Saggista e critico (Maidstone, Kent, 1778 - Londra 1830). Giovane, conobbe e ammirò S. T. Coleridge, ma, al contrario di questi, rimase fedele agli ideali di libertà e giustizia sociale. Dopo aver tentato di dedicarsi alla pittura, esordì in campo letterario col saggio Principles of human action (1806). Nel 1807, con A reply to the essay on population, intervenne nella controversia suscitata dalle teorie di Th. R. Malthus. I suoi saggi politici sono contenuti in Politic essays (1819). Altri saggi sono raccolti in The round table (1817), Table talk (1821-22) e The plain speaker (1826). Esercitò anche la critica letteraria, sia come conferenziere sia come giornalista; con Characters of Shakespeare's plays (1817), A view of the English stage e Lectures on the English poets (1818), English comic writers (1819), Dramatic literature of the age of Elizabeth (1821), contribuì in modo più organico di Coleridge, sebbene con minore ingegno, a un più esatto apprezzamento di Shakespeare e degli elisabettiani. A questi si aggiunsero saggi critici sui suoi contemporanei: The spirit of the age, or contemporary portraits (1825); Boswell redivivus (1826-27) e una voluminosa biografia Napoleon Bonaparte (1827-30).