Xiong Shili
Filosofo cinese (Huanggang 1885 - Shanghai 1968). Nato in una famiglia umilissima, poté comunque ricevere un’educazione classica basata sullo studio dei testi della tradizione confuciana. È considerato unanimemente il fondatore del neoconfucianesimo contemporaneo e l’originalità e la profondità del suo pensiero attrassero un gran numero di discepoli, alcuni eminenti come Tang Junyi, Mou Zongsan (➔) e Xu Fuguan. A Nanchino X. studiò tanto le dottrine quanto la logica del buddismo e per un certo periodo ebbe come maestro il noto Ouyang Jingwu. Dal buddismo Yogācāra trasse allora non solo l’orientamento generale della propria filosofia, ma temi specifici e una continua e feconda ispirazione. La conoscenza filosofica, secondo X., si distingue da quella scientifica: mentre la scienza necessita di postulare una oggettiva realtà esterna, fenomenica affinché, ricercando principi o leggi, spieghi e afferri ciò che si manifesta o le diverse modalità dell’apparire, la filosofia per contro disvela sia ciò che è al di là di qualsiasi fenomeno sia la sua recondita origine. Solo il Classico dei mutamenti (Yijing, ➔), elevato da X. a opera per antonomasia, rivela che il supremo e assoluto principio metafisico non è né la nullità (wu) taoista né la vacuità (kong) buddista, ma il dao confuciano, la sempiterna forza di creazione che agisce incessantemente nell’Universo. La natura stessa dell’uomo discende da tale opera creativa e colui che acquista conoscenza di ciò ravviva quella saggezza originaria (xingzhi), già presente nell’uomo e non nel mondo esterno. Similmente, la distinzione fra mente originaria (benxin) e mente ordinaria (xixin) riconduce all’unità assoluta del cosmo. Se la mente originaria è vuota e silente, giacché priva di forme specifiche e al disopra della confusione rumorosa del mondo fenomenico (e come tale è fonte della vera conoscenza), la mente ordinaria assicura invece ogni sorta di distinzioni e quindi anche quella fra l’uomo che investiga e tutta l’esperienza fenomenica. Di qui la distinzione tra la metafisica e le scienze: l’una, fondata sulla mente originaria, comprende l’universo nella sua totalità; le altre, fondate sulla mente ordinaria, conoscono analiticamente il mondo fenomenico, indagandone anche gli aspetti particolari. In altri termini, le scienze studiano le infinite manifestazioni dell’ultima realtà, ossia il complesso mondo dei fenomeni; mentre la metafisica ne coglie la sostanza (ti), ossia il principio creativo che opera senza posa nell’universo. Solo la filosofia può in definitiva rivelare, pur nella varietà delle manifestazioni, tale forza creatrice, che l’uomo esperisce nella illuminazione della mente originaria, partecipando così all’eterno processo creativo dell’universo. Questi temi ricorrono nella ricchissima produzione filosofica di X., e in partic. nello Xin weishi lun («Dottrina della nuova sola coscienza») e nel Mingxin pian («Sulla illuminazione della mente»).