Scrittore tedesco (Ottrau, Assia, 1868 - Überlingen, Lago di Costanza, 1952). Figlio di un agricoltore, rimase legato alla terra e divenne uno dei maestri della cosiddetta Heimatkunst. Si formò, anzitutto come narratore, alla scuola di Kleist, Keller e Hebel. Scrisse fra l'altro la biografia romanzata di Pestalozzi (Lebenstag eines Menschenfreundes, 1915), e, in stile arcaicizzante, la storia di Teodorico (Theoderich, König des Abendlandes, 1939). Fu più felice però dove l'intento edificante è meglio filtrato nel modulo narrativo, come negli Anekdoten (1908) e nel romanzo Der Hauptmann von Köpenick (1930). Fondò e diresse (1900-17) la rivista Die Rheinlande; tentò la saggistica nelle Deutsche Reden (1933); lasciò infine più di un volume autobiografico (Mein Leben, 1934; Meine Eltern, 1937; Rechenschaft, 1948). Per contro nella sua opera più ambiziosa, una specie di epopea eroico-popolare intitolata Die dreizehn Bücher der deutschen Seele (1922), cede troppo al patetico.