GILBERT, William
Scienziato, nato a Colchester nel 1540 (o nel 1543), morto a Londra il 30 novembre 1603. Entrato nel St. John's College (Cambridge) vi conseguì i varî gradi accademici. Dopo quattro anni di soggiorno nel continente, si stabilì a Londra nel 1573 e per 30 anni vi rimase esercitando la medicina. Fu medico alla corte della regina Elisabetta, la quale gli assegnò una pensione per permettergli di proseguire le sue ricerche sul magnetismo; esse gli meritarono il titolo di Galileo del magnetismo e lo posero in prima linea fra gli scienziati inglesi del suo tempo.
L'opera principale da lui pubblicata (Londra 1600): De magnete, magneticisque corporibus et de magno magnete Tellure, Physiologia nova, contiene il resoconto degli esperimenti da lui eseguiti sui magneti naturali e i corpi magnetici: a lui si deve l'aver intuito che la Terra non è che un grande magnete e che a tale causa si devono le proprietà direttive dell'ago magnetico, la declinazione e l'inclinazione: il G. può considerarsi come il primo e più importante investigatore sistematico nel campo del magnetismo. Di lui venne pubblicata un'opera postuma per cura del fratello (esso pure di nome William) col titolo: De mundo nostro sublunari philosophia nova (Amsterdam 1651). Thomas Blundeville nelle Theoriques of the planets (Londra 1602) descrive due strumenti da lui attribuiti al G., destinati a fornire al navigante la latitudine senza vedere il sole, la luna e gli astri. Il G. fu anche reputatissimo chimico: nulla però lasciò scritto su tale scienza.
Nella sua opera fondamentale fu il primo a definire esattamente l'asse magnetico di un magnete; nel trattato sono inoltre definite le linee di forza (orbis virtutis) di un magnete sferico, cui il G. assomigliò la terra: prima di lui C. Colombo, G. Cardano, F. Paracelso avevano attribuito le proprietà direttive dei magneti sulla terra all'attrazione di oggetti celesti e G. Fracastoro immaginava monti di magnetite situati vicino al polo geografico. Già R. Norman, il primo a misurare l'inclinazione, nelle sue New Attractive, Londra 1581, aveva scoperto che le suddette forze direttive non avevano effetti di traslazione né verticale né orizzontale; G. non solo cita le esperienze del Norman, ma esegue egli stesso esperienze col versorium (o ago galleggiante), adotta la sospensione unifilare e mostra come le azioni reciproche di due magneti diminuiscano col crescere della distanza; espone l'esperienza della calamita spezzata, fa conoscere con ingegnosissimi esperimenti il fenomeno dell'induzione magnetica, e tratta a lungo dell'opportunità di munire i magneti naturali di armature di ferro. Si può dire che nel De Magnete sono esposti tutti i fenomeni elementari del magnetismo.