Regista britannico (Shipley, Bradford, 1930 - Londra 2016). Formatosi come attore e impresario, si unì nel 1957 al Royal court theatre, dove si mise in luce con la messa in scena di farse di N. F. Simpson (A resounding tinkle, The hole, One way pendulum) e con regie anticonvenzionali e antieroiche dei classici e di autori contemporanei della generazione degli angry young men come J. J. Osborne (Epitaph for George Dillon, 1958) e A. Wesker. Chiamato nel 1963 da L. K. Olivier alla nuova compagnia National Theatre (1963-65), diresse fra l'altro The recruiting officer di G. Farquhar (1963), riletto in chiave di realismo sociale, Mother Courage di B. Brecht (1965) e Armstrong's last goodnight di J. Arden. Tornato al Royal court theatre come direttore artistico, lo guidò nelle tempestose stagioni segnate dalle violente polemiche per i lavori di E. Bond (Saved, 1965; Early morning, 1968; The sea, 1973). Fu con Max Stafford-Clark il fondatore della Joint stock company, che univa artisti e scrittori per la produzione di un teatro politico e militante, e per la quale diresse testi di autori radicali come D. Hare e H. Brenton (Fanshen, 1975). Fra le sue regie più recenti ricordiamo L'uomo, la bestia e la virtù di L. Pirandello (1989), The black snow di M. Bulgakov (1991) e Doctor Faustus di C. Marlowe (2001); nel 2005 ha diretto Carver, un suo adattamento di cinque racconti dello scrittore statunitense Raymond Carver.