xenotrapianto
s. m. – Trapianto di organi eseguito tra individui di specie differenti. La disponibilità di organi umani per il trapianto è molto limitata rispetto al numero di pazienti che necessitano di cuore, fegato, reni o polmoni nuovi. Tale carenza non sarà colmata in modo significativo con le sole donazioni di organi umani e si rende quindi necessario trovare fonti alternative. Una delle soluzioni più promettenti è lo x., ovvero il trasferimento in esseri umani di organi prelevati da animali; tra questi, i maiali sono la specie favorita, in quanto la loro fisiologia e le dimensioni dei loro organi sono simili a quelli dell'uomo, sono domestici e si allevano con facilità. Le scimmie non sono invece ritenute adatte, sia perché ragioni etiche impediscono l'uso dei Primati, sia perché farebbero aumentare il rischio di trasferire virus, trattandosi di specie relativamente vicine all'uomo. Tuttavia, l'impiego di maiali non esclude il rischio di infezioni da retrovirus endogeni (presenti all'interno del loro genoma), non solo per il paziente, ma per chiunque venga in contatto diretto o indiretto con il paziente trapiantato. Prima di procedere con gli x. sono dunque necessarie ulteriori ricerche sulla possibile insorgenza di infezioni da retrovirus suino, come pure test diagnostici, screening per virus, studi clinici e una valutazione globale del rischio. La marcata reazione immunologica provocata dai trapianti di tessuti suini nell'uomo rappresenta il maggiore impedimento a una loro applicazione clinica. Nel 2002, negli Stati Uniti sono stati clonati maialini privi del gene che provoca la reazione di rigetto più pericolosa nell'uomo. Ottenere dei maiali geneticamente modificati, capaci di minimizzare la risposta immunitaria, è stato un passo molto importante e nei test clinici effettuati i tessuti prelevati da suini così manipolati hanno fatto registrare un notevole incremento dei tempi di sopravvivenza successivi al trapianto, che sono arrivati fino a sei mesi. Permane tuttavia il rischio di infezione da parte dei virus suini, peraltro aumentato dal fatto che spesso la pratica del trapianto rende necessaria l’immunosoppressione del paziente, il quale si trova di conseguenza maggiormente esposto a infezioni di ogni tipo. Questo rende ancora più pressante la necessità di cooperare a livello internazionale per evitare abusi e salvaguardare la sicurezza dei pazienti, nonché per coordinare gli studi futuri dal punto di vista sanitario, clinico ed etico.
Regolamentazione. ‒ Nel 2005 l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato una risoluzione riguardante il trapianto di organi e tessuti nell’uomo, che contiene le linee guida relative agli x. e che è stata accettata da tutti gli stati membri. Essa sollecita a seguire linee guida specifiche, come per esempio l’autorizzazione allo x. solo in presenza di un efficace controllo normativo e di vigilanza da parte delle autorità sanitarie nazionali, l’individuazione di misure protettive rispetto al rischio di trasmissione secondaria di patogeni xenogenici che potrebbero avere infettato i riceventi e la collaborazione internazionale finalizzata alla prevenzione e al controllo delle infezioni dovute a xenotrapianti. Con l'obiettivo d'incrementare la ricerca in questo settore, la Comunità europea ha approvato nel 2006 il progetto Xenome, cui partecipano 22 centri di ricerca, pubblici e privati, coordinati dall'Azienda ospedaliera di Padova. Inoltre, nel 2008 si è tenuta in Cina, in collaborazione con l’International xenotransplantation association, la prima consultazione mondiale dell'OMS per la regolamentazione degli esperimenti clinici sugli x. in cui si auspica la creazione di un registro internazionale dei soggetti che hanno ricevuto uno x. per raccogliere e interpretare i risultati di tutti i test clinici.