yacht design
<i̯òt diʃàin> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Progettazione per l’industria applicata alle imbarcazioni, siano esse a motore (motor yacht), a vela (sailing yacht), per competizioni sportive, per il trasporto di merci e passeggeri, per attività di addestramento e per lavoro. Negli ultimi anni grande impulso è derivato dal settore da diporto e da quello crocieristico, con armatori privati provenienti dai paesi emergenti, ma anche da compagnie di crociera sempre più organizzate in multinazionali del turismo. Il progetto nell’ambito dello y. d. può investire singolarmente o simultaneamente il disegno dell’esterno dell’imbarcazione, quello del suo interno, gli aspetti ergonomici o quelli strutturali e fluidodinamici. Nella cantieristica navale, l’Italia ha una tradizione abbastanza recente rispetto a Paesi Bassi, Gran Bretagna e Stati Uniti, ma comunque vede la presenza di importanti realtà imprenditoriali distribuite lungo le coste del Paese e oramai strutturate in grandi gruppi o holding della nautica, come il gruppo Ferretti, con i suoi sette marchi, o la Fincantieri. La presenza di importanti studi di y. d. – per es. quelli di Giovanni Zuccon, Andrea Vallicelli, Massimo Paperini, Francesco Paszkowski, Luca Brenta, Carlo Galeazzi, Luca Dini e Ivana Porfiri – ha permesso inoltre lo sviluppo di grandi sinergie con i cantieri nazionali, tali da consentire la costruzione di veri e propri masterpiece del design contemporaneo. Le innovazioni più importanti registrate nel primo decennio del 21° sec. riguardano principalmente i materiali utilizzati per la costruzione degli scafi, delle vele e di gran parte degli apparati tecnici. Materiali compositi avanzati vengono usati nella maggior parte dei casi per alleggerire il peso delle componenti e per incrementare la resistenza e le prestazioni, ma anche per ridurre l’impatto ambientale complessivo dei processi di produzione dell’imbarcazione. L’industria della nautica ha, infatti, perseguito con costante interesse il filone green, anche attraverso l’introduzione di motori con propulsioni ibride diesel/elettriche. Grande impulso alla ricerca nell’ambito dello y. d. deriva dal settore sportivo, in cui le innovazioni tipologiche e tecnologiche consentono di ottenere prestazioni più competitive. A tal proposito si ricordano il catamarano Alinghi e il trimarano Bmw Oracle, entrambi realizzati per l’America’s cup del 2010, che hanno introdotto innovazioni tipologiche, come l’ala rigida, e tecnologiche, come la gestione elettronica delle manovre, tali da consentire di realizzare nuovi record di velocità. Altre innovazioni nello y. d. hanno riguardato principalmente lo stile e i linguaggi formali, sia in riferimento all’esterno delle imbarcazioni sia all’interno. Non è un caso che proprio in questo scorcio di secolo si siano cimentati nella progettazione d’imbarcazioni importanti nomi dell’architettura contemporanea quali Norman Foster, Jean Michel Wilmotte o John Pawson, sia industrial designer attivi principalmente in altri settori come Philippe Starck, Rodolfo Dordoni, Claudio Lazzarini e Carl Pickering. Un’altra tendenza in crescita nello y. d. è quella riferibile al refit, cioè alla ristrutturazione e trasformazione di vecchi vaporetti, scafi commerciali, rimorchiatori, ambulanze in eleganti yacht privati. Tra le imbarcazioni divenute icona di inizio secolo si ricordano: Wally Power 118 (2002), esito della collaborazione della Wally con lo studio Lazzarini Pickering, ispirato alle linee aggressive degli aerei Stealth; Guilty (2008), disegnata da Ivana Porfiri per cantieri Rizzardi e decorata da Jeff Koons; Red Dragon (2008), nata dalla collaborazione dello studio Wilmotte & Associates con l’Alloy Yachts; Ocean Emerald (2009), disegnata da Norman Foster; e A (2010) disegnata da Philippe Starck e ispirata alle linee dei sottomarini.