Shakespeare, William
Nel vasto campo delle poesie e dei drammi del più grande poeta inglese (1564-1616) non è strano che siano da riconoscersi paralleli ai pensiero e rassomiglianze verbali con idee e versi delle opere di D., ma alla fine si deve ammettere l'impossibilità d'identificare influenze dirette. Molti studiosi hanno cercato di stabilire confronti fra i due sommi poeti. Wilhelm König, per esempio, crede che S. nella famosa catena dei suoi sonetti avesse echeggiato sentimenti, espressioni e frasi della Vita Nuova. Ma un legame autentico potrebbe ammettersi solo se si accertasse la sua conoscenza della lingua italiana, cosa assai dubbia, poiché la Vita Nuova non fu tradotta in altra lingua nell'epoca elisabettiana. In ogni caso la rassomiglianza è più illusoria che reale.
Nei drammi, però, si possono fare confronti che forse indicano un'influenza indiretta se non diretta, in ispecie nella commedia Measure for Measure, scritta intorno al 1604. I confronti seguenti non sembrano del tutto fortuiti: " Top of judgement " (a. II sc. 2), cima di giudicio (Pg VI 37); " At war' twixt will and will not " (ibid.); Che sì e no nel capo mi tenciona (If VIII 111); " I drink, I eat, array myself and Live " (a. III sc. 2), e mangia e bee e dorme e veste panni (If. XXXIII 141). Sempre nello stesso dramma c'è una descrizione delle pene infernali che sono tutte dantesche, finanche l'insolita pena del ghiaccio dei traditori (a. III sc. 1). La Mariana abbandonata dal fidanzato nella " moated grange ", la casa fossata in campagna, potrebb'essere reminiscenza della Pia nella maremma toscana (a. IV sc. 1). Finanche il titolo Measure for Measure suggerisce il contrapasso di Dante. È evidente, però, che la trama di questa commedia, nonostante questi confronti, è tipica della novellistica cinquecentesca italiana dalla quale deriva e che non ha niente in comune col pensiero di Dante.
Piccoli indizi sono da trovarsi in altri drammi, ma essi non sono tali da formare testimonianza certa di fonte dantesca. Un esempio è l'uso della parola honorificabilitudinitatibus (Love's labour's lost, a. V sc. 1) per dimostrare lunghezza, proprio come la honorificabilitudinitate di VE II VII 6.
Qualche critico ha anche affermato che si potrebbe riconoscere il seme del carattere di Amleto nella descrizione dell'incertezza in If II 37-42 E qual è quei che disvuol ciò che volle / e per novi pensier cangia proposta, / sì che dal cominciar tutto si tolle, / tal mi fec'ïo in quella oscura costa, / perché, pensando, consumai la 'mpresa / che fu nel cominciar cotanto tosta.
È certissimo che, come tutti i grandi poeti, S. tolse svariatissima materia da molti autori; ma c'è da ritenere che, se avesse conosciuto D. bene come lo conosceva Chaucer, non avrebbe esitato a sfruttare maggiormente e con più evidenti calchi le sue opere, come ha fatto indirettamente per altre novelle e storie italiane. L'esiguità e l'ambiguità dei confronti pare dimostrare che tutt'al più aveva qualche conoscenza dell'Inferno, forse all'epoca in cui stava scrivendo Measure for Measure.
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