Wordsworth, William
Poeta inglese (Cockermouth, Cumberland, 1770 - Rydal, Westmorland, 1850); studiò da giovane l'italiano a Cambridge, sotto la guida dell'esule Agostino Isola, che lo iniziò anche alla lettura di D.; visitò l'Italia tre volte, nel 1790, nel 1820 e nel 1837.
Nonostante i riferimenti che è possibile isolare nella sua opera, nonostante la buona conoscenza che dovette avere dell'opera dantesca, l'influenza di D. sul W., data anche la notevolissima diversità d'indole e di cultura, fu nella sostanza limitatissima. Né fondata appare l'asserzione dell'Hazlitt che il W. nutrisse una" forte predilezione " per D., giacché alcuni giudizi espressi dal poeta inglese sembrano piuttosto inclinare al negativo: per esempio quelli contenuti in una lettera al Landor: " le sue invenzioni mi hanno colpito spesso perché violentemente grottesche e fantasiose, e ho trovato il poema noioso per diverse ragioni... Ariosto e Tasso sono molto assurdamente avviliti per innalzare Dante ".
Il poeta italiano, ricordato in una composizione del 1827, Sonnet on the Sonnet, è suggestivamente evocato nel sonetto At Florence, seduto in atteggiamento pensoso su un " marmo " presso Santa Maria del Fiore, che la tradizione indicava come suo " sedile preferito ".
Bibl. - W. Hazlitt, The Spirit of the Age, Londra 1825; O. Kuhns, D. and the English Poets from Chaucer to Tennyson, New York 1904; M. Renzulli, D. nella letteratura inglese, Firenze 1925; W.P. Friederich, Dante's Fame Abroad 1350-1850, Roma 1950, 243-244.