Scrittore scozzese (Paisley 1855 - Castello Maniace, Catania, 1905). Approdato a Londra dopo anni di vita avventurosa, nel 1881 trovò aiuto in D. G. Rossetti, del quale, dopo la morte, scrisse una breve biografia. Collaborò alla Pall Mall Gazette, entrando poi (1885) come critico d'arte al Glasgow Herald. In quello stesso anno sposò la cugina Elizabeth, che divenne sua collaboratrice. Fece lunghi soggiorni all'estero, anche in Italia; e l'Italia ispirò non pochi dei suoi versi. Esordì come poeta (The human inheritance, 1882; Romantic ballads and poems of fantasy, 1888; Flowers o' the vine, 1894), pubblicando in questo periodo anche un romanzo, Children of to-morrow (1890). La fase più viva della sua opera ebbe inizio quando cominciò a pubblicare, con lo pseudonimo di Fiona Macleod, prose e versi mistici: Pharais: a romance of the isles (1894); The washer of the ford and other legendary moralities (1896); Green Fire (1896, un romanzo brettone); Silence farm (1899, forse l'opera più notevole); The divine adventure: Iona, and studies in spiritual history (1900); Winged destiny (1904, una raccolta di articoli). L'identificazione di S. con Fiona Macleod avvenne solo dopo la sua morte. Oltre a biografie di D. G. Rossetti (1882), P. B. Shelley (1887) e H. Heine (1888), compilò pregevoli antologie, tra cui la più nota è Lyra celtica (1896). Nella sua opera S. cercò d'esprimere lo spirito della razza gaelica, e della cosiddetta rinascita gaelica rimane uno degli esponenti maggiori.