GOLDING, William
Romanziere e saggista britannico, nato a St. Columb Minor (Cornovaglia) il 19 settembre 1911. La sua carriera letteraria inizia nel 1934 con Poems, una raccolta di poesie definita da lui stesso "cosa povera e modesta"; ma è nel 1954 che si afferma con Lord of the flies (trad. it., 1958), un romanzo divenuto ben presto un classico, tradotto in moltissime lingue e adattato per lo schermo da P. Brook nel 1963.
In quest'opera, che s'inserisce nel filone letterario inglese del mito dell'isola deserta civilizzata da uomini evoluti, G. capovolge il cannocchiale e ci presenta una storia dai risvolti tragici in cui parabola e mito, favola e storia, satira e utopia, filtrati attraverso una fitta, minuziosa ragnatela di metafore e simboli, gli servono per illustrare la condizione umana di oggi.
L'immanenza del male, l'irresistibile tendenza al peccato, la penosa grettezza dell'umanità, la degenerazione, il contrasto tra fede e scienza, tra fede e ragione, sono i temi che con varie sfaccettature, compassione e inquietudine tutte personali, si esplicitano anche nella produzione successiva: in The inheritors (1955; trad. it., Uomini nudi, 1958), spietata immagine dell'homo sapiens; in Pincher Martin (1956; trad. it., La folgore nera, 1963), storia di un individuo senza remore morali teso solo a carpire quanto di più caro posseggono gli altri e nello stesso tempo vittima del proprio egoismo e della propria cupidigia; in Free fall (1959; trad. it., 1963), racconto allegorico sulla libertà di scelta e il problema della comunicazione; in The spire (1964; trad. it., 1965), in cui la forza dell'ossessione mistica induce un sacerdote a costruire una guglia gigantesca annientando logica, affetti e vite umane.
Parabole del bene e del male sono anche il romanzo in tre episodi The pyramid (1967; trad. it., 1968), i tre racconti lunghi che costituiscono The scorpion God (1971), ambientati nella millenaria civiltà egizia (G. è anche uno studioso attento e appassionato di egittologia, letteratura greca, archeologia e musica), Darkness visible (1979; trad. it., 1984), e la trilogia Rites of passage (1980, Premio Booker; trad. it., 1982), Close quarters (1987) e Fire down below (1989). In The paper men (1983; trad. it., 1986), G., invece, si stacca dalle tematiche precedenti dandoci una satira sobria, sorvegliata ma sempre incisiva e spesso devastante, della grettezza e fossilizzazione del mondo accademico.
G. è anche autore di A moving target (1982), raccolta di saggi e conferenze; An Egyptian night (1985), diario di un viaggio in Egitto; The hot gates and other occasional pieces (1961), volume miscellaneo di articoli, conferenze e riflessioni; e The brass butterfly (1958), una commedia in tre atti.
Insignito del premio Nobel 1983 per la letteratura, G. ha ricevuto la laurea in lettere honoris causa in molte università, tra cui Oxford (1983) e la Sorbona (1983).
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