XANTO (Xanthus, Ξάνϑος)
Città antica della Licia nella valle del fiume omonimo, oggi Eşen Çay, a settanta stadî dalla foce (Strab., XIV, p. 666). Fatti capitali della storia di Xanto sono la duplice eroica resistenza dei suoi cittadini una prima volta ad Arpago, generale di Ciro primo re dei Persiani, quando questi, abbattuto il regno di Lidia, estese a tutta l'Asia Minore la sua signoria; la seconda volta a Bruto, l'uccisore di Cesare, quando raccoglieva armati in Oriente per opporsi ad Antonio e a Ottaviano. L'una e l'altra volta la città fu espugnata e data alle fiamme con grave perdita di vite degli ostinati difensori. Nonostante queste gravi sciagure, imponenti resti monumentali rimangono delle città, presso l'attuale villaggio di Günük, e cospicue opere d'arte ne furono asportate per le collezioni del British Museum. Riconoscibili sono le mura, un teatro, templi, edifici sepolcrali. Il British Museum in seguito a ripetute visite sul luogo di Xanto di sir Charles Fellows tra il 1838 e il 1842 inviò una nave che caricò un largo bottino di marmi, tra i quali i preziosi rilievi del monumento delle Arpie e del monumento delle Nereidi.
Oltre al fiume della Licia, già ricordato, si chiamava Xanto il fiume della Troade noto anche sotto il nome di Scamadro.
Bibl.: Ch. Fellows, Excursion in Asia Minor, Londra 1839, p. 225: id., Discoveries in Lycia, ivi 1841, p. 164; Spratt e Forby, Travels in Licia, ivi 1847 (con pianta delle rovine della città nel vol. II); E. Petersen-F. v. Luschan, Reisen in Lykien, Milyas und Kibyratis, Vienna 1889, I, p. 127; II, p. 4; A. H. Smith, A Guide of the Department of Greek and Roman Antiquities in the British Museum, Londra 1912, pp. 6, 63.