Nell’ultima decade la Repubblica Popolare Cinese (Rpc), sotto la guida di Hu Jintao (presidente) e Wen Jiabao (primo ministro), ha vissuto un incessante, spettacolare processo di modernizzazione, in grado di proiettarla tra le grandi potenze del 21° secolo. Tuttavia, questo sviluppo economico accelerato ha comportato l’emersione di criticità tipiche, quali l’accresciuta disuguaglianza economica, elevati tassi di urbanizzazione, diffuso inquinamento ambientale.
La quinta generazione di leader, eletta dal Partito comunista cinese (Pcc) a conclusione del 18° congresso nel novembre 2012, amministrerà una Cina senz’altro più ricca e più potente a livello globale, ma dovrà altresì confrontarsi con una gestione interna di ordine politico, economico e sociale sempre più problematica. Timoniere del nuovo vertice di governo sarà Xi Jinping, destinato verosimilmente a guidare il paese per il prossimo decennio.
A seguito del Congresso, Xi Jinping ha assunto contemporaneamente la Segretaria del Pcc e la direzione della Commissione militare centrale (una novità rispetto al passato), nonché la presidenza della Scuola centrale del Partito. Nel marzo 2013 prenderà formalmente il posto di Hu Jintao alla guida del paese; al suo fianco siederà Li Keqiang, il quale andrà a sostituire Wen Jiabao come capo del governo.
Primo politico di vertice ad esser nato con il Partito comunista già al governo, Xi Jinping si è costruito negli anni (con merito e abilità politica) una reputazione come promotore delle riforme economiche e sostenitore della lotta senza quartiere al fenomeno corruttivo.
Nato nel 1953 nella provincia dello Shaanxi, una delle culle della civiltà cinese, il futuro leader cinese ha vissuto un’infanzia dorata in virtù dei privilegi concessi ai ‘principi rossi’, i figli dei gerarchi del Partito.
Jinping è infatti figlio di Xi Zhongxun, una delle figure di riferimento della prima generazione di leader comunisti: combattente al fianco di Mao durante la rivoluzione, personaggio scomodo dalle alterne fortune politiche, cui viene attribuita l’istituzione delle Zone economiche speciali negli anni Ottanta.
Fino ai sedici anni di età Xi vive a Pechino, all’interno del plesso residenziale destinato all’élite del Partito. Tuttavia, nel 1969 si trasferisce nello Shaanxi, subendo il trasferimento del padre, bollato come nemico della rivoluzione e spedito al confino rurale. È in questo periodo – lungo sette anni – che Xi inizia a impostare le basi della propria carriera politica, muovendosi all’interno della sezione locale del Partito, della quale diventa segretario nel 1974.
Nel 1975 inizia gli studi presso la Tsinghua University di Pechino, dalla quale uscirà nel 1979 con una laurea in ingegneria chimica. Successivamente, per tre anni lavora al ministero della Difesa (probabilmente in qualità di assistente di Geng Biao, all’epoca vicepremier e ministro della Difesa). Si tratta di un incarico prestigioso, forse ottenuto grazie alle conoscenze del padre, all’epoca riabilitato dopo la morte di Mao e la contestuale salita al poter di Deng Xiaoping.
Nel 1982 Xi lascia Pechino ed inizia un’esperienza di governo nella provincia di Hebei, diventando segretario del Partito. Una decisione, questa, che può essere interpretata come un tentativo di screditare l’immagine di ‘principe rosso’ e coltivare una carriera politica irreprensibile, basata anzitutto sul merito e il duro lavoro.
Nel 1985 viene nominato membro del Comitato permanente nonché vicesindaco di Xiamen, nella provincia del Fujian, di cui diventerà governatore nel 2000. Della sua esperienza in qualità di governatore è rilevante soprattutto la sua gestione dei rapporti con la vicina Taiwan: nei confronti di Taipei Xi Jinping ha applicato in maniera ferma la ‘one China policy’, operando però all’interno di una cornice cooperativa attraverso il rafforzamento dei rapporti economici (le buone relazioni attuali possono essere ricondotte all’eredità dell’amministrazione Xi).
La promozione, nel biennio 2002-03, a governatore pro tempore e segretario del Partito dello Zhejiang, popolosa e prospera provincia costiera, è da leggere come un ulteriore attestato di stima da parte dei vertici del Pcc.
Il 2007 è l’anno che catapulta Xi nell’olimpo dei notabili del Partito allorché assume la direzione della segreteria a Shanghai: lì viene chiamato per risanare l’immagine del gruppo dirigente, colpito da un pesante scandalo di corruzione. Ricopre tuttavia questa carica per breve tempo, poiché già nell’ottobre dello stesso anno viene eletto tra i nove membri del Comitato permanente dell’ufficio politico del Pcc (Politburo), l’organo politico più importante del Partito. L’elevazione a componente del Politburo è il preludio alla promozione a vicepresidente, che avviene l’anno seguente.
Dal primo discorso pronunziato in qualità di segretario generale emergono le prerogative che guideranno l’azione politica di Xi Jinping: diminuire la disuguaglianza economico-sociale; aumentare la sicurezza sociale; intensificare la lotta alla corruzione, soprattutto interna al Partito; continuare nel rafforzamento internazionale dell’immagine nazionale – dal potenziamento della sfera di influenza nel quadrante asiatico al mantenimento di un rapporto paritario con gli Stati Uniti.