WETTINGEN
Cittadina della Svizzera, situata nel cantone di Argovia, sulla sponda meridionale della Limmat. A SO dell'abitato, sulla lingua di terreno determinata da un'ansa della Limmat, si trova il monastero di Maris Stella.La prima citazione di W. nelle fonti documentarie risale al 1045 (Urkundenbuch, 1961, nr. 124). La parrocchiale di St. Sebastian viene menzionata per la prima volta nel 1226 (Archiv, 1694, p. 1, nr. 1; p. 216, nr. 3). In quello stesso anno, il conte Enrico Wandelber di Rapperswil (m. nel 1246) acquistò un terreno nella parrocchia di W. e lo destinò a un monastero maschile da fondare ex novo come filiazione dell'abbazia cistercense di Salem sul lago di Costanza (Boner, 1972, pp. 17-20). Nel 1227 venne iniziata la costruzione del monastero di Maris Stella, il cui primo abate fu presumibilmente Corrado I. Due consacrazioni sono attestate nel 1256 e nel 1259, mentre un'ultima è testimoniata nel 1294. Nel corso della lotta per le investiture, il monastero appoggiò il papa e a partire dal 1273 i duchi di Asburgo ottennero il balivato su Wettingen. Il monastero attraversò un periodo di fioritura fino alla metà del sec. 14°, mentre dopo quest'epoca si osserva una fase di regresso a causa di guerre e dissidi interni. Nel 1415 W., insieme con l'Argovia, venne presa sotto la protezione della Confederazione svizzera; nel 1841 il monastero fu soppresso.L'epoca preistorica è testimoniata a W. da due sepolture di età neolitica, mentre al periodo romano risalgono un'iscrizione su una lastra di pietra proveniente da un non meglio conosciuto tempio di Iside e un tesoro d'argento andato perduto. Dai secc. 5°-6° è attestato un insediamento alamanno, a cui allude anche la terminazione del nome della località in ingen; il nucleo originario di W. si trova nella sua parte orientale, ma non vi sono più edifici medievali conservati. Sul luogo dell'od. parrocchiale di St. Sebastian (1884-1895) sorgeva già, alla metà del sec. 13°, un primo edificio di culto (Aarau, Aargauische Kantonsbibl., Wett. Q 3, fol. 15; MGH. SS, XV, 2, 1888, p. 1285s).L'abbaziale di Maris Stella - una basilica a tre navate divise da pilastri a sezione rettangolare, coro rettilineo e uno stretto transetto fortemente sporgente - presenta due distinte fasi architettoniche: la costruzione iniziò nel 1227 da E, con il presbiterio, la campata d'incrocio e il transetto; negli anni tra il 1230 e il 1235 l'edificio ebbe una copertura piana fino alle quattro cappelle del transetto. In attesa del completamento della chiesa, come luogo di culto per i monaci venne utilizzata la Marienkapelle, ugualmente consacrata nel 1256, che si trova nell'area orientale dell'impianto monastico; nel 1274 venne invece consacrata la cappella dedicata alla Trinità, presso il transetto settentrionale. La seconda fase architettonica si aprì con la nuova copertura della chiesa. Intorno al 1285 furono voltati il santuario, l'incrocio e i bracci del transetto; sempre a quest'epoca risale l'ampliamento della finestra orientale dietro l'altare; nel 1294 ebbe luogo una nuova consacrazione.Dei più antichi ambienti monastici fa parte il braccio nord del chiostro (ca. 1285); questo fu completato dopo il 1285 insieme alla sala capitolare e agli altri ambienti. Nel 1495-1499 le gallerie del chiostro, che fino a quel momento erano state realizzate provvisoriamente in legno, vennero sostituite da strutture in pietra, a eccezione del lato settentrionale.Alcuni incendi avvenuti nel 1448 e nel 1507 distrussero il coro, le coperture, l'arredo della chiesa e il chiostro fino all'ala orientale. Nel 1713 venne eretta ex novo la Dreifaltigkeitskapelle, adiacente al transetto settentrionale. Nel corso del sec. 19° alcuni edifici nell'area esterna del monastero vennero demoliti, mentre i lavori di restauro si sono protratti dal 1949 al 1997.L'impianto monastico medievale era formato dalla chiesa orientata con un chiostro a S e da un'area di clausura disposta intorno a esso. La chiesa dedicata alla Vergine venne realizzata secondo il modello dell'abbazia madre di Salem e appare come un impianto cistercense del Medioevo maturo, con influenze degli Ordini mendicanti. Edificata originariamente senza torre, secondo le prescrizioni architettoniche di questi Ordini, attualmente presenta una torre sulla campata d'incrocio. Nella volta a crociera costolonata del presbiterio, ancora in parte conservata, è visibile la chiave di volta orientale con l'Agnus Dei (Hoegger, 1990). Il transetto mostra su ciascun lato due cappelle arretrate a conclusione rettilinea, coperte a botte, alle quali si accede tramite aperture ad arco acuto. Vanno fatti risalire all'ampliamento del sec. 16° i prolungamenti delle due cappelle di transetto interne, che terminano in due absidiole, nonché il passaggio che le collega, situato dietro il santuario (Hoegger, 1997); la copertura lignea della navata centrale risale invece al 19° secolo. A O si trova un atrio, con una porta a N, che nel 1600 subì una incisiva ristrutturazione. La facciata con conclusione a timpano era un tempo articolata da lesene. Al complesso originario delle finestre appartengono i rosoni lobati nella cuspide orientale e le lancette sulla parete settentrionale del transetto.Allo stesso modo l'impianto del monastero, distribuito intorno al chiostro, corrisponde alle prescrizioni architettoniche cistercensi: sagrestia e ala destinata all'abitazione (sala capitolare, dormitorio, auditorio) si trovano a E, mentre a S sono il calefactorium e il refettorio estivo con la cucina; l'ala occidentale, con gli ambienti per i conversi, le cantine e i granai, fu demolita nel 1883. Dei bracci del chiostro, con copertura lignea (1600 ca.), soltanto la galleria nord risale ancora al sec. 13°; la cappella (Armarium), nel braccio est, è decorata da pitture murali della fine del sec. 14° (Battesimo di Cristo, Tentazione di s. Antonio). La sala capitolare, con copertura piana, del sec. 13°, ugualmente posta nell'ala orientale del chiostro, è divisa al centro da due possenti colonne romaniche; lungo la parete corre tutto intorno un sedile a tre gradini, restaurato. Ai lati del portale sulla parete ovest si trovano due finestre tripartite ad arco acuto; l'ambiente serviva da sepoltura per gli abati e per i Rapperswiler, così come per i conti di Homberg. Il più ampio degli ambienti del monastero, il refettorio estivo, venne decorato e trasformato nel 1598. A E di questo si trovano il calefactorium e l'antica sala di lavoro dei monaci, un tempo bipartita da colonne e ricostruita nel 1994 con nuovi sostegni di metallo. Nel primo piano superiore dell'antico scriptorium sono conservati resti di pitture murali (ciclo di una leggenda di santi).All'area degli edifici duecenteschi si aggiunse, a E, un secondo cortile, sorto in parte nel 17° secolo. Alla Marienkapelle, con arredo barocco, si addossò un parlatorio edificato nel 16° secolo. Risale ugualmente all'epoca di fondazione il noviziato, posto a S, in origine a un unico piano. L'od. foresteria è un edificio del sec. 17°, sorto sulle fondamenta di quella antica, risalente al 13° secolo.Nel chiostro è conservata una delle più importanti raccolte di vetrate dipinte della Svizzera ancora in situ (donazioni a partire dal 1517). Inoltre, di questa raccolta fanno parte le vetrate che dovevano chiudere l'opera a traforo nel braccio nord, tra le più antiche di tutta la regione: le prime lastre nel coronamento delle finestre risalgono infatti al 1280.
Bibl.: Archiv des Hochloblichen Gottshauses, a cura di V. Meyer, Wettingen 1694; H. Lehmann, Das ehemalige Cisterzienserkloster Maris Stella bei Wettingen und seine Glasgemälde, Aarau 1926; Urkundenbuch der südlichen Teile des Kantons St. Gallen, I, Rorschach 1961; G. Boner, Die Gemeindewappen des Bezirks Baden, Badener Neujahrsblätter, 1972, pp. 12-36; 750 Jahre Kloster Wettingen 1227-1977. Festschrift zum Klostersjubiläum, a cura di H. Meng, Baden 1977; B. Anderes, P. Hoegger, Die Glasgemälde im Kloster Wettingen, Baden 19892; P. Hoegger, Zur Baugeschichte der Ostteile an der Zisterzienserkirche Wettingen, in Zisterzienserbauten in der Schweiz. Neue Forschungsergebnisse zur Archäologie und Kunstgeschichte, II, Männerklöster, Zürich 1990, pp. 159-183; H.R. Sennhauser, Das ''Cellarium'' von Wettingen, ivi, pp. 185-188; P. Hoegger, Wettingen, in Die Kunstdenkmäler des Kantons Aargau, VII, 2, Der Bezirk Baden II, Basel 1995, pp. 183-225; W. Drack, A. Lüthi, Zum kulturgeographischen Umfeld zur Zeit der Gründung des Zisterzienserklosters Maris Stella/Wettingen (1227), Jahrbuch des Vorarlberger Landesmuseumsvereins. Freunde der Landeskunde, 1995, pp. 61-91; A. Kottmann, M. Hämmerle, Die Zisterzienserabtei Wettingen: Geschichte des Klosters Wettingen, Baden 1996; R. Bruhin, Die Restaurierung der Klosterkirche Wettingen, Wettingen 1996; P. Hoegger, Das ehemalige Zisterzienserkloster Wettingen. Kanton Aargau, Bern 1997; id., Die Kunstdenkmäler des Kantons Aargau VIII. Das ehemalige Zisterzienser Kloster Mariastella in Wettingen, Bern 1998.C. Ochsner