Riformatore inglese (n. nel Galles tra il 1490 e il 1495 - m. Vilvoorde, Bruxelles, 1536). Ordinato prete (1521), al suo pensiero riformatore si deve in particolare The obedience of a christian man (1528), la cui composizione si inserì nella sua attività di traduttore della Bibbia, attività questa alla quale si deve la creazione di gran parte del vocabolario religioso inglese.
Terminati gli studi a Oxford (1515) si trasferì a Cambridge, dove approfondì la conoscenza della Bibbia. Dopo l'ordinazione sacerdotale e dopo essere entrato al servizio di un ricco possidente in qualità di tutore e cappellano, cominciò a destare sospetti di eresia per alcune sue opinioni. Sotto l'influenza di Erasmo (del quale aveva tradotto, pur non pubblicandolo, l'Enchiridion) e di Lutero, concepì il progetto di tradurre in inglese il Nuovo Testamento, e per questo si recò a Londra (1523), sperando invano nell'appoggio del vescovo Cuthbert Tunstal. Passò allora in Germania, a Wittenberg, poi a Colonia, dove l'edizione della sua traduzione inglese del Nuovo Testamento fu interrotta per l'intervento delle autorità. Finalmente essa vide la luce nel 1526 a Worms. L'opera si diffuse di nascosto in Inghilterra, contro l'opposizione dei vescovi, che ne fecero bruciare quasi tutte le copie. Nel 1528 T. pubblicò The parable of the wicked Mammon sulla dottrina della giustificazione per fede, e The obedience of a christian man sui grandi temi della Riforma, l'autorità della Scrittura, il primato della fede e i diritti dell'individuo. Successivamente polemizzò con Tommaso Moro e con il cardinale Wolsey. Tradusse anche il Pentateuco (1530), i libri di Giona e di Neemia. Moro lo considerava uno dei capi della Riforma, insieme a Lutero. Nel 1535 fu tradito e imprigionato nel castello di Vilvoorde, presso Bruxelles: nel 1536 fu impiccato, e il suo corpo bruciato sul rogo. La Bibbia di T. servì più tardi per la "Bibbia di re Giacomo" (o "Versione autorizzata", 1611).