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xerografia

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
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xerografia


xerografìa 〈ks-〉 [Comp. di xero- e grafia] [FTC] [ELT] [OTT] Procedimento di duplicazione fotoelettrico, basato sulle proprietà fotoconduttrici del selenio; fu inventato nel 1940 dallo statunitense C.F. Carlson. Una macchina per x. è costituita principalmente da un tamburo di alluminio ricoperto di selenio amorfo; questo, rotando senza essere esposto alla luce e quindi in condizioni nelle quali il selenio è elettricamente isolante, riceve una carica elettrica positiva mediante elettrizzazione per effetto corona e successiv. viene esposto all'immagine fortemente brillante dell'oggetto, fornita da un opportuno dispositivo ottico; le parti della superficie del tamburo corrispondenti alle zone chiare dell'immagine perdono la carica elettrica, in quanto qui il selenio diventa conduttore, mentre quelle corrispondenti alle zone scure restano cariche; sul tamburo viene poi spruzzata una polvere (toner) formata da una resina termoplastica pigmentata che, elettrizzandosi negativamente per strofinio, aderisce, per azioni elettrostatiche, alle sole zone cariche e successiv. si trasferisce su un foglio di carta, elettrizzato positivamente, fatto aderire al tamburo; infine, un breve e intenso riscaldamento fa aderire definitivamente la polvere sul foglio, con la formazione su quest'ultimo di una copia fedele dello stampato originale. Sono attualmente in uso macchine xerografiche capaci di effettuare riduzioni o ingrandimenti del formato, e anche macchine capaci di dare, mediante selezione ottica con filtri colorati e l'impiego di polveri colorate, copie a colori.

Vedi anche
stampa Tecnica che permette di riprodurre da una matrice – sia essa fisica, come nella stampa tipografica, o elettronica, come nella stampa digitale – molte copie uguali di testi, disegni o immagini. La stampa si può definire il primo mezzo di comunicazione di massa e ha contribuito in modo determinante alla ... resine alchiliche Resine che provengono dalla reazione fra un alcol polivalente (glicol, glicerina, pentaeritrite) e un acido policarbossilico (o la sua anidride). Esempio tipico sono le resine gliceroftaliche che derivano dalla policondensazione di acido ftalico (HOOC−C6H4−COOH) e di glicerina (CH2OH−CHOH−CH2OH). Sono ... selenio Elemento chimico, numero atomico 34, peso atomico 78,96, simbolo Se; fu scoperto da J. Berzelius nel 1817 nelle melme delle camere di piombo di un impianto di acido solforico a Gripsholm (Svezia). chimica Del selenio sono noti 6 isotopi stabili: 7434Se (0,9%), 7634Se (9,1%), 7734Se (7,5%), 7834Se (23,6%), ... dielettrico In elettrologia, si dice di mezzo attraverso il quale possono esplicarsi azioni elettriche, che può cioè essere sede di un campo elettrostatico. Poiché un campo elettrostatico può esistere soltanto in un mezzo non conduttore, caratteristica essenziale di un mezzo dielettrico è di essere isolante elettricamente, ...
Categorie
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    Procedimento di duplicazione fotoelettrico, basato sulle proprietà fotoconduttrici del selenio, inventato nel 1940 dall’americano C.F. Carlson. Il procedimento fu applicato per la prima volta su scala industriale dalla Haloid Company (poi Xerox Corporation). Una macchina per x. è costituita principalmente ...
Vocabolario
xerografìa
xerografia xerografìa s. f. [comp. di xero- e -grafia]. – 1. Procedimento di duplicazione fotoelettrico, basato sulle proprietà fotoconduttrici del selenio e inventato nel 1940 dallo statunitense Chester F. Carlson, realizzato con una macchina...
xerografico
xerografico xerogràfico agg. [der. di xerografia] (pl. m. -ci). – Della xerografia, per la xerografia: procedimenti x. di riproduzione; apparecchi x.; ottenuto mediante la xerografia: copia xerografica.
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