Fritsch, Willy (propr. Wilhelm Egon Fritz)
Attore cinematografico tedesco, nato a Kattowitz (Slesia Superiore, od. Katowice, Polonia), il 27 gennaio 1901 e morto ad Amburgo il 13 luglio 1973. Specializzatosi nella commedia leggera fin dai tempi del muto, ebbe grande notorietà in Germania nel ruolo del signore garbato o del rampollo di sangue blu, in produzioni musicali, come Walzerkrieg (1933; Guerra di valzer) di Ludwig Berger o in film tratti da operette, come Wiener Blut (1942; Sangue viennese) di Willi Forst. Nel dopoguerra arricchì in parte la sua gamma interpretativa con ruoli di spessore melodrammatico.
Figlio di un ingegnere minerario, abbandonò gli studi universitari per dedicarsi all'attività teatrale. Esordì come attore protagonista nei primi anni Venti, grazie al cineasta danese Benjamin Christensen, che lo affiancò a Lil Dagover in Seine Frau, die Unbekannte (1923; La moglie sconosciuta), aprendogli le porte di una solida carriera di caratterista, con cineasti come Alexander Korda (Der Tänzer meiner Frau, 1925, Il ballerino di mia moglie, con la giovane Marlene Dietrich). Si distinse nella recitazione per il temperamento brillante e disincantato, un'attitudine al genere leggero in contrasto con la voga eccentrica e carica della recitazione espressionista: doti che si ritrovano in uno dei ruoli più celebri interpretati da F. in quel periodo, quello dell'ispettore Tremaine, l'uomo che incastra il diabolico protagonista del thriller Spione (1928; L'inafferrabile) di Fritz Lang, regista che lo diresse anche nel fantascientifico Frau im Mond (1929; Una donna nella Luna).
Con l'avvento del sonoro, la recitazione di F. non subì contraccolpi, ma ne guadagnò: egli si specializzò in un ruolo garbato e signorile, che a lungo andare diventerà la sua maschera cinematografica, fin da Melodie des Herzens (1929) di Hanns Schwarz (uno dei registi con cui F. lavorò più spesso), che lo vide accanto alla diva Dita Parlo in una commedia sentimentale appena venata di conflitti sociali; poi con il personaggio di Bobby Fould in Liebeswalzer (1930; Valzer d'amore) di Wilhelm Thiele, questa volta a fianco di Lilian Harvey, a formare quella che sarà la più famosa coppia della Tonfilm-Operette; e infine con la doppia interpretazione di Der Kongress tanzt (1931; Il Congresso si diverte) di Erik Charell, spensierato film-operetta sul Congresso di Vienna con Conrad Veidt e Lil Dagover, dove F. è al contempo lo zar Alessandro di Russia e il suo sosia. Fu Calaf nella Prinzessin Turandot (1934) scritto da Thea von Harbou e diretto da Gerhard Lamprecht, Anfitrione nell'adattamento da Plauto di Reinhold Schünzel, Amphitryon (1935; Anfitrione), partecipò come protagonista a decine di produzioni di largo intrattenimento e scarso rilievo durante il periodo nazista, tra cui Boccaccio (1936) di Herbert Maisch, Frau am Steuer (1939; Cuori in fiamme) di Paul Martin, e soprattutto Wiener Blut, che Forst realizzò dall'omonima operetta di J. Strauss, nel ruolo del conte Georg Wolkerschein.Nel dopoguerra F. proseguì la sua attività sostanzialmente inchiodato all'immagine ormai fissata, talvolta in decadenti produzioni musicali come Liebe ist ja nur ein Märchen (1955) di Arthur Maria Rabenalt, talvolta trovando spazio con interpretazioni di un certo spessore drammatico nel genere del melodramma familiare al-lora in auge: tra queste, il ruolo del ricco marito in Schatten der Nacht (1950; Disperazione) di Eugen York, del padre moralista in Die verschleierte Maja (1951; Maja) di Géza von Cziffra, o quello di Gunzel nel dramma di ambientazione nazista Liebling der Götter (1960) di Gottfried Reinhardt. La sua ultima apparizione fu in Das hab' ich von Papa gelernt (1964) di Axel von Ambesser, accanto al figlio Thomas.