BUSCH, Wilhelm
Scrittore e disegnatore umoristico tedesco, nato a Wiedensahl (Hannover) il 15 aprile 1832, morto a Mechtshausen il 9 gennaio 1908. Studiò dapprima nel politecnico di Hannover; poi passò all'accademia di Düsseldorf, e per qualche tempo visse anche ad Anversa; non senza influenza sullo sviluppo della sua particolarissima forma d'arte rimasero la conoscenza e lo studio dei grandi maestri fiamminghi del realismo. Dal 1854 al 1864 circa dimorò a Monaco, dove fu uno dei principali collaboratori dei Fliegende Blätter. Come pittore espose poco, e fu conosciuto soltanto dopo la sua morte. È invece del 1865 il suo primo grande successo letterario, il Max und Moritz: allegra storia in versi delle marachelle di due ragazzi birichini. Con umorismo leggiero e sorridente, ma con geniale inventività, in pochi tratti sintetici, vi son tracciate scenette caricaturali dove la linea e il gesto rîspondono perfettamente all'arte solo apparentemente ingenua e semplice dei versi. Trascorsi alcuni anni a Francoforte sul Meno, il B. si ritirò definitivamente a Wiedensahl e, nella quiete campesire, compose la maggior parte delle sue opere.
Di queste, per non citare che le più popolari, si ricordano: Der Heilige von Padua, Lahr 1870; Hans Huckebein, der Unglücksrabe, Stoccarda 1870; Die fromme Helene, Heidelberg 1872; Pater Filucius, Heidelberg 1872; Abenteuer eines Junggesellen, Heidelberg 1875; Herr und Frau Knopp, Heidelberg 1876; Julchen, Heidelberg 1877; Plisch und Pium Monaco 1882, ecc. Una buona scelta delle sue composizioni è raccolta nello Humoristischer Hausschatz, Monaco 1901. Sfilano in rapidi quadretti i piccoli borghesi, che non hanno altri ideali se non un buon letto e una buona cucina; si sorride delle malefatte di qualche serva astuta e civetta; si seguono le varie fasi dell'educazione di una fanciulla... precoce o si vede la capricciosa e viziata Helenchen divenire la fromme Helene, cioè una beghina in tutta regola.
Vi è però qualche cosa di più prof0ndo, che non sfugge a un attento osservatore: l'umorismo del B. trae origine da un senso acutissimo della realtà, vista non già da un buontempone ridanciano, ma da un profondo conoscitore della vita, che valuta appieno tutte le debolezze e tutti i vizî della natura umana.
Il B. fu difatti anche, in un certo senso, filosofo, e non certo filosofo ottimista. "Sono un pessimista per il presente, ma un ottimista per il futuro", scrisse, e son parole che caratterizzano tutto il suo pensiero. Un'anima soffusa di malinconia si rivela nei volumetti di poesia Kritik des Herzens, Heidelberg 1874, e Zu guter Letzt, Monaco 1904, e soprattutto nelle 70 lettere a Maria Anderson (Monaco 1908). Le sue meditazioni filosofiche sono racchiuse in due opere in prosa: Eduard's Traum, Monaco 1891, e Der Schmetterling, Monaco 1895.
Bibl.: R. Schankal, W.B., Berlino 1905; H.A. e O. Nöldecke, W.B., Monaco 1909; R. Braugnart, W.B., der lachende Weise, Monaco 1917; O. Volkmann, W.B., der Poet, Lipsia 1910; F. von Ostini, W.B., Berlino 1912; F. Winter, W.B. als dichter, Künstler, Psycholog und Philosoph, Berkeley 1910. In traduzione italiana sono stati pubblicati: Max und Mortiz, trad. Juch, e Sant'Antonio di Padova, trad. Romagnoli.