WÜRTTEMBERG (A. T., 53-54-55)
È uno dei principali Länder della Germania, al 3° posto per estensione e al 4° per numero d'abitanti, con 19.507 kmq. di superficie (pari al 4,15% della Germania), una volta e mezzo più grande del Baden con cui confina ad occidente, ma 4 volte minore della Baviera, suo vicino d'oriente. A S. s'affaccia sul Lago di Costanza.
A somiglianza delle altre grandi unità amministrative della Germania, il Württemberg non occupa una regione naturale, ma si estende su territorî aventi caratteri geografici assai diversi. Ciò è in rapporto con le vicende del suo sviluppo territoriale. Sorto infatti presso le rive del Neckar, ingranditosi già nel sec. XIII a spese degli Hohenstaufen e di alcune città imperiali, era ancora suddiviso all'inizio del sec. XIX tra un gran numero di signori (circa 200), quando andò acquistando l'estensione attuale, sia con l'aggregare molti possessi religiosi (1803), sia con l'annettere (1805), a spese dell'Austria, l'Alta Svevia, separata dalla valle del Neckar dal Giura svevo.
La parte a N. del Giura viene comunemente detta Unterland, quella a S. Oberland.
Dal punto di vista geologico si nota che le formazioni da NO. verso SE., dalla Foresta Nera all'Alta Svevia, diventano sempre più recenti, mentre invece le fasce vanno progressivamente allargandosi verso N. Alle rocce antiche, cristalline, della Selva Nera, succedono infatti terreni triassici (arenarie variegate, calcare conchiglifero, Keuper), cui segue più a S. (nella Svevia) la formazione giurassica, che nella parte più meridionale, sulla destra del Danubio, è ricoperta da terreni glaciali.
Nel Württemberg si possono distinguere le seguenti regioni naturali: 1. a O., tra le sorgenti del Neckar e Pforzheim, le pendici orientali della Selva Nera, con un'altezza massima di 1152 m. nel Katzenkopf del Hornisgrinde; 2. il bacino del Neckar, che si presenta come un rilievo ondulato, dove i fiumi scorrono talora infossati in profondi meandri, caratterizzato dal contrasto esistente tra le alture, che sono spesso semideserte, e le depressioni che invece appaiono sovrapopolate, tanto da costringere gli abitanti all'emigrazione; 3. il Giura svevo (Schwäbische Alb), alto in media 700-800 m., che verso NO. degrada con numerose terrazze (formate da terreni giurassici stratificati parallelamente al rilievo), mentre dalla parte opposta, verso il Danubio, forma una serie di colline separate da profondi fossati; 4. l'altipiano dell'Alta Svevia, che non è altro che una parte del grande altipiano della Germania meridionale, che a SE. s'appoggia sulle colline prealpine terziarie.
In tal modo il Württemberg, che avrebbe una forma grossolanamente triangolare (con il vertice rivolto a O.) se non vi fosse a SO. il cuneo costituito dal Hohenzollern e che risulta esteso 170 km. da oriente ad occidente e 225 da N. a S., si trova presso la zona di spartiacque tra Atlantico e Mar Nero. Il fiume di gran lunga più importante è il neckar, che scorrendo da S. a N. ha le sue sorgenti nel Baar presso il confine col Baden ed esce dal Württemberg a valle di Heilbronn dopo aver ricevuto dall'Enz, principale affluente di sinistra, e dai numerosi affluenti di destra, le acque di tutta la parte settentrionale del paese, salvo una piccola zona che spetta al Meno. A S. invece le acque vanno al Danubio e al lago di Costanza.
Anche il clima rispecchia questa posizione, caratterizzato com'è dal contrasto tra gl'influssi occidentali, che si fanno sentire attraverso la valle del Reno (clima mite, con precipitazioni abbondanti), e quelli continentali (clima asciutto e freddo). Le zone più favorite si trovano nel basso Neckar, sul Tauber, sulle rive del Lago di Costanza, quelle meno favorite nella Selva Nera e nel Giura. Influisce poi notevolmente anche l'altitudine, come appare dai dati della tabella qui sotto.
Il manto forestale resta ancora ben conservato in molte parti, tanto che poco meno d'un terzo di tutto il territorio è ricoperto da boschi; tra questi hanno la prevalenza le aghifoglie (61,5%) sulle latifoglie, che trovano condizioni favorevoli nelle zone a clima mite dell'Unterland. Qua e là non manca neppure qualche territorio stepposo, specie sui terreni calcarei.
Il Württemberg conta una popolazione di 2.695 .942 ab., in modo che la densità (138,2 ab. per kmq.) corrisponde quasi a quella dell'intera Germania (139,1). L'aumento di quest'ultima è stato però negli ultimi decennî molto più celere; nel 1871, di contro ad una densità di 93,2 ab. del Württemberg, la Germania aveva solo 76,2 ab. La media è largamente superata nella regione del Neckar, mentre ne restano al di sotto l'Alb e la parte meridionale dell'Alta Svevia. In origine (nel Neolitico e nell'età del ferro) il territorio era abitato da popolazioni celtiche e germaniche, che andarono poi mescolandosi con Alamanni e con Franconi, immigrati da altre contrade. Gli Alamanni, che dicevano sé stessi Svevi, vennero nel Württemberg nel sec. III e ad essi due secoli dopo seguirono i Franconi, i discendenti dei quali (circa un ottavo della popolazione attuale) hanno ora la prevalenza a N. della linea Calw-Marbach-Dinkesbühl, cioè nella zona più bassa del bacino del Neckar e nella regione di Jagst-Tauber. A modificare il tipo della popolazione contribuirono l'occupazione romana, il forzato insediamento di prigionieri di guerra, la venuta di profughi ugonotti e valdesi; a questi ultimi, che abitano nella zona di Dürrmenz-Mühlacker, si deve anzi l'introduzione della patata. Le antiche sedi alamanne si distinguono anche mediante la toponomastica: desinenze finali in -ingen designano le sedi svevo-alamanne, desinenze in -heim le sedi franconi. Dal punto di vista delle confessioni, prevalgono i protestanti (67,2%) sui cattolici, che in numero di 840 mila formano la maggioranza della popolazione nell'Alta Svevia. Si contano pure 10 mila Ebrei. L'emigrazione è stata nel passato molto notevole, e colonie sveve esistono negli Stati Uniti, in Palestina, Ungheria, Russia. Gönningne ed Eningen sono note come centro d'irradiazione di merciaiuoli ambulanti, che hanno girato il mondo intero.
L'insediamento è abbastanza diverso da zona a zona. I casali e i piccoli villaggi sono molto numerosi in tutto il paese e anche le minori città conservano spiccatamente il carattere di centri agricoli. Prevale la casa di tipo alamanno, che comprende in un solo edificio tutto quanto occorre per lavorare i campi, mentre verso S. si trova il tipo di casa comune nella Svizzera e a N. invece la casa francone. Nell'Alta Svevia e nella Selva Nera le abitazioni sono più spesso isolate, che riunite in villaggi, come avviene invece nell'Unterland. Oltre alla capitale, che è Stoccarda (415 mila abitanti), un po' in disparte dal Neckar, le città principali sono Ulma (che conta 62 mila abitanti), Heilbronn (che ne conta 60 mila), Esslingen (43 mila).
Dato che il terreno è molto suddiviso (come risulta dal fatto che esistono 220 mila proprietà di estensione superiore al mezzo ettaro, di cui 140 mila da 2 a 20 ha.), l'agricoltura ha un'importanza notevole e dà lavoro a oltre un terzo delle persone attive (36%); ciò ha avuto influenza anche sul carattere degli abitanti, che nel passato hanno dato più volte prova di spirito liberale. I campi si estendono sul 37,6% del territorio, i prati e i pascoli sul 23,0, i vigneti sull'1,4 (12 mila ha.). Abbastanza diffusi anche gli orti (18 mila ha.). I cereali, che trovano condizioni favorevoli nelle regioni pianeggianti, specie nella valle del Neckar e in quelle dei suoi affluenti, come pure nelle colline della Bassa Svevia, dànno una produzione superiore al fabbisogno (esportazione in Svizzera e nel Vorarlberg); prevalgono l'orzo (1067 kmq.), il frumento (946 kmq.), la spelta (ted. Spelz: 732 kmq.), la segala (248 kmq.), mentre l'avena (959 kmq.) viene utilizzata per l'allevamento, che ha pure notevole diffusione (1105 mila bovini; 672 mila suini; 140 mila ovini, questi ultimi in notevole regresso; 103 mila equini; 78 mila caprini). La patata occupa soltanto 870 kmq., la barbabietola 71 kmq.; nei posti più riparati si coltivavano pure il tabacco e la cicoria. La vite, che era un tempo alquanto più diffusa, produce vini mediocri, di consumo locale; la produzione maggiore si ha nella valle del Neckar, in quella del Tauber e nelle colline rivolte al Lago di Costanza. Il luppolo trova condizioni favorevoli nelle zone pianeggianti, dove questa coltura imprime al paesaggio un aspetto caratteristico, dati gli alti bastoni su cui si appoggiano le fronde. I frutteti (specie mele, utilizzate per fare il sidro) preferiscono i terreni lössici ed il Lehm della valle del Neckar, dove coprono in alcuni luoghi tutti i versanti. Essi si sono di recente estesi anche su terreni un tempo riservati al pascolo.
La scarsezza di minerali utili (sono solo da ricordare le miniere di ferro di Aalen-Wasseralfingen sul Kocker e numerosi depositi di sale, che dànno una produzione annua di 550 mila tonn.) ha ritardato assai lo sviluppo industriale, che si è iniziato sotto forma domestica per sopperire ai bisogni locali (economia chiusa); solo la lavorazione del legno e della carta aveva una certa importanza per l'esportazione. Poi lo sfruttamento delle forze idriche ha dato luogo all'impianto di molteplici stabilimenti ed ora l'industria si presenta molto variata, con prevalenza del ramo tessile (specie nelle valli laterali del Neckar) e meccanico (tra Esslingen e Cannstatt). Heilbronn è invece nota per la lavorazione dei metalli preziosi. Complessivamente l'industria e l'artigianato dànno lavoro al 40,6% delle persone attive. (V. tavv. CXXXIII e CXXXIV).
Bibl.: K. Hassert, Landeskunde des Königreichs Württemberg, in Samml. Göschen, 2ª ediz. 1913; R. Gradmann, Das ländliche Siedlungswesen des königreiches Württemberg, Stoccarda 1913; id., Die städtischen Siedlungen des Königreichs Württemberg, ivi 1914. Vedi inoltre i fascicoli della collezione "Stuttgarter Geographische Studien", editi dal Seminario geografico della Scuola tecnica superiore, che contengono una serie di monografie sul clima, morfologia, sviluppo industriale, comunicazioni.
Storia. - In età preistorica la regione era abitata, a quanto sembra, da tribù retiche. Verso il sec. V a. C. vi penetrarono i Celti e nella prima metà del sec. I a. C. i Germani. Al tempo di Augusto vi risiedevano i Marcomanni, che però, dinanzi alla minaccia romana, si ritirarono in Boemia. I Romani la occuparono sotto Vespasiano, costruendovi strade e castelli, che tenevano il collegamento tra Reno e Danubio, e vi trasferirono coloni dalle Gallie. Sorsero allora varie città, tra cui Sumelocenna (Rothenburg). Traiano e Adriano provvidero alla difesa del territorio, che Tacito chiama Agri decumates, costruendo il limes Raeticus.
Verso il 260 invasero la regione gli Alamanni, gruppo del popolo svevo, che la tennero contro i tentativi di riconquista romana, e vi crearono un loro regno. Nel 536, dopo che gli Alamanni furono disfatti da Clodoveo, la regione fu incorporata nel regno franco e affidata a un duca. Costui profittò della debolezza degli ultimi re Merovingi per rendersi semi-indipendente. Ma nel 730 Carlo Martello soppresse il ducato; il paese fu convertito al Cristianesimo e diviso, secondo il modello franco, in contee. Il nome stesso di "Alamanni" fu sostituito con quello di "Svevi".
Nel 917, dopo lo sfacelo dell'impero carolingio, un feudatario svevo, Burchard, si proclamò duca e fu riconosciuto dal re Enrico I.
Nel periodo degli imperatori sassoni la dignità ducale fu conferita a parenti e fedeli della famiglia. Durante la lotta delle investiture Enrico IV, dopo aver vinto il duca Rodolfo, antirè della parte papale, investì del ducato un suo partigiano, Federico di Staufen (1079). Divenuto la base della rapida fortuna degli Hohenstaufen, il ducato seguì la sorte della famiglia e, con la rovina di questa, si frazionò in una moltitudine di signorie feudali e di città libere. Tra questi piccoli stati il più importante era quello dei conti di Württemberg.
Il primo della famiglia, di cui si abbia notizia, è Corrado de Wirtinisberc, che compare poco dopo il 1080 tra gli aderenti al partito papale. I suoi discendenti seguirono gli Hohenstaufen e nel corso del sec. XII ebbero il titolo comitale (primo conte risulta nel 1135 un certo Ludovico). Il loro nome proveniva da un castello posto sul margine occidentale dello Schurwald, verso il gomito del Neckar. Lo stemma recava tre rami di corno di cervo sovrapposti.
Nel 1246, mentre la potenza di Federico II di Svevia stava crollando, il conte Ulrico I, detto il Fondatore (circa 1240-1256), passò dalla parte papale mettendosi alla testa d'una ribellione di feudatarî; caduta la casa sveva, profittò dell'interregno per ingrandirsi a spese dei dominî imperiali. Suo figlio Eberardo I il Nobile (1265-1325) riuscì a impedire agli Asburgo d'insediarsi in Svevia rendendo vani gli sforzi di Rodolfo I - che voleva riprendergli il mal tolto e restaurare il ducato - e alleandosi ai nemici di Alberto I, che fu costretto a riconoscerlo balivo della Bassa Svevia. Messo al bando da Arrigo VII di Lussemburgo, alla morte dell'imperatore riebbe terre e titoli.
Risolta con successo la partita con l'Impero, la contea si trovò alle prese con le libere città, che si sentivano minacciate. Contro Eberardo II il Litigioso (1344-1392) si costituì ad Ulma nel 1376 la lega delle città sveve. Dopo lunga e sanguinosa lotta il conte ottenne che la lega si sciogliesse, ma dovette riconoscere alle città la loro indipendenza (città immediate dell'Impero). Suo nipote Eberardo il Mite (1392-1417) si trovò invece alle prese con la bassa nobiltà: con l'aiuto delle città riuscì a battere la lega detta "degli Schlegler" (della "mazza"), ma non sottomise i cavalieri, che nel 1422 furono riconosciuti dall'imperatore Sigismondo baroni immediati dell'Impero (Reichsritter). Chiusasi così l'epoca dell'espansione territoriale dei conti del Württemberg, si stabilì in Svevia quella coesistenza di principato, città libere e bassa nobiltà, che fu caratteristica del Sacro Romano Impero.
La contea s'indebolì in seguito alla divisione avvenuta nel 1442 in due parti (di Urach e di Neuffen). Nel 1482 Eberardo V detto im Bart, riusciva a ricomporre la sua unità. Costui, che aveva sposato Barbara Gonzaga, figlia del marchese di Mantova, favorì la penetrazione dell'umanesimo e nel 1477 fondò l'università di Tubinga. Ispirandosi alle idee politiche del Rinascimento, assicurò l'indivisibilità del suo stato, organizzò una burocrazia, promulgò una legislazione unitaria e proclamò Stoccarda sua capitale. Però i suoi sforzi per la ricostituzione dell'unità resero necessaria la frequente convocazione dell'assemblea degli stati regionali (Landstände), composta dei cavalieri, della cosiddetta Landschaft, cioè dai deputati della borghesia dei circondarî (Ämter) e dei prelati; l'urgenza di nuovi tributi indusse il conte a concessioni che furono d'importanza decisiva per l'avvenire del Württemberg. Mentre i cavalieri, esonerati dai tributi, rimasero per lo più assenti dalla dieta (Landtag) e perdettero ogni influenza politica, crebbe il prestigio della Landschaft.
Il 21 luglio 1495 il Württemberg, che era la più potente tra le contee tedesche, fu elevato al rango di ducato dall'imperatore Massimiliano. Continuò tuttavia lo sviluppo dell'autorità della sua dieta, che depose il duca Eberardo II, debole di mente, sostituendolo con Ulrico I (1498-1550). Costui, intervenuto nella guerra di successione bavarese, ottenne alcune terre del Palatinato e della Baviera, ma i suoi molti debiti e la vita dispendiosa provocarono nel 1514 la rivolta agraria del "Povero Corrado", repressa con l'appoggio delle borghesie. Queste, col patto di Tubinga dell'8 luglio 1514, assunsero i debiti del duca, ottennero però la creazione d'una cassa speciale della Landschaft e inoltre il diritto di dare il proprio consenso preventivo in caso di guerra: questo patto bilaterale tra principe e borghesia è considerato punto di partenza della costituzione del vecchio Württemberg.
Il paese non ebbe però pace. Violento e dissoluto, il duca Ulrico, che, avendo assassinato un parente di Ulrico von Hutten, si attirò le invettive del celebre umanista e fu messo al bando dall'imperatore Massimiliano, entrò in conflitto con la Lega sveva e, abbandonato dagli Svizzeri che aveva assoldato, dovette fuggire dal paese (1519). Carlo V comperò allora il ducato dalla Lega e lo trasmise a suo fratello Ferdinando, già investito dei cinque ducati austriaci. In tal modo la casa d'Austria riusciva nel suo intento secolare di rafforzare gli antichi suoi possessi sull'Alto Reno, diveniva padrona dell'antico cuore dell'Impero ed era in grado di irrompere da esso in Francia. Suscitò però la diffidenza dei principi tedeschi che si volsero alla Francia, iniziando quello spostamento politico che doveva portare all'alleanza tra la Francia e la lega di Smalcalda.
Frattanto il duca Ulrico, cui erano rimaste alcune terre sulla sinistra del Reno, era stato convertito alla Riforma da Ecolampadio. Il langravio Filippo d'Assia intuì i vantaggi politico-religiosi d'una restaurazione. La Lega sveva, già sostegno dell'Austria, si era sciolta. Il popolo stesso del Württemberg, che mal sopportava il governo "spagnolo" desiderava il ritorno del suo duca. Francesco I di Francia fornì i denari occorrenti. Altri principi tedeschi, anche cattolici, aderirono. Così nel 1534 Filippo e Ulrico poterono entrare nel ducato e scacciarne gli Austriaci. Ferdinando d'Austria, impegnato contro i Turchi, dovette acconciarsi a riconoscere il duca, però come vassallo di casa d'Austria.
Ebbe inizio allora nel Württemberg la Riforma, che più che altrove è stata opera del principe. Senza scrupoli il duca incamerò a suo profitto i beni ecclesiastici, affidando il riordinamento della Chiesa a Erhard Schnepf, luterano moderato, e ad Ambrosius Blarer, di tendenza zwingliana. Sorse così, nella Germania del sudovest, tra le grandi città passate alla Riforma, anche un protestantesimo territoriale, la cui professione di fede rappresentava un anello intermedio tra la confessione luterana e quella zwingliana. Dopo varie traversie subite dal ducato in conseguenza della sua partecipazione alla lega di Smalcalda, la nuova chiesa fu definitivamente organizzata dal duca Cristoforo (1550-1568). La sua "Grande Ordinanza", che diede alla chiesa del Württemberg una rigida unità, fu presa a modello da altri principi tedeschi protestanti.
Alla testa della Chiesa fu posto il Kirchenrat. I beni ecclesiastici, separati dal patrimonio del principe, formarono il Kirchengut, con cui si provvide ai bisogni delle parrocchie e dell'istruzione: la riforma ecclesiastica comprendeva infatti anche un ordinamento scolastico, caratteristica combinazione di luteranesimo e umanesimo, con la quale gli antichi monasteri furono trasformati in scuole per teologi (Klosterschulen) e furono create scuole di latino e scuole popolari. Nel 1649 il Württemberg precorse l'intero mondo civile con l'introduzione della scuola popolare obbligatoria.
Il carattere autoritario della Riforma del Württemberg contribuì all'irrigidimento dottrinale del luteranesimo, in quanto fu il duca Cristoforo ad auspicare quella concordia, quell'unificazione ufficiale della dottrina, che, per iniziativa del suo cancelliere Jakob Andréä, fu raggiunta con la formula di Dresda del 1580.
In singolare contrasto con l'assolutismo ecclesiastico andò progredendo la costituzione borghese dello stato. Gli Austriaci vi avevano introdotto l'amministrazione centralistica e il duca Ulrico si era affrettato ad adottarla. Il duca Cristoforo aveva promulgato, come altri principi tedeschi del suo tempo, il diritto territoriale (Landrecht) del Württemberg, compilato sul diritto romano. Ma nel 1554 la dieta (Landtag), che ormai era composta soltanto della Landschaft e dei prelati protestanti, istituì una propria giunta permanente (Ausschuss) di otto membri, che riunì in sé i poteri dei Landstände e che si integrava per cooptazione: organo di tutela dei diritti della borghesia, la giunta divenne una specie di oligarchica conreggenza. Il duca, che poteva disporre soltanto dei beni demaniali, doveva chiedere alla dieta l'approvazione dei tributi. Un tentativo di reazione del duca Federico I (1593-1608), seguace di Bodin e uno dei primi campioni dell'assolutismo, s'interruppe con la sua morte. I Landstände fecero giustiziare il suo cancelliere Matteo Enzlin e crearono una "cassa segreta" per la difesa della costituzione. Nel 1629 fu creato il Geheimer Rat (Consiglio segreto), organo permanente di governo, che doveva vigilare sulla costituzione e rispondere in modo uguale alla dieta e al principe. Anche le amministrazioni dei circondarî (Ämter) godevano d'autonomia e persino la burocrazia era tutelata dalla costituzione.
Il ducato, che era stato tra i fondatori dell'Unione protestante, fu terribilmente provato dalla guerra dei Trent'anni. Passaggi d'eserciti, invasioni, saccheggi e la peste desolarono il paese, la cui popolazione scese da 450.000 a 150.000 abitanti. Solamente il prevalere delle armi franco-svedesi, alla fine della guerra, salvò la sua esistenza di avamposto protestante nella Germania meridionale, ormai ridivenuta cattolica.
Dopo la pace di Vestfalia mancò al ducato lo slancio d'espansione di altri principati tedeschi. Preso in mezzo nel duello franco-austriaco, esso si volse ora dall'una ora dall'altra parte, a seconda del maggior pericolo. Il duca Eberardo III (1628-1674) aderì alla Lega renana promossa dal Mazzarino. Eberardo Ludovico (1677-1733) prese parte invece alla guerra di successione spagnola contro Luigi XIV. Carlo Alessandro (1733-1737) si alleò all'Austria nella guerra di successione polacca. La necessità di fondi per la guerra indusse quest'ultimo a rinnovare la lotta con la dieta: egli aveva incaricato l'ebreo J. Süss Oppenheimer di escogitare nuovi mezzi fiscali e, dinanzi all'opposizione della Landschaft, risolse di spezzar la potenza di questa. Ma la sua improvvisa morte troncò questo piano e il suo finanziere fu suppliziato per ordine della dieta. La lotta fu ripresa dal figlio Carlo Eugenio (1737-1793), principe frivolo e spendereccio, cui non bastava il sussidio che riceveva dalla Francia. Egli gettò in prigione senza processo il consulente giuridico della Landschaft J. J. Moser, che guidava la resistenza alle sue imposte arbitrarie. La giunta si rivolse al Reichshofrat di Vienna, che per l'intervento di Federico II di Prussia, paladino per l'occasione dei diritti della dieta, iniziò delle trattative che si conclusero nel 1770 col cosiddetto Erbvergleich: il duca ebbe torto e la dieta ne uscì rafforzata e poté gloriarsi del titolo di corpus repraesentativum dell'intera patria.
Disastroso fu l'intervento del Württemberg nella guerra contro la Francia rivoluzionaria. Costretto da Moreau alla pace separata (1796), il duca Federico Eugenio dovette abbandonare la contea di Montbéliard, che la famiglia possedeva dal 1498, e altre terre sulla sinistra del Reno. Il pagamento di un'indennità rese necessaria la convocazione della dieta, che inviò un suo rappresentante a Parigi e nominò una giunta segreta per il mantenimento della neutralità. Il duca Federico II (1793-1816) prese misure di rigore contro l'assemblea, denunciò nel 1799 il trattato di neutralità e si schierò con l'Austria. Ma deluso da questa e abbandonato a sé stesso iniziò trattative con Napoleone, che lo compensò delle perdite con nove città imperiali e varie abbazie secolarizzate. Con questi territorî il duca creò il Nuovo Württemberg, stato assoluto con un proprio ministero e con capitale Ellwangen. Nel 1803 Federico II era elevato alla dignità di principe elettore.
Il Württemberg fece parte di quel gruppo di stati medî, che Napoleone creò contro la Prussia e l'Austria, e legò alla propria fortuna. Nel 1805 esso dovette entrare in guerra contro la terza coalizione e fu compensato, dopo Austerlitz, con varî dominî austriaci sull'alto Danubio, e con possessi dei Cavalieri Teutonici, dei Giovanniti e dei Reichsritter. Col trattato di Presburgo (26 dicembre 1805) l'elettore ottenne la corona reale. La nuova dignità gli consentì di abolire finalmente la vecchia costituzione: il vecchio e il nuovo Württemberg furono fusi in un'unica monarchia, retta da un'amministrazione a tipo napoleonico. Però il nuovo sistema si ridusse ben presto a un dispotismo poliziesco in un paese che possedeva una tradizione di vivace vita politica, e dove l'idea della nazione era stata fin dal 1765 diffusa dagli scritti di F. C. von Moser.
Entrato nella Lega renana, il Württemberg ebbe nuovi compensi di territorî secolarizzati e di piccoli principati "mediatizzati". Però l'unica figlia del re, Caterina, dovette andar sposa a Gerolamo Bonaparte, re di Vestfalia, e le truppe del Württemberg dovettero battersi nel 1806 e 1807 contro la Prussia, nel 1809 contro l'Austria, nel 1812 contro la Russia. Dopo la battaglia di Lipsia il re riuscì a intendersi con Metternich, che col trattato di Fulda (2 novembre 1813) gli garantì l'integrità dei suoi possessi e la piena sovranità. Le truppe del Württemberg, aggregate all'esercito dell'austriaco Schwarzenberg, presero parte alla campagna di Francia, e intervennero anche durante i Cento giorni.
Con gli altri stati tedeschi il Württemberg entrò nel Bund, creato dal Congresso di Vienna, ottenendo al Bundestag (dieta federale) di Francoforte un posto tra gli undici maggiori stati. Poiché l'atto di fondazione del Bund contemplava l'introduzione di rappresentanze costituzionali, re Federico convocò nel 1815 una dieta, sottoponendole un progetto di costituzione ispirato alla carta di Luigi XVIII. Il progetto fu respinto, perché la borghesia esigeva la restaurazione dell'antica costituzione, "il vecchio buon diritto". Le "poesie patriottiche" di Ludovico Uhland infiammavano alla resistenza. Nel 1817 il nuovo re Guglielmo I (1816-64) sottopose alla dieta un nuovo progetto su modello inglese, che fu anche respinto. Però la minaccia d'intervento dell'Austria e della Prussia indusse governo e dieta ad accordarsi: il 25 settembre 1819 fu approvata una costituzione con due camere, la prima composta dall'alta nobiltà e dai membri nominati a vita dal sovrano, la seconda composta di alcuni "privilegiati" (deputati delle università, dei cavalieri e del clero), e di deputati eletti per voto indiretto dai cittadini forniti di censo. Metternich vide di mal'occhio la nuova costituzione; ma re Guglielmo seppe difenderla acquistando grande popolarità in tutta la Germania come "re costituzionale modello".
Nel 1828 il Württemberg aveva concluso l'unione doganale con la Baviera: nel 1833 questa unione costituì con l'unione doganale prussiana lo Zollverein tedesco. Politicamente invece il Württemberg fu avverso alla Prussia e aderì all'"idea della triade", al piano cioè d'una lega degli stati sud-occidentali, che tenesse testa all'Austria e alla Prussia.
La rivoluzione del '48 portò al potere l'opposizione liberale capeggiata da F. Romer, che accolse la costituzione del Reich proposta dall'Assemblea nazionale di Francoforte. Quando Austria e Prussia disertarono quest'assemblea, la parte democratica superstite (Rumpfparlament) si trasferì a Stoccarda, ma finì per esser sciolta manu militari. Il ministero liberale fu licenziato e la costituzione del 1819 fu ripristinata.
Decisamente antiprussiano e grande-tedesco, il Württemberg entrò in campo, nel 1866, a fianco dell'Austria. Ma sconfitto a Tauberbischofsheim e abbandonato dall'Austria, dovette firmare una pace separata e versare un'indennità. Il ministro K. von Varnbüler propose allora un trattato segreto d'alleanza militare a Bismarck, che si affrettò ad accoglierlo. Si formò pure nel paese un "partito tedesco" che chiedeva l'adesione al Bund prussiano, ma che incontrò l'opposizione del "partito popolare" favorevole a un Südbund, a una lega degli stati meridionali. Fallito questo piano, progredì l'avvicinamento alla Prussia: nel 1867 i quattro stati meridionali si accordarono per riorganizzare l'esercito secondo il modello prussiano, lo Zollverein fu rinnovato e nel 1868 si aprì a Berlino un comune parlamento doganale (Zollparlament). In tale occasione fu introdotto nel Württemberg il suffragio universale.
Scoppiata la guerra franco-prussiana, il Württemberg entrò subito in campagna accanto alla Prussia. Il 25 nommbre 1870 esso aderiva al Norddeutscher Bund e il 1° gennaio 1871 diveniva uno stato federale (Bundesstaat) del nuovo impero. Conservò però una relativa autonomia giudiziaria, postale, militare, scolastica, amministrativa, fiscale, ferroviaria. Nel Reichstag gli furono assegnati 17 seggi.
Nel 1918, scoppiata la rivoluzione di novembre, re Guglielmo II, che regnava dal 1891, abdicò. A capo del governo provvisorio si mise il socialdemocratico W. Blos, che il 7 marzo 1919 fu eletto dall'assemblea regionale presidente dello stato. Il 26 aprile fu promulgata una nuova costituzione repubblicana. Il paese si andò però volgendo rapidamente verso destra: nel giugno 1920 era eletto presidente il democratico J. Hieber, nel 1924 il tedesco nazionale W. Bazille, nel 1928 il deputato del. Centro E. Bolz, il 22 marzo 1933 il nazional-socialista W. Murr, che divenne poi Reichsstatthalter (luogotenente del Reich).
Bibl.: W. Heyd, Bibliographie der w.schen Geschichte, voll. 6, Stoccarda 1895-1929. Fonti: W.sche Geschichtsquellen, raccolta edita dalla Kommission f. Landesgeschichte, voll. 19, Stoccarda 1894-1914, di cui va menzionato il volume di E. Schneider, Ausgewählte Urkunden zur w.schen Geschichte, ivi 1911; A. L. Reyscher, Sammlung d. w.schen Gesetze, voll. 19, ivi 1828-51; W.s Landtagsakten (1498-1515 e 1593-1608), voll. 3, ivi 1910-13.
Per la storia antica della regione: K. Bittel, Die Kelten in Württemberg, Berlino 1934; Fr. Hertlein, O. Paret, P. Gössler, Die Römer in Württemberg, voll. 3, Stoccarda 1928-32.
Per la storia della contea e del ducato, oltre alle vecchie opere di CH. F. Sattler, Geschichte des Herzogthums Württemberg unter der Regierung der Graven, voll. 4, 1767-68, e unter der Regierung der Herzogen, voll. 13, 1769-83, e di L. T. Spittler, Geschichte Württembergs, 1783, è fondamentale l'opera di Chr. Fr. Stälin, Geschichte Württembergs, voll. 2, Gotha 1882-87. Hanno carattere divulgativo: Illustrierte Geschichte von Württemberg, a cura di M. Bach, 2ª ed., Stoccarda 1891; Württemberg wie es war und ist, a cura di C. Weilbrecht, ivi 1898; C. Belschner, Geschichte Württembergs in Wort und Bild, ivi 1902; K. Weller, W.sche Geschichte, 2ª ed., Berlino e Lipsia 1916.
Per la storia della costituzione e della riforma: G. Hegel, Beurtheilung der im Druck erschienenen Verhandlungen in der Versammlung der Landstände des Königreichs Württemberg im Jahre 1815 und 1816, Jubiläumsausgabe, VI, Stoccarda 1927; C. V. Fricker e Th. Gessler, Geschichte der Verfassung Württembergs, ivi 1869; E. Schneider, W.sche Geschichte, ivi 1896; F. Wintterlin, Geschichte d. Behördenorganisation in Württenberg, voll. 2, ivi 1904-06; A. List, Der Kampf ums gute alte Recht, Tubinga 1913; S. E. Adam, Ein Jahrhundert w. scher Verfassung, Stoccarda 1919; A. Pfister, König Friedrich von W. u. seine Zeit, ivi 1888; E. Schneider, W.sche Reformationsgeschichte, ivi 1887. Si consultino altresì i 40 volumi dei W.sche Vierteljahrshefte f. Landesgeschichte (Stoccarda).