McKINLEY, William
Uomo politico americano, nato a Niles (Ohio) il 29 gennaio 1843, morto a Buffalo il 14 settembre 1901. Di modesta origine, riuscì a procurarsi una discreta istruzione, finché allo scoppio della guerra di secessione si arruolò nei volontarî dell'Ohio. Le sue doti e gli atti compiuti gli fecero conseguire il 13 marzo 1865 il grado di maggiore. Dopo la guerra si diede agli studî legali: si stabilì a Canton (Ohio), vi divenne attorney (1869). Poco dopo cominciò a interessarsi di politica, partecipando alla campagna elettorale in favore del colonnello Hayes (1875). Due anni dopo fu eletto egli stesso membro del Congresso, al quale appartenne, rappresentante del partito repubblicano, fino al 1890. Convinto protezionista, presentò all'assemblea il famoso McKinley Bill, approvato il 1° ottobre 1890, che colpì duramente le importazioni straniere, specie francesi e tedesche. Battuto alle elezioni del 1890, McK. fu invece eletto governatore dell'Ohio nel 1891 con grande maggioranza: e l'accresciuta sua popolarità fu attestata dalla trionfale rielezione del 1893. Senza distinzione di partito si guardò a lui come a uno dei più autorevoli rappresentanti del popolo americano. Il quadriennio del suo governatorato, fertile di utili iniziative e riforme, diede prestigio nazionale al suo nome. Così apparve naturale la sua elezione alla presidenza della repubblica nel 1896, invano avversata dai partigiani del democratico Bryan.
La presidenza del M. K. fu specialmente caratterizzata dal grande impulso dato alla politica estera e dal deciso atteggiamento annessionista. La fortunata guerra con la Spagna privò questa di Cuba (1898) e la indusse a cedere agli Stati Uniti Porto Rico, le Filippine e Guam. E poco dopo anche le Isole Hawaii furono annesse. Fu merito del M. K. non solo la condotta diplomatica della guerra, ma anche il modo come furono affrontati e risolti i problemi inerenti alle annessioni territoriali. Alla larga politica di espansione s'accompagnò una saggia opera di accordi internazionali, che giovarono al prestigio degli Stati Uniti e del loro capo. Una popolarità senza preeedenti circondò il M. K., già stimato per le sue doti d'uomo, ora considerato uno dei più grandi presidenti della Repubblica. Logica quindi la sua rielezione (1900) contro l'antico rivale Bryan.
Ma proprio nella gloria del recente trionfo, mentre visitava l'esposizione panamericana di Buffalo, fu colpito con una revolverata da un anarchico, L. Czolgosz (6 settembre 1901). La morte, accaduta pochi giorni dopo, fu lutto dell'intera nazione.
Bibl.: Manca ancora una buona biografia del M. K. Ved. E. T. Roe, The life of W. McK., Chicago 1913; J. P. Smith, in J. G. Wilson, The presidents of the United States, New York 1914.