FÖRSTER, Wendelin
Filologo, nato a Wildschütz (Boemia) il 10 febbraio 1844, morto a Bonn il 18 maggio 1915. Studiò all'università di Vienna, nel 1874 conseguì il dottorato in filologia romanza e poco dopo occupò la cattedra di questa disciplina a Praga. Nel 1876, morto Federico Diez, fu chiamato a succedergli nell'università di Bonn, e quivi rimase fino alla morte.
Pur volgendo lo sguardo a tutto il campo romanzo - ricordiamo che il F. si è più volte occupato anche di dialetti valdesi (Über die Sprache der Waldenser, 1888), piemontesi, veneti, sardi (contribuì con un notevole studio, in Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino, s. 2ª, LV, p. 223, a dimostrare false le famose carte d'Arborea) e siciliani (Per la critica del testo dei Capitoli di S. Nicolò in Palermo, in Giornale storico d. lett. ital., XIX, p. 32) - tuttavia dedicò una gran parte della sua attività all'antico francese, in cui ebbe una singolarissima competenza. La scienza si è molto avvantaggiata dei suoi studî sulla lingua e delle molte opere da lui pubblicate criticamente con ampie introduzioni, note e glossarî. Alcune di queste edizioni si trovano inserite in collezioni come i Romanische Studien di E. Böhmer, l'Altfranzösische Bibliothek e la Romanische Bibliothek, da lui medesimo dirette. Fra le tante si ricorda qui quella del maggiore epico medievale francese Chrétien de Troyes.
Bibl.: H. Breuer, Wendelin Förster zum Gedächtnis, in Zeitschrift für romanische Philologie, XL (1920), pp. 1-8, con ritratto.