MORRIS, Wright
Scrittore statunitense, nato a Central City (Nebraska) il 6 gennaio 1910; interrotti gli studi universitari, dopo un viaggio di un anno in Europa, nel 1934 si stabilì in California, dove ha per lo più vissuto. Dal 1962 al 1975 ha insegnato al San Francisco State College. Il primo romanzo, My uncle Dudley, è del 1942; nella sua produzione, copiosa e costante, si contano circa venti romanzi, numerose novelle e due volumi di critica letteraria; The territory ahead del 1958, e About fiction del 1975. Nel 1957 M. vinse iI National Book Award per l'opera The field of vision. Con The inhabitants, del 1946, lo scrittore sperimentò una tecnica narrativa che diverrà sua caratteristica (e che ritroviamo, fra gli altri, in volumi esemplari quali The home place, del 1948, e God's country and my people, del 1968): egli abbinò al testo fotografie che in modo allusivo, e non illustrativo, lo richiamavano. Questo procedimento non concettuale, ma suggestivo e spesso ironico, è sostenuto da una lingua profondamente radicata nella vita americana, da quel "vernacolo", cioè, che, cogliendone i segreti e il ritmo, ne sa registrare incisivamente tutta la forza d'individualità. Nei libri di M. immagini e parole fissano con tenera partecipazione una realtà quasi sempre desolata, scarna, battuta, e, nondimeno, vlgorosa, perché cosciente della sua irriducibilità e ineludibilità. Gli oggetti (in special modo le case) sono visti e descritti dall'artista come autentici depositi di permanenza per un'umanità che, dispersa nel tempo e nello spazio, solo attraverso di essi può sperare di ricostruire la sua identità. Lo scrittore, e in lui il fotografo, investono di luce abbagliante un mondo semplice e vitale che, anche nelle più minute e idiosincratiche peculiarità, mostra la sua strenua fiducia nella vita; per questo verso egli ha certamente recepito la lezione di H.D. Thoreau, così come, nell'esaltazione di una civiltà allo stesso tempo logora e mitica, si sente in lui l'influenza di W. Faulkner. Dal punto di vista della tecnica fotografica, M. si rivela erede, per la precisione e la lucidità descrittive, dell'arte di Walker Evans.
Bibl.: L. Howard, Wright Morris, Minneapolis 1968; W. Morris, Structures and Artifacts, Photographs 1933-1954, University of Nebraska Press, 1975.