ΧΟAΝΟΝ (v. vol. VII, p. 1236)
Dei più antichi simulacri di culto, per lo più lignei, ricordati dalle fonti come xòana, non restano testimonianze dirette, ma di essi dà un'idea la statuetta di Hera rinvenuta nell’Heràion di Samo nel 1961, al museo di Vathì. Quest'opera si distingue dagli altri anathèmata del santuario per la sua «monumentalità», evidente, pur nelle dimensioni ridotte, per l'attenta riproduzione di particolari iconografici anche nella veduta posteriore e per la ricca e minuziosa decorazione, offrendo una testimonianza attendibile della statua di culto dell'Hekatòmpedon del VII sec. a.C. Essa costituisce al tempo stesso un documento eccezionale per la conoscenza della scultura lignea greca di età arcaica, le cui creazioni, come attestano i rinvenimenti dell’Heràion conservatisi per favorevoli condizioni di umidità del terreno, dovevano essere frequenti sia come votivi sia come oggetti di culto.
La figura, di tipo dedalico, è rappresentata stante, con gli avambracci, ora perduti, protesi in avanti a sorreggere degli attributi. Un tenone inferiore fissava la statuetta in una base lavorata a parte e non conservata, alla stregua del simulacro del tempio. Le vesti, costituite da un chitone aderente, stretto in vita da un'alta cintura e da una mantellina (πρόλημμα o ἐπίϐλημα) che copriva le spalle, sono minuziosamente decorate con fregi a motivi geometrici. L'elemento più caratteristico, che sembra a ragione rimandare alla statua di culto, è il copricapo, una mitra con alto diadema anteriore, finemente decorata.
Gli elementi che compongono l'abbigliamento della dea hanno preciso riscontro negli inventarî dell'Heràion, più recenti di qualche secolo ma con dati riferibili all'idolo di età arcaica. La statuetta è confrontabile, per elementi iconografici e stilistici, con opere cretesi del VII sec. a.C.: in particolare numerosi esemplari di coroplastica dalla stipe dell'acropoli di Gortina offrono riscontro al peculiare abbigliamento della dea e al tipico copricapo; dalla stessa stipe proviene peraltro un frammento fittile che conserva la parte inferiore di una figura femminile la cui veste è ornata da un fregio con un motivo analogo a quello della statuetta di Samo, tipico dell'intaglio del legno.
Oltre all'immagine di Hera, sono attribuibili alla produzione artistica cretese altre statuette in legno rinvenute dell’Heràion, che non si possono propriamente definire x., anche se nelle fonti letterarie ed epigrafiche è attestato l'impiego del termine per indicare degli anathèmata, in legno o altro materiale, evidentemente in riferimento al valore sacrale delle sculture votive. Tali sarebbero il frammento di kore da Agrigento, stilisticamente ricollegabile alle korai di Palma di Montechiaro (v. vol. IV, p. 534, fig. 624), e la statuetta maschile da Clazomene, ora a Monaco, entrambi lignei, con avambracci di riporto, di stile dedalico o sub-dedalico.
A un diverso orizzonte culturale sembrerebbero riferirsi le statuette lignee rinvenute in Sardegna, a Olbia (località Sa Testa) e Sulcis, in contesti punici: la figura umana è riprodotta in forme stilizzate, non prive di un certo plasticismo nell'esemplare dal pozzo nuragico di Sa Testa, che denotano tuttavia una diversa concezione artistica, più che una difficoltà tecnica di lavorazione. Una più evidente visione non organica della figura umana si esprime nei legni votivi dal Santuario di Mefite a Rocca S. Felice (Valle d'Ansanto, Avellino), a testa umana su corpo a trave, databili genericamente tra il VI e il IV sec. a.C. Ex voto dello stesso tipo ricorrono in epoca posteriore nei santuarî delle sorgenti in ambiente celtico.
Solo pochi esemplari dalla stipe di Rocca S. Felice attestano l'influsso della tradizione figurativa greca di età arcaica.
Bibl.: In generale: W. H. Gross, in RE, IX, A, 2, 1967, cc. 2140-2149, s.v.; id., in KIPauly, V, 1975, c. 1435 ss., s.v.; J. Papadopoulos, Xoana e sphyrelata, Roma 1980 (rec. G. Sacco, in Rivista di filologia e d'istruzione classica, CX, 1982, p. 324 ss.). - Per la connessione con la figura di Dedalo: F. Frontisi-Ducroux, Dédale. Mythologie de l'artisan en Grèce ancienne, Parigi 1975.
Statuetta di Hera da Samo: D. Ohly, Neue Holzfunde aus dem Heraion von Samos. Befund und Rekonstruktion der Herastatuette, in AM, LXXXII, 1967, pp. 89-99, tavv. xliii-xlvii (con bibl. prec.); G. Kopeke, Neue Holzfunde von Samos, ibid., pp. 102-107; E. Simon, Die Götter der Griechen, Monaco 1969, p. 54, fig. 49; H.-V. Herrmann, Zum Problem der Entstehung der griechischen Grossplastik, in Wandlungen. Studien zur antiken und neueren Kunst E. Homann-Wedeking gewidmet, Waldsassen 1975, pp. 35-48, tav. ν a; I. e T. Raubitscheck, Der kretische Gürtel, ibid., p. 49 s.; R. Hampe, E. Simon, Tausend Jahre frühgriechischer Kunst, Monaco 1980, p. 228 ss., nn. 349-351; H. Kyrieleis, Neue Holzfunde aus dem Heraion von Samos, in ASAtene, LXV, 1983, p. 299; A. Lembesi, ibid., p. 321.
Rinvenimenti lignei da Samo: D. Ohly, in AM, LXVIII, 1953, p. 77 ss.; E. Homann-Wedeking e altri, Samos 1965. Heraion. Kastro Tigani. Holzfunde im Heraion, in AA, 1966, p. 158 ss.; G. Kopeke, art. cit., p. 100 ss.; H. Kyrieleis, Archaische Holzfunde aus Samos, in AM, XCV, 1980, p. 87 ss.; id., Neue Holzfunde..., cit., p. 295 ss.; A. Giuliano, Arte greca, I, Milano 1986, p. 190 s.
Statuetta da Gortina: D. Levi, Gli scavi del 1954 sull'acropoli di Gortina, in ASAtene, n.s., XVII-XVIII, 1955-1956, p. 236, n. 247, tav. xxxvi; G. Rizza, V. Santa Maria Scrinari, Il Santuario sull'Acropoli di Gortina, Roma 1968.
Frammento di kore da Agrigento: E. De Miro, La fondazione di Agrigento e l'ellenizzazione del territorio fra il Salso e il Platani, in Kokalos, VIII, 1962, p. 140 s., tav. lii, 2.
Statuetta maschile da Clazomene: R. Lullies, in AA, 1938, c. 425, n. 3, fìgg. 3-4.
Statuette lignee dalla Sardegna centro-settentrionale: M. L. Uberti, in E. Acquare, S. Moscati, M. L. Uberti, La Collezione Biggio. Antichità puniche a Sant'Antioco, Roma 1977, p. 27 ss., tav. ix; F. Nicosia, in Kunst und Kultur Sardiniens von Neolithikum bis zum Ende der Nuraghenzeit (cat.), Karlsruhe 1980, p. 205 ss.; G. Tore, Elementi culturali semitici nella Sardegna centro-settentrionale, in Atti della XXII Riunione Scientifica nella Sardegna centro-settentrionale, Firenze 1980, pp. 493 s., 503, n. 6, fig. 3.
Legni votivi dal Santuario di Mefite, Rocca S. Felice, Valle di Ansanto: A. Bottini, in NSc, 1976, pp. 374-382.
Legni votivi dai santuarî delle sorgenti in Gallia: S. Deyts, Les bois sculptés des Sources de la Seine (Gallia, Suppl. XLII), Parigi 1983; A. M. Romeuf, Ex-voto en bois de Chamalières (Puy-de-Dôme) et des sources de la Seine. Essai de comparaison, in Gallia, XLIV, 1986, p. 65 ss.