Wronski-Hoene
Wroński-Hoené Józef-Marja (Wolsztyn, Poznań, 1778 - Neuilly-sur-Seine, Île-de-France, 1853) matematico e filosofo polacco. Nel 1794, a 16 anni, partecipò alla guerra contro i russi come ufficiale di artiglieria nell’esercito rivoluzionario di Kościuszko; fatto prigioniero, fu arruolato nell’esercito dei vincitori, da cui si dimise nel 1797. L’eredità lasciatagli dal padre gli diede l’opportunità di viaggiare; soggiornò prima in Germania per studiare filosofia e giurisprudenza e poi, nel 1800, si trasferì in Francia, dove si fermò a Parigi e a Marsiglia. Nel 1810 fece ritorno a Parigi e iniziò a dedicare la maggior parte del suo tempo alla matematica. Nella sua Réfutation de la théorie des fonctions analytiques (Confutazione della teoria delle funzioni analitiche, 1812) segnalò i punti deboli e oscuri del ragionamento con il quale J.-L. Lagrange aveva cercato invano di dimostrare l’applicabilità delle serie di → Taylor a qualunque funzione e sostenne che è antiscientifico ogni tentativo di bandire dall’analisi matematica il concetto di infinito. Nell’altra sua opera dal titolo Critique de la théorie des fonctions génératrices de Laplace (Critica della teoria delle funzioni generatrici di Laplace, 1819), polemizzò con P.-S. de Laplace. In queste polemiche elaborò concetti e procedimenti nuovi, come le somme combinatorie, che danno luogo ai determinanti, e alcune funzioni omogenee delle radici di una equazione. Pregevoli sono le sue formule per esprimere le derivate successive di una funzione. Il suo nome è legato soprattutto alla soluzione dei sistemi di equazioni differenziali lineari. Credette di essere giunto a risolvere le equazioni letterali di qualunque grado (Résolution général des équations de tous les degrés, 1812), ma P. Ruffini dimostrò nel 1820 l’erroneità del metodo. La diffusione del suo pensiero fu ostacolata da un linguaggio oscuro, una notazione insolita e una visione metafisica e misticheggiante della matematica.