Gombrowicz, Witold
, Romanziere e drammaturgo polacco (Varsavia 1905 - Vence, Francia, 1969); scrisse un'operetta originale d'ispirazione polemica, che del saggio critico ha solo l'apparenza, Su Dante (1966; trad. ital. di R. Landau, Milano 1969).
Il G. chiarisce la sua posizione culturale, quando esplicitamente si oppone agli oggettivismi odierni nella critica e nella letteratura francese, tendenti alla spersonalizzazione fino agli eccessi di un ascetismo medievale, di un rigore tutto intellettualistico nel gioco complesso delle astratte costruzioni. Nel saggio su D. la personalità eccentrica e disinvolta di G. tende ad affermarsi contro i miti consacrati e istituzionalizzati, mentre si adopera a scomporli analiticamente, quasi in stile cubista, attraverso il moltiplicarsi dei diversi punti di osservazione, fino a ottenere una sintesi compositiva tutta nuova e inattesa.
La Commedia non ci restituisce D. vivo, ma rappresenta una realizzazione storica, istituzionalizzata dalla scuola: " momento, forma, codificazione, rito, gesto, funzione, cerimoniale " di un'epoca. Vista fuori della prospettiva storica, nel tentativo di raggiungerla direttamente, la Commedia si presenta al G. come opera mostruosa, perfida nei tormenti perenni dell'Inferno, vuoto rituale, recitazione retorica. Si alternano o convivono in strana simbiosi, nei diversi livelli dell'analisi, ammirazione e disgusto, attrazione e contestazione, tipiche di una rinnovata " querelle des anciens et des modernes ".