Scrittore statunitense (Saint Louis 1914 - Lawrence, Kansas, 1997); laureatosi alla Harvard University, è stato uno degli esponenti più noti della rivolta e della letteratura hipster, in contatto con A. Ginsberg e J. Kerouac. Soggiornò a lungo nel Messico, in Europa, nel nord Africa, nel Perù, sperimentando ogni genere di droga; nel 1957 si sottopose a una cura di disintossicazione, di cui divenne poi strenuo sostenitore. Punto di riferimento obbligato per la cultura americana fin dagli anni Sessanta, ha confermato la radicalità delle sue scelte esistenziali e intellettuali e la matrice fantastica della sua creatività in numerose opere. Tra i suoi romanzi, quasi tutti tradotti in italiano: Junkie, confessions of an unredeemed drug addict (1953), firmato con lo pseudonimo W. Lee; Naked lunch (1962); The ticket that exploded (1962); Nova express (1964, con D. Odier); The wild boys: a book of the dead (1971); Ah Pook is here (1979); City of the red night (1981); Queer (1985); The adding machine: selected essays (1986); The cat inside (1986; trad. it. 1994); The western lands (1987; trad. it. 1990); Interzone (1989; trad. it. 1991); My education: a book of dreams (1995). Parte del suo epistolario, The letters of William S. Burroughs 1945-1959, è apparsa nel 1993 a cura di O. Harris. Tra le molte pubblicazioni che ne hanno onorato la memoria: My kind of angel (a cura di R. Loydell, 1998); Conversations with William S. Burroughs (a cura di A. Hibbard, 1999); Last words: the final journals of William S. Burroughs, November 1996-July 1997 (a cura di J. Grauerholz, 2000).