INGIULLA, Wladimiro
Nacque il 1° genn. 1913 a Biancavilla, piccolo Comune alle pendici dell'Etna, da Salvatore, che vi esercitava la professione di medico condotto, e da Agatina Amico. Rimasto orfano di padre in tenera età, superando comprensibili difficoltà e grazie al costante sostegno della madre e del fratello Angelo, nel 1937 poté laurearsi in medicina e chirurgia presso l'Università di Milano. Molto verosimilmente fu nel periodo milanese che, affascinato dalla prestigiosa scuola ginecologica di L. Mangiagalli, orientò decisamente le sue scelte future: conseguita la laurea, infatti, dopo brevi frequenze in varie sedi universitarie, approdò alla clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Firenze diretta da E. Ferroni, allievo di Mangiagalli. Alla scuola di Ferroni l'I. iniziò la sua carriera universitaria come assistente e, dal 1939, la proseguì con il nuovo direttore della cattedra fiorentina C.A. Decio: infatti, dopo il matrimonio dell'I. con la figlia di Ferroni, questi - per evitare possibili critiche e desiderando assicurare al genero una carriera clinica e scientifica pienamente autonoma - aveva preferito concludere in anticipo la propria attività accademica.
Alla scuola di Decio l'I. poté completare la propria formazione clinica e scientifica, affinando la naturale disposizione chirurgica e acquisendo la necessaria esperienza. Conseguita nel 1942 la libera docenza in clinica ostetrica e ginecologica, fu dapprima assistente incaricato, poi effettivo, quindi, dal 1946, aiuto. In questo primo periodo di attività fu autore di ricerche scientifiche relative ai diversi settori della specialità, caratterizzate tutte dall'esame di particolari aspetti biologici e non indirizzate, secondo la tendenza del tempo, esclusivamente al trattamento di temi di meccanicistica e casistica ginecologica. Nel 1946, quando la Società italiana di ostetricia e ginecologia tenne a Firenze la sua prima riunione dopo la parentesi bellica, l'I. fu chiamato a far parte del comitato organizzatore.
Nel 1950 l'I. si recò a Vienna, presso l'istituto di I. Amreich, depositario della grande tradizione chirurgica ginecologica della scuola viennese e indiscusso maestro della chirurgia per via vaginale: divenutone il migliore allievo, l'I. si segnalò in breve tempo quale conoscitore espertissimo delle tecniche di ablazione dei tumori maligni femminili per via vaginale e al suo ritorno in Italia, ove questo tipo di chirurgia era allora poco coltivato e apprezzato, si affermò come provetto operatore vaginalista, sollecitando inoltre l'interesse degli specialisti. Nel 1952 visitò i maggiori centri ginecologici statunitensi, presso i quali erano invece privilegiate le tecniche chirurgiche ginecologiche per via addominale, acquisendo ulteriore, preziosa esperienza.
Nel 1957, superato il relativo concorso, l'I. fu nominato professore straordinario di clinica ostetrica e ginecologica presso l'Università di Modena, ove dette un decisivo contributo alla diagnosi precoce dei tumori femminili e incrementò l'attività chirurgica con il conseguente netto aumento della casistica operatoria. Il 1° novembre dello stesso anno assunse la direzione della clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Firenze, che seppe rapidamente portare ai livelli dei migliori istituti stranieri: curò minuziosamente nel complesso del Policlinico di Careggi la realizzazione della nuova struttura della clinica, tenendo presenti sia le finalità pratiche e assistenziali (quali la necessità della sorveglianza sistematica del travaglio di parto, dell'introduzione delle nuove metodiche diagnostiche e laboratoristiche, della collaborazione con gli anestesisti e i pediatri nel controllo della partoriente), sia quelle didattiche e scientifiche, che sviluppò con corsi e convegni promossi a Firenze e in altre città italiane e con dimostrazioni chirurgiche che offrì in Italia, in Spagna, in Austria, in Jugoslavia, nell'America Latina. In breve la clinica fiorentina acquisì una meritata fama e divenne la meta di pazienti che vi affluivano da ogni parte.
L'I. fu autore di numerose pubblicazioni, riguardanti soprattutto le tecniche chirurgiche ginecologiche, tra cui: Metodo vaginale di Amreich nel trattamento chirurgico del cancro del collo dell'utero, in Riv. di ostetricia e ginecologia, VII (1952), pp. 360-365; Five-year results of 327 Schauta-Amreich operations for cervical carcinoma, in American Journal of obstetrics and gynecology, 1966, vol. 96, pp. 188-191; Pelvic exenteration for advanced carcinoma of the cervix. Some reflections on 241 cases, ibid., 1967, vol. 99, pp. 1083-1086, in collab. con E.V. Cosmi. Tra gli scritti dell'I. in questo settore vanno anche ricordati: Tecniche operative vaginali, monografia edita a Torino nel 1962 molto nota e apprezzata fra i cultori della specialità, nella cui presentazione Amreich definì l'autore "brillantissimo operatore"; nonché Report on the activity of the Institute during the year 1967 (Firenze 1968). L'I. affrontò anche altri temi della clinica ginecologica, all'epoca appena emergenti e il cui futuro sviluppo seppe mirabilmente intuire, quali l'endocrinologia ginecologica, che considerò sia dal punto di vista strettamente biologico, sia per le sue applicazioni cliniche (Urinary testosterone and epitestosterone in gynecologic practice, in Revue française d'endocrinologie clinique, nutrition et métabolisme, X [1969], pp. 109-120, in collab. con R. Forleo; Endocrinologic and morphologic correlations of the ovary. The Florentine conference, Springfield, IL, 1969, in collab. con R.B. Greenblatt, esauriente aggiornamento sui molteplici aspetti della funzione dell'ovaio).
Chiamato nel 1967 alla direzione della prima clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Roma "La Sapienza", la notte precedente la lezione inaugurale fu colpito da infarto cardiaco che ne compromise definitivamente le possibilità operative cliniche, didattiche e scientifiche. Rimase sempre vivo, tuttavia, il suo interesse per i problemi della specialità, e nel 1968 poté presentare al 53° congresso della Società italiana di ostetricia e ginecologia svoltosi a Bologna una relazione sulla possibile collaborazione fra cliniche universitarie e ospedali per assicurare la formazione dei medici e degli specialisti, problema che solo dopo molti anni avrebbe trovato una soddisfacente soluzione (Il tirocinio pratico nelle cliniche universitarie e nei grandi ospedali, in Atti della Società italiana di ostetricia e ginecologia, LIII [1968], pp. 1360-1362).
L'I. morì a Firenze il 9 ag. 1972.
Fonti e Bibl.: F. Gasparri, Ricordo di W. I., in Riv. italiana di ginecologia, LIV (1970), pp. 283-290; Id., Commemorazione di W. I., in Atti della Società italiana di ostetricia e ginecologia, LV (1973), pp. 44-49; W. Ingiulla, Attività didattica e scientifica: anni accademici 1957-59, Firenze 1960; P. Mutti - N. Vaglio, La ginecologia in Italia, in Atti della Società italiana di ostetricia e ginecologia, XLVIII (1961), suppl., pp. 360 s.; A. Pachì, Ostetricia e ginecologia a "La Sapienza" (1786-1986), Roma 1986, pp. 111 s.; F. Crainz, La Società italiana di ginecologia e ostetricia nei primi cento anni della sua costituzione (novembre 1892 - novembre 1992), Roma 1992, p. 225; A. Schaller, Friedrich Schauta, in Zentralblatt für Gynäkologie, CXXIII (2001), p. 175.