COLLINS, William
Poeta inglese, nato a Chichester probabilmente il 25 dicembre 1721, morto ivi il 12 giugno 1759. Il suo primo volume di versi, Persian Eclogues, pubblicato anonimo nel gennaio del 1742, mentre il poeta era ancora studente a Oxford, trovò tra gli ammiratori il Goldsmith. Già intimo dei Warton, il C. allargò la cerchia delle sue amicizie letterarie a Londra, ove si recò nel 1744: fu caro specialmente al dottor Johnson e a James Thomson. Tuttavia le Odes, pubblicate nel dicembre del 1746, non ebbero lo sperato successo, e l'autore, nel 1749, riscattò e distrusse gran parte dell'edizione. Temperamento d'artista, ma carattere debole, il C. concepì parecchi progetti, nessuno dei quali condusse a termine (una versione della Poetica d'Aristotele, una storia del Rinascimento sotto Leone X, tragedie, ecc.); colto da disturbi mentali nel 1750, visse gli ultimi anni in uno stato di astenia e di marasmo.
Soltanto dopo la morte del C. l'esiguo volumetto delle Odes, ristampato nel Poetical Calendar di Fawkes e Woty nel 1763, riuscì a suscitare un generale interesse. Nuove ristampe delle poesie del C. si ebbero poi nel 1765, nel 1771 e nel 1781, e in quest'anno apparve anche la vita del poeta scritta dal dott. Johnson. Letto dai poeti romantici (Coleridge, Wordsworth, Keats) con ammirazione, il C. influì non poco su di essi: notevoli, p. es., gli echi dell'Ode to Evening nell'ode To Autumn del Keats. La poesia del C. risente ancora troppo delle convenzioni retoriche del Settecento. Inoltre, troppo spesso fa difetto la perfezione formale, eccetto che nell'Ode to Evening e nei versi "How sleep the Brave". Tuttavia, il gusto è nuovo nel C., che per il suo senso del paesaggio e del fantastico merita un posto cospicuo tra i preromantici e segna la transizione dalla poesia didascalica all'immaginativa a fondo descrittivo.
Bibl.: The poems of W. C., con introduzione di E. Blunden, Londra 1929; H. W. Garrod, C., Oxford 1928.