MÜLLER, Wilhelm
Poeta tedesco, nato il 7 ottobre 1794 a Dessau, morto ivi il 30 settembre 1827. Oriundo d'una famiglia di artigiani ed educato dai genitori, che avevano perduto gli altri figlioli, con amorosa indulgenza, W.M. crebbe in un' atmosfera di grande libertà intellettuale e sentimentale: aperto alle bellezze del patrio paesaggio e sino dalla fanciullezza dedito alla poesia. Nel 1812 s'iscrisse all'università di Berlino, che abbandonò l'anno dopo per arruolarsi volontario nell'esercito prussiano. Dal 1814 sino al 1816 è di nuovo a Berlino: sono due anni di studio intenso (del 1816 è la sua Blumenlese aus den Minnesingern), di rapidi successi di società, di rinato ardore poetico. Con alcuni compagni d'arme egli fa parte d' un cenacolo letterario che nel volume collettivo Bundesblüten (1816) pubblica anche alcune sue poesie. Ai giuochi poetici d'un salotto berlinese, dove al M. era riservato il compito del Müller "mugnaio", risalgono i suoi famosi Müller-Lieder, pubblicati nel 1824. Accogliendo l'invito del barone Sack iniziò, nel 1817, un viaggio in Oriente. Ma a Roma si separò dal compagno; troppo forte era il fascino che esercitarono su lui la vita e il paesaggio romano. Frutto del soggiorno a Roma e nei dintorni (ad Albano trascorse l'estate del 1818) è l'opera scritta con penetrante vivacità Rom, Römer und Römerinnen (voll. 2, 1820).
Ritornato in Germania, fu negli ultimi anni della sua breve vita professore di lingue classiche al ginnasio di Dessau.
Appartengono a questo periodo: i Siebenundsiebzig Gedichte aus den hinterlassenen Papieren eines reisenden Waldhornisten (voll. 2, 1821-1824); i Lieder der Griechen (4 fasc., 1821-24), che sono oggi pressoché dimenticati, ma che ai tempi dell'entusiasmo per il risorgimento greco ebbero una grandissima rinomanza; la traduzione dei canti neogreci raccolta dal Fauriel (Neugriechische Volkslieder, 1825); infine alcuni tentativi in prosa (novelle: Der Dreizehnte, 1826; Debora, 1827).
La fama del M. è oramai affidata unicamente ai Müller-Lieder, ed è indissolubilmente legata al nome dello Schubert, loro interprete impareggiabile. Ma l'enorme popolarità di questi Lieder non è dovuta unicamente all'arte del loro compositore: portati dalle melodie schubertiane, essi non hanno perso per nulla il loro sapore schiettamente popolaresco, la loro freschezza primigenia e l'insinuante semplicità.
Ediz: .Hemischte Schriften, a cura di G. Schwab, Lipsia 1830, voll. 5; Diary and letters, a cura di J. F. Hatfeld, Chicago 1903.
Bibl.: B. Hake, W. M. Leben und Dichten, Berlino 1908; F. Flamini, G. M. a Roma, Pisa 1908; G. Caminade, Les Chantes des Grecs et le philhellénisme de W. M., Parigi 1913; H. Lohre, W. M. als Kritiker und Erzähler, Lipsia 1927.