Wellman, William Augustus
Regista cinematografico statunitense, nato a Brookline (Massachussets) il 29 febbraio 1896 e morto a Los Angeles il 9 dicembre 1975. Teso alla purezza dell'immagine, lo sguardo di W. è espressione di un cinema classico, nel quale lo stile è capace di trasformare un fatto di cronaca in linguaggio del mito e il mito in linguaggio della Storia. Nei film di W. spunti narrativi come la violenza criminale (The public enemy, 1931, Nemico pubblico), la dialettica fra legge giuridica e legge umana (The ox-bow incident, 1943, Alba fatale) o il problema dell'integrazione razziale (Across the wide Missouri, 1951, Il cacciatore del Missouri), tralasciano la mera critica sociale e si concentrano nel puro fatto filmico. Così in The public enemy la morte violenta del gangster protagonista (James Cagney) non è solo la fine di un uomo che ha sbagliato, ma l'indimenticabile visione di un cadavere, bendato come una mummia, gettato sul pavimento della casa natia, mentre i familiari preparano il letto che avrebbe dovuto accoglierlo. È il metodo W.: costruire sequenze memorabili e osservarle con fredda partecipazione, senza mai compiacersene. Nel 1929 il suo Wings (1927; Ali) vinse il primo Oscar della storia assegnato al miglior film.
Nato in una ricca famiglia del Massachussets, W. interruppe molto presto gli studi per entrare nell'aviazione. Durante la Prima guerra mondiale fu membro della Legione straniera francese e poi della Squadriglia Lafayette statunitense. Ferito gravemente, ricevette una medaglia al valore e continuò come istruttore di piloti. Nell'immediato primo dopoguerra venne inizialmente impiegato come attore in ruoli secondari. Nel 1923 ottenne la sua prima regia (Second hand love, Una donna di un altro) e, per tutto il periodo del muto, si districò fra western (The vagabond trail, 1924, Il vagabondo; The circus cowboy, 1924) e commedie sentimentali (When husbands flirt, 1925; You never know women, 1926, Maschere russe). Nel 1927 il grande successo di Wings lo impose come regista di punta di Hollywood. Molti dei film successivi, come The public enemy, Night nurse (1931; L'angelo bianco), Heroes for sale (1933), Wild boys of the road (1933), Looking for trouble (1934; Distruzione) e The call of the wild (1935; Il richiamo della foresta), sono altrettanti esperimenti sui generi, che ne sfruttano l'ampia gamma di possibilità narrative per tentare radicali innovazioni visive fino a conquistare lo stile limpido, secco e appassionante della maturità. È difficile trovare un film di W. di quegli anni che non sia un classico: dalla commedia sofisticata Nothing sacred (1937; Nulla sul serio) al melodramma (rifatto da George Cukor nel 1954 con il medesimo titolo) A star is born (1937; È nata una stella), dall'avventuroso Beau geste (1939) all'atipico musical-thriller Lady of burlesque (1943; Le stelle hanno paura). Contemporaneamente il ricordo delle battaglie combattute durante la Prima guerra mondiale continuò a ispirare film come Gallant journey (1944; Ultimo orizzonte), The story of G.I. Joe (1945; I forzati della gloria), Battleground (1949; Bastogne), fino alla sua ultima regia Lafayette escadrille (1958; La squadriglia Lafayette). W. fissò così gli archetipi del film di guerra e soprattutto inventò un ritmo filmico, una riscrittura epica degli eventi che influenzarono profondamente il genere.
Nel 1943 The ox-bow incident, con il suo andamento rigoroso e inesorabile, con la sua fitta dinamica psicologica, aveva aperto una nuova stagione per il western, anticipandone le spietate e malinconiche crudeltà crepuscolari. Fu proprio nel western che W. trovò un territorio adatto alla sua raggiunta chiarezza formale. Buffalo Bill (1944), Yellow sky (1948; Cielo giallo), Across the wide Missouri e soprattutto Westward the women (1951; Donne verso l'ignoto) fecero del genere un campo visuale terso e drammaticamente intenso. Le opere migliori dell'ultimo W. (per es., Track of the cat, 1954, La belva) furono proprio quelle in cui seppe coniugare l'occhio austero e inflessibile del suo cinema con l'analisi amara delle psicologie e delle passioni we del loro influsso sulla struttura narrativa, tralasciando così alcune esplicite concessioni alla propaganda bellica prima e anticomunista poi, che spesso volle o dovette subire (è il caso di Thunder birds, 1942, Sparvieri di fuoco, oppure di Blood alley, 1955, Oceano rosso). Ritiratosi ormai da molti anni, nel 1974 W. pubblicò le sue memorie, A short time for insanity. An autobiography.
F.T. Thompson, William A. Wellman, Metuchen (NJ), 1983.