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LIEBKNECHT, Wilhelm

di Ermanno Loewinson - Enciclopedia Italiana (1934)
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LIEBKNECHT, Wilhelm

Ermanno Loewinson

Scrittore e uomo politico tedesco, nato il 29 marzo 1826 a Giessen (Assia), morto a Charlottenburg il 7 agosto 1900. Egli usciva da una famiglia che derivava la propria origine da quella di Lutero. Grande influenza esercitò fin dagli anni giovanili sul suo spirito la fine misteriosa di un suo parente, il parroco Weidig di Butzbach, morto in carcere, vittima della reazione politica. Rimasto presto orfano, frequentò il ginnasio e liceo della città natale e fin d'allora si dedicò alla lettura degli scritti di Saint-Simon. Dopo aver iniziato in quella università lo studio della teologia, della filosofia e della filologia, all'università di Berlino seguì i corsi di Schelling e di Trendelenburg, come pure quelli dei fratelli Grimm.

Ma fin d'allora cominciò a discutere coi colleghi d'università, e a scrivere su argomenti politico-sociali, come la restaurazione della Polonia e il comunismo, abbandonando il suo principale proposito di dedicarsi all'insegnamento universitario. E presto, in conseguenza della manifestazione delle sue idee politiche, ebbe a patire persecuzioni e carcere. Sfrattato dall'Austria per aver propugnato la libertà della Polonia, gli toccò la stessa sorte a Berlino e altrove. Dopo aver coltivato verso il 1846 l'idea di emigrare in America per farvi l'agricoltore, continuò invece gli studî universitarî a Giessen, Marburgo e Zurigo per prepararsi all'avvocatura. Scoppiata nel febbraio 1848 la rivoluzione a Parigi, vi si recò; poi nel settembre dell'anno medesimo prese parte al movimento rivoluzionario nel granducato di Baden, per cui subì per breve tempo il carcere. Sfrattato in seguito dalla Svizzera (ove conobbe il Mazzini), quale organizzatore di società operaie tedesche, si recò a Londra dove stette fino al 1862 guadagnandosi la vita come insegnante e giornalista. Fu allora corrispondente dell'Augsburger Allgemeine Zeitung. L'amicizia ivi contratta con Carlo Marx fece di lui un fautore convinto del socialismo. L'appoggio dato sotto mano da Ottone di Bismarck, nuovo presidente del consiglio prussiano, alla nascente socialdemocrazia contro i progressisti borghesi, spiega come il L. dopo il suo ritorno dall'Inghilterra a Berlino, in seguito all'amnistia del 1861, abbia potuto far parte, per qualche tempo, della redazione della Norddeutsche Allgemeine Zeitung. Ma, conosciuto Ferdinando Lassalle, e ridestandosi nel Liebknecht l'antico spirito di agitatore delle masse operaie, fu espulso dalla Prussia. Stabilitosi in seguito a Lipsia, ed eletto deputato al Reichstag della Confederazione germanica del Nord (1867), pubblicò fin dal 1868 un organo della Confederazione delle società operaie tedesche (Demokratisches Wochenblatt) in cui combatté l'indirizzo nazionale dato a esse dal Lassalle. Diventò così, insieme ad Augusto Bebel, uno dei capi del partito socialista costituitosi ad Eisenach. Avversario dichiarato nel 1870 della guerra franco-tedesca (l'anno dopo votò contro l'annessione dell'Alsazia-Lorena), fu condannato per alto tradimento a due anni di fortezza. Eletto poi deputato al Reichstag dell'Impero nel 1874, e cinque anni più tardi anche alla dieta sassone, riuscì ad amalgamare al congresso di Gotha del 1874 i due indirizzi delle società operaie tedesche in un solo partito. Tale fusione fu il suo maggiore trionfo. Fu redattore capo del Sozialdemokrat e fino alla sua morte, del Vorwärts. Tale attività gli procurò finalmente una base finanziaria solida, mentre prima, pur sapendo scrivere l'inglese e il francese, per sfamare i suoi sette figliuoli, si era dovuto adattare ogni tanto a fare il correttore di tipografia. Intanto, sotto il regime della legge contro i socialisti, le sue continue agitazioni gli procurarono parecchie condanne. L'ascendere di Bebel fece passare un po' in ombra il L., che fu però sempre considerato come il più genuino rappresentante della tradizione marxista. Oltre che di cose politiche, era pure brillante narratore di viaggi. Pubblicò tra le altre cose, la Geschichte der französischen Revolution (Dresda 1890) e sotto il titolo di Robert Blum und seine Zeit (Norimberga 1892) la storia del 1848. Altri suoi scritti: Die Emser Depesche (Norimberga 1899) e Robert Owen (ivi 1892).

Bibl.: K. Eisner, W. L., sein Leben und Wirken, 2ª ed., Berlino 1906. V. anche socialismo.

Vedi anche
August Friedrich Bebel Bebel ‹béebël›, August Friedrich. - Uomo politico (Colonia 1840 - Passugg, Zurigo, 1913). Operaio tornitore, dopo essere stato tra gli organizzatori delle prime associazioni operaie in Germania, nel 1869 costituì con W. Liebknecht il Partito socialdemocratico tedesco, di cui divenne uno dei massimi dirigenti. ... Vorwärts Vorwärts Titolo («Avanti») di un settimanale, organo del Partito socialdemocratico tedesco, fondato a Lipsia nel 1876 da W. Liebknecht e W. Hasenclever. Pubblicato dal 1884 al 1890 con il titolo Berliner Volksblatt, nel 1891 divenne quotidiano riprendendo la vecchia testata. Soppresso nel 1933, continuò ... Karl Kautsky Kautsky ‹kàu-›, Karl. - Esponente e ideologo della socialdemocrazia tedesca (Praga 1854 - Amsterdam 1938). Fondò la rivista Neue Zeit (1883) e redasse il programma di Erfurt (1891), piattaforma ufficiale del Partito socialdemocratico tedesco, influenzando profondamente il pensiero marxista della Seconda ... Karl Liebknecht Liebknecht ‹lìipkneh't›, Karl. - Uomo politico tedesco (Lipsia 1871 - Berlino 1919). Eletto deputato socialdemocratico (1912) al Reichstag, fu spesso in conflitto con la linea ufficiale del partito in favore di interventi diretti e azioni più radicali. Convinto antimilitarista, durante la Prima guerra ...
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