xin
Termine cinese solitamente tradotto come «cuore» o «mente». È l’organo supremo e sovrano dell’uomo che regola la complessa e ricca attività della mente e la mutevole vita dei sentimenti. Il pensiero, la volontà e ogni sorta di desiderio sono in effetti governati da xin; molte parole cinesi che esprimono tali attività, come, per es., si («riflettere», «pensare»), wu («odio», «odiare»), ai («amore», «amare») e altre ancora, recano nella forma grafica proprio il carattere xin, quale costituente sematico. Già in alcuni testi canonici, e specificamente nel Classico dei mutamenti (Yijing) e nel Classico delle odi (Shijing), il termine xin ricorre assai spesso per significare nell’uno e nell’altro rispettivamente l’organo della volontà e la varietà della natura dei sentimenti dell’uomo. Il concetto di xin cominciò così a comprendere ogni reazione volitiva ed emotiva dell’uomo ai fatti e alle vicissitudini di un mondo in continuo mutamento. Non meraviglia dunque che con Confucio xin divenne la mirabile fonte dell’umana virtù e dell’umano desiderio ed è pertanto bisognevole di una retta guida. Che xin sia inoltre intimamente legato alla dinamicissima natura del qi (➔ «energia vitale») risalta soprattutto nel Guanzi (➔), che concepisce xin come l’agente misterioso della realtà sensoriale e la sede in cui sentimenti e pensiero trovano il giusto regolamento. E forse anche dal Guanzi trasse ispirazione Mencio nel considerare xin come una distinta manifestazione del qi, l’energia che crea e anima tutto ciò che esiste fra Cielo e Terra. Così, per Xunzi (➔), xin, facoltà che governa lo stesso corpo umano e che comprende le cose del mondo, può elevarsi alla profonda conoscenza del dao (➔), e ciò in virtù delle più specifiche qualità della sua natura, vale a dire la vacuità, l’unità e la quiete. Xin è una forza che unifica e come tale, notò Zhu Xi (➔), sta nel mondo e in partic. è l’essenza dell’essere umano, giacché in esso costantemente tende a stabilire l’equilibrio tra le fughe emotive e la regolarità del li («principio»). La natura è dunque un complesso insieme di li che trova unità proprio nella mente, la vera e sola guida dell’uomo. Altrettanto fondamentale è la dottrina di xin nel taoismo, dove è sia l’organo (cioè il cuore) fisiologicamente inteso, sia il centro dell’essere umano e quindi dell’intero corpo. Come centro, xin è il centro del mondo, sebbene in alto ve ne sia uno celeste, supremo che genera l’essenza (jing); in basso uno terrestre da cui si origina il qi e in mezzo uno propriamente umano che produce il sangue, cioè la linfa vitale dell’uomo. È anche lo spirito umano e lo spirito del dao, come si apprende nei testi della cosiddetta «alchimia interiore» (neidan): lo «spirito del dao» (daoxin) è la suprema e assoluta verità; è presente in ogni essere ed è pertanto lo stesso «spirito umano» (renxin). In definitiva, daoxin e renxin sono due modi di essere della stessa verità assoluta e spesso si afferma che xin è il dao e il dao è xin. Anche nel buddismo, particolarmente nella scuola Chan, xin è lo spirito (shen), cioè la natura del Buddha (foxing) e quindi la verità assoluta.