BRANDT, Willy (Frahm, Herbert Ernst Karl)
Statista, nato a Lubecca il 18 dicembre 1913. Di famiglia operaia socialdemocratica, aderì giovanissimo a organizzazioni giovanili socialiste e, nel 1930, alla SPD. Deluso dalla politica della SPD nella crisi della Repubblica di Weimar, passò nel 1931 a un minuscolo partito socialista di sinistra (SAP). Dopo breve attività clandestina, l'indomani della presa del potere di Hitler (durante la quale assunse il nome di Willy B.) fu mandato dalla SAP a Oslo. Trascorse dodici anni di esilio prima in Norvegia e poi a Stoccolma, con parentesi di attività clandestina a Berlino e di lavoro giornalistico e politico a Barcellona. Tornato a Berlino come addetto stampa della missione militare norvegese, B., incaricato speciale della SPD a Berlino, difese (1947) col sindaco Reuter la città contro la pressione sovietica e tedescocomunista. La fusione con la KDP imposta ai socialdemocratici nella zona sovietica e il blocco di Berlino furono le esperienze conclusive che convinsero B. della necessità di difendere il socialismo democratico dal comunismo. L'esperienza berlinese, che mostrava la necessità della copertura SUA, lo spinse pure a differenziarsi fin dal 1950 dalla politica estera di Schumacher e della stragrande maggioranza del partito, favorendo un'apertura alla politica atlantica ed europeistica di Adenauer. L'ascesa di B. coincise con la revisione del programma socialdemocratico e la svolta di Bad Godesberg (v. germania, in questa App.): nel 1958 fu presidente della SPD berlinese, nel 1962 vicepresidente, nel 1964 presidente della SPD federale. Candidato alla Cancelleria (1961 e 1965). Sindaco di Berlino (1957-66), B. guidò la città durante le crisi scatenate dall'ultimatum del 1958 e dall'erezione del muro (v. berlino, in questa App.): con la sua politica di difesa della libertà di Berlino e di valorizzazione dell'amicizia americana (oltreché del rapporto personale con Kennedy) contribuì a superare, in una fase di dissapori fra Bonn e Washington, il pericolo di una vasta crisi psicologica. Nel 1966 accettò il ministero degli Esteri nella "grande coalizione" per avviare la nuova Ostpolitik, elaborata e realizzata in collaborazione con Egon Bahr, futuro negoziatore del trattato di Mosca (1970). Partendo dalla trasformazione dei rapporti USA-URSS e dall'insuccesso delle precedenti politiche dirette alla riunificazione, B. perseguì una linea che intendeva produrre, in una prospettiva a lunga scadenza, una trasformazione qualitativa dei rapporti fra le due Germanie, migliorando decisamente le condizioni della popolazione della RDT, inserendo la questione tedesca nel processo di distensione (anziché porla come condizione pregiudiziale) con l'Est e comprendendo la RDT nell'apertura all'Est, anziché tentare d'isolarla. Punto cardine era Mosca, non più come per Schröder i paesi satelliti. Soltanto quale cancelliere della coalizione social-liberale (1969-74) B. poté intraprendere pienamente la realizzazione del suo disegno, tradotto negli Ostverträge. All'interno, B. concepì la coalizione social-liberale come opera di trasformazione in senso democratico, e di maggiore giustizia sociale; volle individuare un nuovo centralismo più avanzato, oltre l'antitesi fra l'immobilismo conservatore e la velleità della nuova sinistra. Per uscire da una situazione di stallo parlamentare, B. provocò elezioni anticipate (19 novembre 1972) che segnarono una sua vittoria personale, oltre che della coalizione e della SPD. Debolezza di fronte ai contrasti interni della SPD, sconfitte nelle elezioni regionali indebolirono successivamente la sua posizione fino alle dimissioni nel maggio 1974 da cancelliere (in seguito alla scoperta della spia della RDT Guillaume fra i suoi più stretti collaboratori). Quale presidente della SPD e vicepresidente dell'Internazionale socialista, rilanciò l'Ostpolitik e si adoperò soprattutto per il rafforzamento della democrazia, specie nel Mediterraneo.
Bibl.: W. Brandt, Mein Weg nach Berlin, Monaco 1960; id., Begegnungen mit Kennedy, ivi 1964; id., Draussen. Schriften während der Emigration, ivi 1966; id., K. Harpprecht, Porträt und Selbsporträt, ivi 1970; id., Reden und Interviews, 2 voll., Amburgo 1972-73; id., Über den Tag hinaus, ivi 1974; T. Prittie, Willy Brandt, Francoforte 1973; C. Stern, Willy Brandt, Reinbek (Amburgo) 1976.