WIELOPOLSKI, Aleksander, conte
Uomo di stato polacco, nato nel 1803, morto a Dresda nel 1877. Figlio di Józef W., margravio Gonzaga Myszkowski, fu durante l'insurrezione polacca del 1830-31 in servizio diplomatico a Londra per incarico del governo polacco. Avverso alla politica austriaca di fronte ai Polacchi (specie per i massacri galiziani del 1846) pubblicò nel 1846 List szlachcica polskiego do Ks. Metternicha (Lettera di un nobiluomo polacco al principe Metternich) nella quale propugnava una politica di avvicinamento dei Polacchi alla Russia. Con tale intento partecipò nel 1848 al congresso slavo di Praga, e poi, durante la lotta dei Polacchi aggregati alla Russia per i diritti nazionali, sviluppò il suo programma d'intesa con la Russia. Nominato nel 1861 direttore della commissione dei culti e dell'educazione per il regno polacco, ebbe un'influenza preponderante su tutto il governo della Polonia russa. Nel 1862 divenne capo del governo civile, e come tale ottenne, dallo zar Alessandro II, una serie d'importanti concessioni per la Polonia: polonizzò i tribunali e gli uffici, riformò le scuole e fondò l'università ("Scuola principale") polacca a Varsavia. Ciò nonostante il suo regime si risolse in una catastrofe. Autoritario e senza riguardi, esigeva una cieca ubbidienza e sopprimeva ogni ribellione con mano ferrea. Le repressioni cagionarono un sempre maggiore malcontento e sospinsero l'opinione pubblica verso un'armata ribellione contro la Russia. Quando poi il W. decise di sopprimere il malcontento procedendo a un illegale reclutamento di Polacchi nell'esercito russo, provocò lo scoppio dell'insurrezione del 1863. Ne derivò la caduta del W. che abbandonò la Polonia.
Bibl.: Grabiec, Ostatni szlachcic (L'ultimo nobiluomo), voll. 2, 1923.