WORCESTER, John Tiptoft, conte di
Uomo politico, giurista e umanista, nato nel 1427, morto il 18 ottobre 1470 a Londra. Figlio del diplomatico John barone Tiptoft, fu creato conte di Worcester nel 1449; durante il protettorato del duca di York fu tesoriere dello Scacchiere, nel 1457 e nel 1459 fu mandato ambasciatore al papa. Fu all'estero per tre anni, e pellegrinò a Gerusalemme, studiò legge e latino a Padova, visitò il vecchio Guarino Veronese a Ferrara, quindi si recò a Firenze per ottener copie di inanoscritti, ed ebbe familiarità con Vespasiano da Bisticci che ne parlò nelle Vite degli uomini illustri. Francesco d'Arezzo gli dedicò sue opere; Caxton elogiò il suo amore per le lettere, che gli fece tradurre il De Amicitia di Cicerone, il De Nobilitate di Buonaccorso da Montemagno, donare molti libri alla sua università, Oxford, e proteggere l'umanista inglese John Free.
Accanto a questa brillante figura di studioso, modellatosi sull'esempio degli umanisti italiani, sta l'altro aspetto del W., che gli procurò il soprannome di "macellaio dell'Inghilterra". Nominato nel 1462 contestabile d'Inghilterra, diede prova di grande crudeltà giudicando e mandando a morte i partigiani della casa di Lancaster (in Irlanda fece barbaramente giustiziare anche due figli infanti del conte di Desmond), sicché quando i lancasteriani vennero al potere, fu condannato a morte. Fu soprattutto odiato per avere introdotto in Inghilterra il diritto romano, che era ritenuto un sistema tirannico contrastante con le libertà inglesi.