Faulkner, William
La voce del profondo Sud
Scrittore statunitense tra i più influenti del Novecento per complessità formale e potenza introspettiva, William Faulkner ha dato volto e voce al vecchio Sud agrario del suo paese, spazzato via dalla guerra di secessione. Nel 1949 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura
Faulkner è nato nel 1897 nel Mississippi, Stato americano dove ha vissuto fino alla sua morte (1962). Profondamente legato alla sua terra, si è reso interprete della crisi d'identità che ha lacerato il Sud degli Stati Uniti dopo la guerra di Secessione (1861-65). La vittoria del Nord aveva espropriato il Sud del suo antico legame con la terra, imponendo sullo stile di vita aristocratico delle piantagioni l'egemonia liberale e industriale dei vincitori. La posizione decentrata di Faulkner, anche rispetto all'asse della frontiera (Far West), favorì la sua distanza dall'ottimismo americano ufficiale e dal coro dei consensi alla guerra civile che metteva fine non solo alla schiavitù ma a ogni forma di sfruttamento, e veniva quindi considerata necessaria alla causa del progresso morale e materiale del paese.
Al 'sogno americano' di un progresso senza costi lo scrittore rispose con la creazione di romanzi e racconti ambientati nella regione immaginaria di Yoknapatawpha, scenario di conflitti fra un'aristocrazia terriera, impotente e senza futuro, e un ceto commerciale emergente, espressione di un individualismo aggressivo, di una brutale corsa al profitto e di un'arrogante certezza del futuro. Al di là di una questione d'identità regionale, era in gioco il senso complessivo della storia americana.
L'emarginazione storica dei Compson è il tema del primo romanzo importante di Faulkner, L'urlo e il furore (1929), che già nel titolo evoca la coscienza tragica di un fallimento, rifacendosi al monologo finale di Macbeth, il tragico eroe shakespeariano per il quale la vita è "una storia detta da un idiota, piena di urlo e di furore, che non significa nulla".
È significativamente un idiota, Benjy, il primo a prendere la parola in questo romanzo: strutturato a quattro voci, con quattro fratelli che in successione raccontano il rapporto con la sorella Caddie, su cui convergono tutte le pulsioni del desiderio, accettato o negato. Per Benjy, che a trentatrè anni ha lo sviluppo mentale di un bambino, Caddie è figura materna, oggetto e soggetto di amore fintanto che non se ne andrà di casa sfuggendo alla repressione familiare. Per Quentin, il fratello maggiore che ha fatto propria la rigida lezione del padre riguardo alle donne, la perdita della verginità della sorella è l'ossessione che lo porterà al suicidio. Per Jason, sadico e crudele, Caddie è oggetto d'invidia e di odio, colei che ha guastato la sua unica occasione di successo. Solo Caddie, che pure ha un ruolo così centrale, non racconta la propria storia: la sua fuga da casa e l'abbandono dei rigidi codici sessuali della famiglia, la nascita di una figlia illegittima ci vengono raccontati dagli altri. Persino il suo nome verrà interdetto nella casa originaria, a cancellarne definitivamente l'identità.
Di questa vicenda tragica una variante è il racconto L'orso (1942), storia di una caccia ove la posta simbolica in gioco è il sogno americano di convivenza fra natura e cultura, silenzio della foresta e rumore della macchina. Old Ben, l'orso che incarna il mistero della natura è qui invece destinato a essere eliminato. Il suo ruolo è analogo a quello di Caddie: essendo al centro della narrazione, è lui che definisce tutti i cacciatori rispetto a sé: divide i personaggi della lealtà da quelli della vergogna, il cerchio dei vincitori da quello dei vinti; separa il capo indiano, che con lui comunica e con lui soccomberà, dai gretti speculatori bianchi, i quali per appropriarsi della foresta gli aizzano contro un cane e un sicario munito di coltello.
È evidente che se la Storia è storia della proprietà, nessun compromesso è possibile. Non lo è per Ike, l'adolescente che rifiuta di vivere la caccia a cui ha partecipato come rito di iniziazione per entrare nel mondo degli adulti, cioè di coloro che fanno la Storia. Al posto dell'azione sceglie invece la scrittura come testimonianza di solidarietà con i vinti.