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WESENDONK, Mathilde, nata Luckemeyer

di Giuseppe Gabetti - Enciclopedia Italiana (1937)
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WESENDONK (Wesendonck), Mathilde, nata Luckemeyer

Giuseppe Gabetti

Poetessa tedesca, nata a Elberfeld il 23 dicembre 1828, morta a Traunblick sul lago di Traun il 31 agosto 1902. È soprattutto nota come ispiratrice del Tristano di Wagner. Aveva sposato nel 1848 a Düsseldorf il commerciante Otto W.; e con lui si trasferì nel 1851 a Zurigo, dove Wagner profugo trovò nel Gartenhaus della loro villa il suo quieto e sicuro "asilo" fino all'estate del 1858.

Wagner era allora nel momento decisivo della sua crisi di pensiero e di arte; e la passione di Wagner per la Wesendonck e la fede che essa ebbe in lui e l'amore di cui lo contraccambiò sono all'origine dello stato d'animo alcionico, nel quale poté compiersi il suo rinnovamento spirituale e trovare totale espansione il suo genio. Nelle lettere e note di diario di Wagner dopo la rottura, e più ancora nelle musiche del Tristano, la figura di lei appare trasfigurata, creatura d'amore che pur nel fuoco dei sensi e nelle vertigini senza limiti della passione splende d'una sua inconsunta perenne luce interiore. Ma i pochi documenti che si posseggono di lei in quell'epoca - fu, tra altro, in quegli anni allieva di Francesco De Sanctis che le insegnava l'italiano - la rivelano realmente una natura sensibile, delicata, ricca d'interne aspirazioni e di pensosa femminilità. E i suoi Fünf Gedichte, a cui Wagner compose la musica, senza esser capolavori di poesia, mostrano come fosse intimamente partecipe della vita dell'uomo che amava. E non importa che le opere di poesia che in seguito continuò a scrivere - Märchen und Märchenspiele, 1864; Patriotische Gedichte, 1870; i drammi Gudrun, 1868; Edith oder die Schlacht bei Hastings; Odysseus, 1878; Alkestis, 1881 - siano privi di vitalità. Quali tracce del passato restassero nella sua anima, non traspare, del resto, da tali opere. Chi la conobbe negli ultimi decennî della sua esistenza, la descrive serena, mite, indulgente. Del passato non parlava. Portò con sé in silenzio, fino alla morte, il segreto del suo cuore.

Bibl.: R. Wagner an Mathilde W. Tagebuchblätter und Briefe, ed. W. Golther, Berlino 1904; H. Bélart, R. Wagners Liebestragödie mit M. W., Dresda 1912.

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