Narratore, poeta e saggista nederlandese (Amsterdam 1921 - Utrecht 1995). Ancor più che nella poesia, è nel romanzo, esemplato sulla migliore tradizione naturalistica (ma con influenze di Kafka e Camus), che si rispecchiano l'assurdo, l'alienazione e la solitudine dell'umano esistere, la vanità d'ogni sforzo di mutare ambienti e situazioni: si vedano De tranen der acacia's ("Le lacrime delle acacie", 1949), Nooit meer slapen ("Non dormire mai più", 1966), Herinneringen van een engelbewaarder ("Memorie d'un angelo custode", 1971), Onder Professoren ("Tra professori", 1971) e soprattutto il romanzo più riuscito, De donkere kamer van Damocles ("La camera oscura di Damocle", 1958). Per la saggistica: Mandarijnen op zwavelzuur ("Mandarini in acido solforico", 1964), stroncature di fame consolidate, e inoltre i saggi su Wittgenstein, di cui tradusse in nederlandese il Tractatus logico-philosophicus (1975). Tra i suoi ultimi libri di narrativa, sempre tesi a illustrare l'impossibile conoscenza della realtà, si ricordano Een heilige van de horlogerie ("Un santo dell'orologeria", 1987), Au pair (1989), Vier novellen ("Quattro racconti", 1993), Ruisend gruis ("Calcinacci scroscianti", 1995). Del 1990 è Wittgenstein, opera dedicata al celebre filosofo.