Vostell, Wolf
Pittore, scultore e videoartista tedesco, nato a Leverkusen (Renania Settentr.-Vestfalia) il 14 ottobre 1932, morto a Berlino il 3 aprile 1998. Dopo aver studiato arti tipografiche e litografia a Colonia e a Wuppertal, completò la sua formazione all'École des beaux-arts di Parigi (1955-57), con Cassandre, e alla Kunstakademie di Düsseldorf (1957-58). A Parigi sperimentò il procedimento del décollage e ideò il suo primo happening, intitolato Le théâtre est dans la rue (1958). Fondatore e direttore di dé-coll/age. Bulletin der aktuellen Ideen (1962-69), fu tra i protagonisti di Fluxus, partecipando ai vari eventi e iniziative del movimento a Wiesbaden, Colonia, Berlino, New York (happenings, performances, concerti ecc.); nel 1976 fondò a Malpartida de Cáceres, in Spagna, il Museo Vostell per presentare le opere di Fluxus. Oltre alla sua partecipazione alle più importanti rassegne internazionali, si ricordano tra le sue mostre personali quelle del 1985, al Musée d'art moderne di Strasburgo, e del 1992 al Rheinisches Landesmuseum di Bonn e al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Uno spirito ribelle e un forte impegno traspaiono dalla sua ricerca, che si avvale di procedimenti e materiali non tradizionali: la tecnica del décollage assume forme e significati più complessi, sottolineati dall'enfatica divisione sillabica della parola; la distruzione e ricombinazione dei materiali si allarga dalla lacerazione dei manifesti all'alterazione di fotografie con acidi, alla manipolazione di immagini estrapolate da programmi televisivi. Negli happenings, nelle complesse installazioni multimediali, V. affronta i temi che dominano la realtà contemporanea, dal consumismo ai mass media, dalla sovversione politica al caos, alla distruzione: immagini, oggetti e azioni si presentano frantumati, manipolati e ricomposti, divenendo immagini-simbolo del sovvertimento assurdo e violento dell'ordine apparente della realtà quotidiana. In TV dé-coll/age (1958), una grande tela incolore lacerata in vari punti, lascia intravedere schermi con immagini decontestualizzate, ridotte a frammenti e metafore inquietanti; in Schwarzes Zimmer (1958-59), televisori sintonizzati sui programmi quotidiani sono incastonati tra oggetti e fotografie dei campi di concentramento nazisti; in Miss America (1968, Colonia, Museum Ludwig) V. contrappone una foto di E. Adams denunciante le atrocità della guerra in Vietnam all'immagine di una famosa modella, richiamo all'erotismo; in Endogen Depression (1975) elementi del mondo animale sono associati a televisori, semiseppelliti in massi di cemento, che trasmettono programmi diversi; in Requiem (1990) l'artista presenta un grande pannello in 20 parti su cui altrettanti televisori sono inseriti sullo sfondo di fotografie della Seconda guerra mondiale imbrattate di cemento.
In collaborazione con J. Becker ha pubblicato nel 1965 Happenings, Fluxus, Pop Art, Nouveau Réalisme. Vedi tav. f.t.
bibliografia
R. Wick, Vostell soziologisch, Bonn 1969.
Cataloghi di mostre
Wolf Vostell: dé-coll/agen, Verwischungen, Schichtenbilder, Bleibilder, Objektbilder, 1955-1979, Kunstverein, Braunschweig 1980.
Vostell und Berlin. Leben und Werke 1964-1981, hrsg. T. Stooss, Daadgalerie, Berlin 1982.
Vostell. Dipinti 1954-1991, a cura di M.G. Tolomeo, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1992.
Vostell. Leben=Kunst=Leben, hrsg. U. Rudiger, Kunstgalerie Gera, Leipzig 1993.