Montépin, Xavier Aymon de

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Scrittore francese (Apremont 1823 - Parigi 1902). Compose molti romanzi d'appendice di carattere popolare, fra i quali si ricordano Les chevaliers du lansquenet (10 voll., 1847, in collab. col Marchese di Foudras), Les drames de l'adultère (1873) e La porteuse de pain (5 voll., 1884-85), il suo maggiore successo. Ridusse poi per le scene alcuni dei suoi romanzi.

Vedi anche
Mario Mattòli Mattòli, Mario. - Regista italiano (Tolentino 1898 - Roma 1980); creatore della compagnia Za Bum, fu direttore di numerose compagnie teatrali. Nel cinema dal 1933, ha diretto: Tempo massimo (1934); Amo te sola (1935); Questi ragazzi (1936); Felicita Colombo (1937); Abbandono (1940); Ore 9, lezione di ... Parigi (fr. Paris) Città capitale della Francia (2.181.371 ab. nel 2006; 10.142.977 ab. nel 2008, considerando l’intera agglomerazione urbana). È situata sulle rive della Senna, al centro dell’Île-de-France, e alla confluenza nella Senna della Marna e dell’Oise. Amministrativamente la città era compresa nel ... Louis Feuillade Feuillade ‹föi̯àd›, Louis. - Regista cinematografico francese (Lunel 1873 - Nizza 1925); direttore artistico della Gaumont dal 1908 al 1923, diresse una serie di film di buon livello cinematografico tratti da romanzi d'appendice; molta fortuna ebbe la serie Fantômas (1913-14) in cinque parti, che si ... Carolina Invernìzio Invernìzio ‹-zz-›, Carolina. - Scrittrice italiana (Voghera 1851 - Cuneo 1916). Autrice di romanzi, tipica espressione, in Italia, del cosiddetto romanzo d'appendice. Sulle orme di X.-A. de Montépin, nei suoi libri narrò con facile maniera storie emozionanti e patetiche, che ebbero larghissima diffusione ...
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Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).