Vedi XANTEN dell'anno: 1966 - 1997
XANTEN
Città tedesca sul basso corso del Reno, a N-O del Wesel, nei pressi della quale sono situate le rovine di più accampamenti legionari romani (vetera castra) e di una città (colonia ulpia traiana) della provincia romana Germania Inferior.
Vetera Castra I. - Su di un'altura della sponda sinistra del Reno nei pressi della confluenza deI fiume Lupa (oggi Lippe) fu impiantato, sotto Augusto, un accampamento militare per due legioni che era, insieme a Mogontiacum (oggi Magonza) e Argentoratum (oggi Strasburgo), un caposaldo dell'armata romana in Germania ed una importante base di partenza per la conquista del territorio a destra del Reno. Il nome, citato una prima volta da Tacito, fu preso da quello di un abitato indigeno la cui posizione ed estensione sono ancora totalmente sconosciute. Le fasi iniziali dell'accampamento di Vetera, dal quale provenivano anche due delle legioni dell'armata romana di Varo distrutta nella disfatta dell'anno 9 d. C., poterono essere esplorate solo in minima parte. Durante gli scavi sono stati trovati i resti di più accampamenti dell'epoca di Augusto e di Tiberio, con fortificazioni semplici costituite da valli di terra rinforzati con palizzate; le costruzioni all'interno erano di legno. Probabilmente sotto Claudio fu costruito per la prima volta un accampamento in pietra del quale fino ad ora sono stati scoperti soltanto un lazzaretto (valetudinarium) e i resti di un secondo edificio di ignota destinazione, non però la cinta. Sui resti di questi vecchi impianti fu costruito, probabilmente sotto Nerone, un nuovo accampamento in pietra, le cui dimensioni erano di circa m 900 × 600. Si è potuto stabilire con una certa sicurezza l'andamento e il tipo costruttivo del vallo fortificato, a quanto pare, parte con palizzate e parte con mattoni seccati all'aria, e la posizione delle porte. All'interno del campo gli scavi hanno riportato in luce la pianta di numerosi edifici tra cui i principia (ovvero il praetorium), due grandi case di abitazione di dimensioni assai rispettabili con peristilio e porticato a tipo circolare per i legati delle legioni, piccole case di abitazione per i tribuni militari, numerose caserme e un lazzaretto. All'angolo S-E dell'accampamento si appoggiavano le canabae castrenses, le botteghe e le abitazioni dei mercanti, nelle immediate vicinanze delle quali era situato anche un semplice anfiteatro, fatto di valli di terra e di legno. Questo accampamento neroniano fu conquistato durante la sommossa dei Batavi sotto Civilis, negli anni 69-70 d. C., saccheggiato e completamente bruciato.
Vetera Castra II. - Ristabilito l'ordine nella provincia Germania Inferior con una decisiva vittorria sui Batavi nel 70 d. C., le truppe romane impiantarono un nuovo campo, che, per ragioni militari, fu spostato più verso oriente rispetto al precedente; nelle vicinanze della sponda del Reno. Questo nuovo accampamento, destinato ad accogliere una sola legione, è stato individuato soltanto da scarsi avanzi: il Reno ha notevolmente modificato il suo corso in questa zona e scavato nel corso del tempo, con un'ansa protratta verso S, al di sotto dell'altura sulla quale erano situati Vetera Castra II di modo che il campo è venuto a franare. Parte delle rovine precipitate sono state scoperte durante lavori di dragaggio e riportate in luce. Da numerosi ritrovamenti minori si può approssimativamente stabilire l'epoca dei Vetera Castra II (fine del I sec. fino alla seconda metà del III sec. d. C.), tanto da giustificare la supposizione che il campo sia stato distrutto con l'invasione dei Franchi nell'anno 276 d. C. Una occupazione militare susseguente non è documentata né da fonti letterarie né da ritrovamenti archeologici.
Colonia Ulpia Traiana. - A N-O di Vetera Castra, immediatamente presso la sponda di un braccio del Reno, esisteva già ai tempi del primo accampamento legionario un piccolo abitato di civili indigeni a carattere prevalentemente contadino, testimoniato da numerosi ritrovamenti e da scavi. Malgrado una distruzione connessa con gli avvenimenti militari dell'anno 69-70 d. C. e un incendio di epoca posteriore, l'abitato si estese ben presto a dimensioni considerevoli e fu elevato a colonia da Traiano negli anni fra il 98 e il 107 d. C. Contemporaneamente però il vecchio abitato fu abbattuto e fu impiantata una nuova città con pianta regolare quadrata, che ottenne il nome onorifico di Colonia Ulpia Traiana e che era, accanto a Colonia, la più importante città della Germania Inferior.
Attraverso scavi e ricerche si è potuto fino ad ora accertare l'approssimativo andamento delle mura cittadine, stabilire l'ubicazione di tre delle porte, fissando gli assi principali della sua pianta.
Le costruzioni della Colonia Ulpia Traiana invece sono state fino ad oggi esplorate soltanto in piccolissima parte. Fino ad ora sono conosciuti e portati in luce un grande impianto termale, un anfiteatro, i resti di un tempio con un portico probabilmente tutt'intorno e alcune case di abitazione, in parte con peristilio. Davanti alla città, nelle vicinanze della porta orientale, è stato scoperto un molo di attracco fatto di una doppia travatura in legno, risalente probabilmente ancora ai tempi del vecchio abitato. A S-E della città sono state riportate alla luce tracce di un più piccolo abitato di artigiani (forni da vasaio e i resti di una conduttura d'acqua). Ritrovamenti minori dei più svariati tipi hanno dimostrato che Colonia Ulpia Traiana era abitata nell'intero suo perimetro ancora nel IV sec. d. C.
Bibl.: H. v. Petrikovits, Birten, in Niederrheinisches Jahrbuch, III. 1951, pp. 37-47; L. Weissgerber, Das römerzeitliche Namensgut des Xantener Siedlungsraumes, in Bonner Jahrbb., CLIV, 1954, pp. 94-136; H. Hinz, Xanten zur Römerzeit, Xanten 1960, 2a ediz. 1963; H. v. Petrikovits, Das römische Rheinland, Colonia - Opladen 1960, passim; J. C. Mann, Colonia Ulpia Traiana a. the Occupation of Vetera II, in Bonner Jahrbb., CLXII, 1962, p. 162-164; H. v. Petrikovits, Vetera und Colonia Traiana (in preparazione). Vetera: H. Lehner, Das Römerlager Vetera bei Xanten, Bonn 1926; id., Vetera, in Röm. Germ. Forsch., IV, Berlino-Lipsia 1930; F. Oelmann, in Germania, XV, 1931, pp. 221-229, figg. 1-3, tav. 16; id., ibid., XVIII, 1934, pp. 263-271, figg. 1-3, tavv. 27-28; R. Schultze, Die römischen Legionslazarette in Vetera und anderen Legionslagern, in Bonner Jahrbb., CXXXIX, 1934, pp. 54-63, tav. d'agg. 2; H. Scheller, Die Entstehung der Bislicher Insel, ibid., CLVII, 1957, pp. 272-293, figg. 1-2, tav. 30-37; H. v. Petrikovits, in Pauly-Wissowa, VIII A 2, 1958, c. 1801-1834, figg. 1-3, s. v. Vetera; id., Die Legionsfestung Vetera II, in Bonner Jahrbb., CLIX, 1959, pp. 89-133, figg. 1-16, tavv. 15-24. Colonia Ulpia Traiana: W. Bader, in Germania, XVIII, 1934, pp. 112-117, figg. 1-5, tavv. 13-14; H. Stoll, ibid., XX, 1936, pp. 184-188, fig. 1-3, tavv. 36-37; K. Heidenreich, Das Amphitheater der Colonia Traiana, ein Versuch seiner Wiederherstellung, in Bonner Jahrbb., CXLV, 1940, pp. 33-62, figg. 1-4, tavv. 6-12 H. v. Petrikovits, Die Ausgrabungen in der Colonia Traiana bei Xanten, ibid., CLII, 1952, pp. 41-161, figg. 1-39, tavv. 4-25; H. Borger, in Neue Ausgrabungen in Deutschland, Berlino 1958, pp. 380-390, figg. 1-4; H. Hinz, Die Xantener Therme und ihre Umgebung, in Neue Ausgrabungen... Berichte über die Tagung der Koldewey-Gesellschaft, 1959, Bonn 1960, pp. 33-35, fig. 10; id., Römische Wasserleitung südlich von Xanten, in Bonner Jahrbb., CLIX, 1959, pp. 134-148, figg. 1-9, tavv. 25-26; H. Borger, ibid., CLX, 1960, pp. 313-341, fig. 1, tavv. 43-55; H. Hinz, I. Bericht über die Ausgrabung in der Colonia Traiana nördlich von Xanten, ibid., CLXI, 1961, pp. 343-395, figg. 1-11, tavv. 67-76; H. Borger, ibid., CLXI, 1961, pp. 396-448, figg. 1-3, tavv. 77-103. Oggetti trovati: P. Steiner, Xanten, Sammlung des Niederrheinischen Altertumsvereins, Francoforte s. M. 1911; E. Espérandieu, Recueil gén. de bas-relief... de la Gaule Romaine, IX, 1925, nn. 6577-6617. Iscrizioni: C.I.L., XIII, 2, 2, 1907, nn. 8606-8660; XIII 4, 1916, nn. 12076-12084.