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SCHNURRE, Wolfdietrich

di Luigi Quattrocchi - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
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SCHNURRE, Wolfdietrich

Luigi Quattrocchi

Scrittore tedesco, nato a Francoforte s. M. il 22 agosto 1920. In una prima fase autore fra i più impegnati, ha ridotto la sua tematica esclusivamente al mondo contemporaneo, alla pressante minaccia che esso esercita, fino a calpestarla, contro la dignità umana. Decisiva è stata, pertanto, l'esperienza della seconda guerra mondiale e di ciò che ne è seguito: lo scrittore è, anzitutto, uno scontento, che non trova altra collocazione che non sia quella di chi, incapace di avanzare proposte edificanti, pur si sente chiamato a denunciare e a provocare.

S. ha fornito le sue prove meglio caratterizzate in aggancio a modelli anglosassoni, su tutti Hemingway, come autore di racconti brevi, in cui più chiaro è l'affanno del contingente e interdetto quindi il respiro epico che richiederebbe distacco e tempo di ripensamento. Sintomatici in particolare i racconti degli anni 1945-50 e quelli successivi che si mantengono su una stessa linea di vivo senso del concreto e dell'essenziale, con figure e più ancora larve umane sperdute e oppresse gettate in un mondo fattosi anch'esso desolato nella cornice della desolazione storica, i racconti cioè della prima raccolta Die Rohrdommel ruft jeden Tag (Witten 1950) e delle successive Eine Rechnung, die nicht aufgeht (Olten 1958, trad. it., Un conto che non torna, Milano 1960) e Man sollte dagegen sein (Olten 1960). In un secondo momento S. è passato a una maniera diversa, risultando ora meditativo ora ironizzante, comunque più disteso; il suo linguaggio si è fatto più scorrevole, è apparsa maturata l'attitudine a una composizione più ariosa (ferma restando però la propensione al racconto breve). E tanto evidente era la diversità, meglio avvertibile in quanto le prime testimonianze (Sternstaub und Sänfte, Berlino 1953; Die Blumen des Herrn Albin, Francoforte s. M. 1955; anche il romanzo surrealisticamente costruito Das Los unserer Stadt, Olten 1959) s'inserivano cronologicamente fra le testimonianze del più aperto impegno etico, che nella critica se ne creò sconcerto a causa di una produzione tanto in sé divaricata. Ma la successiva insistenza nella nuova maniera, più serena ma pur sempre lontana da tentazioni di evasione, ha finito con l'indurre a pensare che questa, anziché un'evasione, costituisce la vera sede espressiva dell'autore. Da ricordare: Funke im Reisig (Olten 1963), Ohne Einsatz kein Spiel (ivi 1965), Ich brauche dich (Monaco 1976). Minore, comunque, la produzione in generi diversi da quello originario, anche se numerosi sono i radio- e teledrammi, derivati per lo più da antecedenti racconti.

Bibl.: Interpreationen zu W. Schnurres Erzählungen, a cura di vari autori, Monaco 1970.

Vedi anche
lingue veicolari Le lingue usate per la comunicazione, e soprattutto per l’insegnamento e per attività tecniche e scientifiche, tra persone di lingua materna diversa. Ernest Hemingway Hemingway ‹hèmiṅuei›, Ernest. - Scrittore statunitense (n. Oak Park, Illinois, 1899 - m. Sun Valley, Idaho, 1961). Romanziere tra i più celebri del Novecento, tema ricorrente di tutta la sua opera è la sfida alla morte, carattere distintivo anche di un percorso di vita singolare, conclusosi con il suicidio. ... larva mitologia Nome che gli antichi Romani davano agli spiriti errabondi dei morti che in vita erano stati malvagi; Apuleio la considera una categoria particolare di Lemuri, dai quali, però, le larva si distinguono perché emergono improvvisamente a terrorizzare i viventi al di fuori di qualsiasi regola festivo-calendariale. ... persona Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale ecc., considerato sia come elemento a sé stante sia come facente parte di un gruppo o di una collettività. antropologia A partire dagli studi di L. Lévy-Bruhl, M. Leenhardt e, soprattutto, M. Mauss, la ricerca antropologica ...
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