famiglia di mercanti e banchieri di Augusta, che raggiunse nella prima metà del Cinquecento il punto culminante della sua attività e della sua ricchezza e fu giudicata, dopo i Fugger (v.), la seconda fra le grandi potenze finanziarie della Germania nell'età di Carlo V.
A differenza dei Fugger, i W. appartengono a una delle più antiche famiglie di Augusta, di cui si ha notizia sicura fin dal sec. XIV.
È probabile che molto presto si siano dedicati all'attività commerciale, e che questa, come avvenne per tutti i grandi mercanti dell'Alta Germania, si sia esercitata di preferenza negli scambî con Venezia, con Milano, con Genova e con altre città dell'Italia settentrionale; ma per la dispersione quasi totale dell'archivio commerciale dei W., le scarse notizie che si posseggono sulla loro attività prima del Cinquecento devono essere attinte dagli archivî delle città con cui essi ebbero più frequenti rapporti. Così la più antica notizia sulla loro attività mercantile sembra sia fornita da un documento veneziano, che parla di un Lorenz W., che nel 1441 si trovava per ragioni di commercio nella città delle lagune, ma di cui non è certo che appartenesse alla famiglia dei grandi mercanti. Quando, nel 1476, i fratelli Bartholomäus, Lucas, Ulrich e Jakob costituiscono una società commerciale, la loro partecipazione al traffico internazionale doveva essere già molto progredita. Lucas W. era accolto nel 1475 tra i familiari del duca di Milano, e doveva perciò essere entrato da lungo tempo in intimi rapporti con la corte degli Sforza. L'importanza e il giro d'affari dei fratelli W. furono notevolmente aumentati dal legame, anche familiare, che si strinse fra essi e la famiglia dei Meuting, i più famosi mercanti d'argento del sec. XV; e forse si deve all'influenza dei Meuting se già nel 1490 i Welser, uniti in società con Hans Vöhlin di Memmingen, esercitano il commercio dell'argento in Tirolo.
Dai tre figli (Anton, Lucas, Jakob) del primo Lucas, fondatore della potenza commerciale dei W., derivano i tre rami principali della famiglia, di cui sopravvive ai nostri giorni quello del primogenito, Anton. Questi, ritornato ad Augusta da Memmingen, dove aveva sposato la figlia di Hans Vöhlin, fonda nel 1498, col cognato, la ditta A. Welser, K. Vöhlin e C., che si occupa principalmente del commercio dell'argento, ma estende presto la sua attività ad altri campi di affari, acquistando un'importanza mondiale. Il loro nome comincia allora a incontrarsi fra quelli dei mercanti dell'Alta Germania che partecipano alle operazioni finanziarie, richieste con frequenza sempre maggiore dalla politica degli Asburgo; ma l'attività preferita è sempre il commercio, per cui essi mostrano una grande virtù di adattamento alle condizioni del tutto nuove create dalle scoperte geografiche. Appena Lisbona accenna a diventare un centro importante del traffico mondiale, Anton W. vi fonda una fattoria, e il suo fattore, Simon Seitz, vi ottiene, nel 1503, i primi privilegi per i mercanti tedeschi, costituendo con alcuni di questi e con altri mercanti un consorzio per l'armamento di 3 navi che parteciparono alla spedizione del 1505. A questo consorzio i W. parteciparono con la quota maggiore (20.000 fiorini di fronte a soli 4.000 dei Fugger, e a 29.400 di tutti i partecipanti fiorentini e genovesi), e ne ottennero un utile valutato al 150 o 175%. Ma gli ostacoli opposti loro dal governo portoghese li indussero, dopo quel primo esperimento, a rinunciare all'esercizio diretto del commercio orientale, e a limitare la loro attività, con ottima fortuna, al commercio di distribuzione da Lisbona ad Anversa, e di qui alle città dell'Alta Germania.
È appunto in questo periodo che l'attività della casa W. raggiunge la sua massima espansione; la compagnia, oltre ai membri della famiglia, comprende un grande numero di estranei, chiamati in molti casi a farne parte per interessarli al buon andamento delle fattorie, che sono loro affidate. Oltre alla casa madre di Augusta, e alla fattoria di Lisbona, essi ne stabiliscono altre ad Anversa, Norimberga, Danzica, Venezia, Milano, Roma, Ginevra, Friburgo, Berna, Zurigo, Lione, Saragozza.
Nel 1517 si stacca dalla società, con altri soci, Jakob W., che si stabilisce a Norimberga, creando il ramo dei Welser di Norimberga, che, morto nel 1518 Anton il vecchio, ch'era stato l'anima della ditta Welser, Vöhlin e C., sembrò destinato a continuarne l'attività commerciale, mentre il ramo primogenito dava la preferenza agli affari di denaro. Ma sono appunto questi affari di denaro, e in particolare la partecipazione al famoso finanziamento dell'elezione imperiale di Carlo V, che offrono occasione all'impresa coloniale, a cui è maggiormente legata la fama dei Welser. Bartholomäus, succeduto al padre Antonio nella direzione della ditta, si dedicò, appunto dopo il 1525, al commerci0 con l'America spagnola; assunse in appalto le miniere di rame di Haiti: ottenne nel 1528 il monopolio, per 4 anni, dell'importazione degli schiavi negri, e intraprese nello stesso anno la colonizzazione del Venezuela, che gli era stato assegnato a titolo di pegno per i suoi crediti verso la corona spagnola. Ma l'impresa, condotta con metodi e con finalità non molto diverse da quelle dei conquistatori spagnoli, urtò contro difficoltà molto gravi, aumentate dal conflitto fra i W. e la corona di Spagna, la quale voleva che la colonia fosse considerata come parte dei suoi dominî americani, e finì per revocare, nel 1556, la concessione.
L'attività commerciale e bancaria dei W. segue, dopo la metà del sec. XVI, la parabola discendente di tutte le grandi case dell'Alta Germania, finché nel 1614 la ditta fece bancarotta. Ma la famiglia, nel suo ramo primogenito, che aveva accumulato un forte patrimonio immobiliare e che nel 1531 era stata elevata alla nobiltà, sopravvisse - come i Fugger - con notevole splendore alla caduta della società commerciale a cui aveva dato il nome e conservò una parte considerevole del patrimonio.
Bibl.: R. Ehrenberg, Das Zeitalter der Fugger, Jena 1896, I, pp. 193-204; A. Schulte, Geschichte des mittelalterlichen Handels zwischen Westdeutschland und Italien, Lipsia 1900; K. Haebler, Die überseeischen Unternehmungen der Welser, Lipsia 1903; J. M. Welser, Die Welser, volumi 2, Norimberga 1917; R. Stammler, Die W. in Venezuela, in Deutsches Rechtsleben in alter und neuer Zeit, I, Charlottenburg-Monaco 1928; J. Strieder, Zur Genesis des modernen Kapitalismus, 2ª ed., Monaco 1936, pp. 123-128.