CLIFFORD, William Kingdon
Matematico inglese, nato ad Exeter il 4 maggio 1845, morto a Madera il 3 marzo 1879. Studiò a Cambridge; dal 1871, fino alla morte prematura, fu professore di matematica applicata e meccanica all'University College di Londra. Non solo fu matematico profondo ed acuto, ma si occupò altresì di psicologia e di filosofia, con indirizzo razionalistico, mostrando grande originalità e varietà di idee.
Da ricordare i volumi postumi Seeing and Thinking (voll. 2, Londra 1879); The common sense of the exact sciences (Londra 1883; trad. italiana, Milano 1886), tentativo di esposizione dei principî della matematica per i non matematici. I suoi scritti sono rivolti ad argomenti svariatissimi; sui fondamenti della geometria (indirizzati secondo la famosa memoria del Riemann, del 1855, da lui tradotta in inglese), sul calcolo geometrico (Ausdehnungslehre) di H. Grassmann, di cui previde l'importanza e il futuro sviluppo, sulla teoria dei quaternioni, sulla logica matematica, sulla teoria delle funzioni ellittiche, sulla metrica analitica, ecc. Notevole il suo accenno (1870) all'interpretazione del moto dei corpi come una variazione della curvatura dello spazio, in modo da rendere inutile la ipotesi dell'etere nella propagazione delle onde luminose, precorrendo le teorie dell'Einstein. Altre opere del C. sono: Lectures and essays (voll. 2, Londra 1880, con una biografia di F. Pollock); Elements of dynamics (Londra 1880); Mathematical papers (Londra 1882).