WULFSTAN
Arcivescovo di York dal 1003 alla morte, avvenuta a York il 28 maggio 1023, e vescovo di Worcester (1003-1016). Scrisse omilie. Un manoscritto della Bodleiana contiene 53 omilie, delle quali però solo 5 sono sicuramente del W.
Tra le omilie autentiche, la più notevole è Lupi sermo ad Anglos, quando Dani maxime prosecuti sunt eos, quod fuit anno millesimo XIV ab incarn. Domini n. Jesu Christi (oppure, come recano altri manoscritti: "...quod fuit in die Aethelredi regis"; "... quod fuit anno millesimo VIII").
È un vivo quadro delle miserie del popolo, considerate come castigo per la sua corruzione, sotto il regno di Etelredo II, e un appello al pentimento rivolto a tutte le classi. La religiosità del W. non ha carattere contemplativo, ma enuncia fatti. La sua morale non teorizza: egli è un giudice che, in un linguaggio talora di tinta giuridica, svela e colpisce i mali del suo tempo, visti con la chiarezza e concretezza proprie dell'uomo vissuto nell'agone politico, in contatto pratico con i bisogni e le manchevolezze della popolazione. Nel suo stile colorito, veemente, da retore e non da filosofo, si trovano tracce metriche, assonanze e allitterazioni, forse derivate da qualche ballata popolare del tempo. La successiva legislazione inglese, specie quella di Canuto, mostra chiaramente di aver tenuto conto delle lagnanze e delle idee di W.
Edizione critica delle omilie, a cura di A. Napier, Berlino 1883.
Bibl.: A. Napier, Über die Werke des altenglischen Erzbischofs W., diss., Weimar 1882; A. Brandl, in H. Paul, Grundriss der germanischen Philologie, 2ª ed., 1901-09, II, pp. 1110-1112; E. Einenkel, Der Sermo Lupi, in Anglia, VII; J. P. Kinard, A Study of W.'s Homilies, Baltimora 1897.